venerdì 28 giugno 2019

"La meccanica dei sentimenti" di Frank Iodice

È da un bel po' di tempo che non riempio le pagine di questo mio caro diario... 
Avevo deciso di prendermi una pausa dalla scrittura in generale (capita in molti rapporti, dopotutto, e la scrittura è a tutti gli effetti una mia compagna di vita... 😆) in seguito ad alcune esperienze negative. Nel frattempo, durante la mia "pausa di riflessione", ho letto tre libri e oggi mi piacerebbe commentarne uno in particolare: "La meccanica dei sentimenti" di Frank Iodice.




Giovanni Marealto è un cinico ex cardiologo romano (soltanto verso la chiusura del romanzo scopriremo il motivo per cui non pratica più la sua professione), impegnato a tenere conferenze sull'amore in giro per il mondo.

"La gente si può dividere in due categorie: quelli che sanno di dover morire e quelli che non lo sanno ancora."

Marealto nasconde dentro di sé un passato doloroso: un'infanzia difficile, accanto ad una madre sregolata. Immagini che hanno segnato per sempre la sua esistenza...


"Ho iniziato a occuparmi di sentimenti ai tempi dell'università, a Roma. Studiavo l'organo in cui questi si situano nell'immaginario collettivo (i bambini disegnano un cuore per rappresentare l'amore, non è così?) e intanto mi andavo incuriosendo e mi chiedevo in maniera sempre più ossessiva dove e come nascesse ciò che proviamo e che - almeno secondo i manuali - ci distinguerebbe dalle bestie."

Marealto si oppone al meccanismo della società, a quell' "ingranaggio" che fagocita le persone, affibbiando loro ruoli precisi; un "ingranaggio" che si muove grazie all'odio e che lo spaccia per amore.


"Se qualcuno ti guarda le mani sta cercando di capire che tipo di persona sei."

Gio Marealto è sposato con Eda, eppure lui è libero di frequentare altre donne (e la povera Eda non si lamenta sulla condotta del marito... Un punto che io non ho assolutamente condiviso) e tra le amanti spicca Galatea Gubernatis, una seducente e scaltra archeologa svizzera, incontrata durante una delle sue conferenze.


"Le relazioni umane si dipanano con lo stesso ritmo di un romanzo ottocentesco, non puoi  aspettarti che ciò che conta nella tua vita sia messo in una lista, tutto in una pagina. Devi aspettare con pazienza, fino a quando ti accorgi che la lettura è finita e puoi decidere se ne è valsa la pena."

Riflessioni e flashback guizzano nel romanzo. Riflessioni circa la vita e l'amore. 
Il titolo, "la meccanica dei sentimenti", potrebbe indirizzarci ad un manuale: un testo scientifico che ci spieghi il motivo per cui nascono i sentimenti e, magari, il modo in cui questi si sviluppano; beh, siamo sulla strada sbagliata! 😜 Non di tratta di un manuale, nessuno chiarirà i nostri dubbi legati al mondo delle emozioni. E le nostre aspettative si smontano, pagina dopo pagina (a mio avviso, questo giochetto messo in atto dall'autore è stato urticante e geniale!). 
Curioso l'accostamento del termine "meccanica" alla parola "sentimenti": pare quasi un ossimoro. Già dal titolo si intuisce la contraddizione e l'incoerenza del protagonista.


"Un uomo solo e una città vuota sono gli amanti più onesti che si possano immaginare."

Perché è così che Gio si sente: solo. Un uomo che spiega che cos'è l'amore senza conoscerlo... L'unica donna in grado di capirlo, forse, è Resi, una prostituta trasferitasi a Parigi per sfuggire al suo torbido passato...


""Il mondo è pieno di sorrisi tristi, ci si fonda il principio delle nostre relazioni."" 

Marealto è sempre alla ricerca di amore, ma non capisce che finché non amerà se stesso non potrà amare realmente un'altra donna e così continua a ingannarsi, riempiendo la sua vita di attimi.

""È così che rimaniamo sulla stessa strada e non ne proviamo altre, per pura pigrizia. È soltanto un fatto meccanico.""

Sarà davvero così? È proprio la pigrizia a tenerci ancorati a certe situazioni, a determinate persone della nostra vita? È pur vero che è necessario fare delle scelte e accollarci il peso delle responsabilità delle nostre azioni, no? Con molte probabilità, l'autore mi definirebbe come un lampante elemento dell'ingranaggio. Forse è così... Ma, in fin dei conti, siamo un po' tutti figli di questo ingranaggio.


"La vita è piena di sarebbe potuto, avrei dovuto, mi sarebbe piaciuto, ma alla fine ciò che rimane è qui nelle tue mani e quasi sempre è molto vicino al nulla."

La sua è una visione di vita molto pessimista, quasi nichilista. Le possibilità che ci sfuggono, i rimorsi... Situazioni inevitabili.


"C'è un momento in cui capisci quello che fai, solo un momento, per il resto del giorno tutto è meccanico."

Come esseri partoriti e cresciuti dall'ingranaggio, noi ci muoviamo meccanicamente, giorno dopo giorno, perdendo quasi totalmente la nostra consapevolezza.


"Ciò che ci accade, può descriverci meglio di qualsiasi racconto."

E con questa citazione ho deciso di fermarmi perché non vorrei svelarvi altro. Le riflessioni dominano il romanzo di Frank Iodice e, proseguendo nella lettura, non mancheranno i colpi di scena legati ad un furto di pietre preziose...
Sì, mi è piaciuto per la sua originalità: si allontana molto dal solito romanzo sentimentale. Non ho amato lo spietato cinismo del protagonista, la sua quasi assenza di sentimenti nei riguardi della moglie (lo avrei preso a schiaffi, lo ammetto 😠). Lo consiglio! 👍

Ah! Domenica 7 luglio, dalle ore 21.00, presso una caffetteria-pasticceria di Pietra Ligure, presenterò il mio nuovo romanzo: un noir. 😊 Si intitola: "Analysis". Ve lo presenterò la prossima volta, per ora vorrei condividerne la copertina... 😉 
Buona giornata a tutti! 😘

martedì 28 maggio 2019

"Per sempre - Oltre la vita" di Rosalba Costanza





Il breve romanzo di Rosalba Costanza, intitolato: "Per sempre - Oltre la vita", è una storia d'amore: l'amore tra madre e figlia.
Un racconto (credo che sia un tantino breve per poterlo definire propriamente romanzo) davvero molto originale, in cui l'autrice ha immaginato una sorta di dialogo, di scambio tra una figlia distrutta per la perdita della madre e la madre stessa, che risponde alla figlia dalla sua "dimensione", senza essere udita.
Amarezza, angoscia, solitudine, un senso di impotenza attanagliano la protagonista del racconto, che deve tirare avanti e accudire il padre malato, imparando a far a meno del cruciale supporto della madre e del suo affetto.


"Il tuo cuore ha cessato di battere e con esso ha smesso di battere il mio. Lui picchia, martella, percuote comunque il mio petto, ma io so con certezza che è un palpito artificiale, meccanico, riparatore e automatico, che va in maniera istintiva e naturale laddove la ragione e il sentimento gli direbbero di fermarsi.".

Si percepisce la forza del legame di queste due donne: un amore infinito e fine a se stesso.
Il dolore ci stringe lo stomaco nel momento in cui la protagonista ritrova gli ultimi abiti indossati dalla madre la mattina in cui la condussero in ospedale per non far più ritorno a casa...
È naturale, credo, immedesimarsi in questa storia così intrisa di lacrime, ma, ahimè, di vita reale... E io mi sono aggrappata proprio a questa precisa scena: l'attimo in cui trovi in giro per casa oggetti appartenuti ai tuoi cari, che non ci sono più, e, in base alle mie esperienze di vita, credo che l'autrice abbia descritto in maniera molto autentica quel particolare stato d'animo che nasce in seguito ad un lutto.
Sì, si tratta indubbiamente di un libro dal contenuto molto profondo, che invita ad amare i nostri genitori quando sono ancora qui, insieme a noi. 
Non ho apprezzato la ripetizione di alcune parole ("anima mia", ad esempio, è il modo in cui le due donne si chiamano, ma, secondo me, la continua ripetizione di questo nomignolo rende un tantino pesante la storia...) e, chiaramente, data la tragicità del racconto, non vi consiglio di leggerlo in un momento di vita particolarmente grigio/tendente al nero.
Un libro che fa riflettere, sicuramente, ed è anche caratterizzato da uno stile originale (il monologo della protagonista, un racconto lirico a due voci); tuttavia, non rientra nel mio genere di letture. 
I miei complimenti, comunque all'autrice, che è riuscita a descrivere in maniera veritiera la sofferenza legata alla perdita di una persona importante.


martedì 7 maggio 2019

"Anna Karenina" di Lev Nikolaevič Tolstoj

Buon giorno.
Ho leggermente trascurato questo mio piccolo e adorato scorcio di sfogo quotidiano e di commenti riguardo alle mie ultime letture, ma ora rieccomi pronta a parlarne! 😉😊
Nell'ultimo mesetto (eh sì... giorno più, giorno meno...) mi sono dedicata alla lettura di una pietra miliare della letteratura russa: la famosa "Anna Karenina" di Lev Tolstoj.
Lo confesso: non si è rivelata una lettura molto semplice e scorrevole...
Le disquisizioni filosofiche, politiche e di natura morale dominano l'intero romanzo, pertanto, essendo io un'appassionata di filosofia (ho anche conseguito una laurea in filosofia, quando ancora credevo che si potesse vivere di sogni e passioni e non avevo ben presente che il concetto di meritocrazia fosse ormai obsoleto nella nostra società...😕😧), ho assaporato ogni dialogo tra i diversi personaggi dell'opera e, spesso, ho letto più volte alcune loro riflessioni.
Non voglio paracularmi -o forse giusto un pochino- comunque, il romanzo di Tolstoj non si legge in modo scorrevole: pretende una lettura critica e attenta, ecco perché ho impiegato un sacco di tempo a terminarlo. Va beh, ora, bando alle ciance, comincerei a parlarvene in breve... 
Attenzione! Se avete intenzione di leggere "Anna Karenina", vi sconsiglierei di proseguire nella lettura di questa mia paginetta di diario: non farò spoiler, ma potrei rivelarvi particolari che un lettore appassionato e attento preferirebbe rintracciare da sé, quindi... Vi ho avvisati! 😆

Generalmente, quando arrivo all'ultima pagina di un romanzo, oltre a sentirmi malinconica per aver appena perso un nuovo amico, corro a leggere, sempre malinconica, le pagine che ho lasciato in sospeso: l'introduzione, le note bibliografiche ecc ecc.
Essendo io una grande stimatrice di Dostoevskij, non potevo di certo perdermi l'occasione di acquistare un romanzo del suo maestro, Tolstoj, al quale Dostoevskij si ispirò molto. Eppure, io non sono riuscita a trovare molti punti di unione nello stile e nei contenuti dei due autori russi... 
Esistono svariate differenze tra i due scrittori, ma io vorrei soffermarmi su una in particolare: la psicologia dei loro personaggi. 
Dostoevskij era in grado di dedicare un intero capitolo (anche di più) alle emozioni e allo stato d'animo di uno dei suoi personaggi; Tolstoj, invece, a mio parere, aveva una tendenza più pragmatica e troncava alcune reazioni dei suoi protagonisti per giungere al nocciolo della situazione. Spetta forse al lettore farsi un'idea del temperamento e della psiche dei suoi personaggi, ma è anche vero che Tolstoj non badava a "far economia" sulle diserzioni di carattere filosofico/politico/morale e, ogni tanto mi sono detta: "bastaaaa!" 
Vi racconto un po' la trama...




Anna Karenina, naturalmente, è la protagonista dell'opera, che si svolge a Mosca, Pietroburgo e in alcuni paesini della campagna russa.
Le vicende di vita di Anna si incastrano con le vicende del fratello, Stepan Arkad'evič (i nomi non li memorizzerò mai! Infatti, durante la lettura, non riuscendo a ricordare i nomi dei vari personaggi, tendevo a soprannominare: "V quello là", "S quell'altro", tentando di tenere a mente almeno le iniziali dei nomi e dei cognomi 😨😂) e con quelle di Levin, amico di vecchia data del fratello.

"Le famiglie felici si somigliano sempre l'una con l'altra: ogni famiglia infelice lo è in modo particolare."

Il romanzo, composto da ben 690 pagine, inizia con la scoperta dell'adulterio di Stepan da parte della moglie, Dar'ja Aleksandrovna. E Anna Karenina, moglie del rigido ed intransigente Aleksej Aleksandrovič Karenin (il quale aveva uno dei più alti impieghi al Ministero) raggiungerà il fratello per provare a portare la pace tra i due coniugi.


"Non c'era risposta, altro che quella che la vita dà a tutte le questioni più complicate e insolubili. E la risposta è questa: bisogna vivere secondo le necessità della giornata, cioè, dimenticare. Dimenticare nel sogno non è più possibile, almeno finché viene la notte: impossibile ora tornare a quella musica che cantavano le donne-ampolle; dunque bisogna dimenticare nel sogno della vita."

Stepan vorrebbe dimenticare, o meglio, vorrebbe che la moglie dimenticasse quel biglietto che testimoniava la sua relazione adultera con la governante di casa...
Un uomo propenso a questo tipo di storielle clandestine...
Durante il viaggio in treno per raggiungere il fratello, Anna fa la conoscenza della madre di Vronskij, un militare benestante, nonché pretendente di Kitty, sorella minore di Dar'ja.

"Pareva che non ci fosse nulla di particolare nel suo vestito e nel suo atteggiamento, ma per Levin era facile riconoscerla in quella folla, come si riconosce un fisso o fra l'ortica."

Levin è molto innamorato di Kitty ed è il personaggio che mi ha colpita di più per la sua umiltà. Un uomo benestante, padrone di un'azienda, che si unisce ai suoi contadini per falciare il grano; un uomo che crede nel vero amore. ❤


""Ma questo è lo scopo della civiltà: far di ogni cosa un piacere."
"Se questo è lo scopo della civiltà, preferisco restare un selvaggio.""

Levin ama la sua vita in campagna e in città si sente un pesce fuor d'acqua: lui vive di cose semplici. L'ho adorato!! 😍

"Quegli stessi contadini coi quali aveva litigato e che aveva rimproverati per la loro intenzione d'ingannarlo, ora lo salutavano allegramente senza rancore e senza rimorso. Il lavoro comune aveva cancellato tutto: nel lavoro stesso era la ricompensa di tutte le fatiche."


Levin, secondo me, è il vero eroe di tutto il romanzo.
Anna, nel frattempo, cede alle lusinghe dello sfrontato e seducente Vronskij e confesserà tutto al marito, il quale risulterà spaventato dalle conseguenze sociali provocate dall'adulterio...


"Chiedere il divorzio significava andare incontro a un processo scandaloso che sarebbe stato per i suoi nemici pretesto a calunnie, le quali avrebbero scosso la sua alta posizione in società."

Insomma, Karenin non è preoccupato di perdere una persona amata, ma si cruccia per preservare la sua dignità.
Nonostante diversi ostacoli iniziali, Anna riuscirà a fuggire in Italia con Vronskij e a partorire la figlia nata dal loro amore clandestino. Il marito non le consentirà di far visita al loro primogenito e non acconsentirà al divorzio, lasciando Anna in balia dei pregiudizi dell'alta società e non permettendole così di incominciare una nuova vita coniugale con il ricco militare.


""Tu hai sposato un uomo che ha vent'anni più di te. L'hai sposato senza amore e non conoscendo l'amore. Fu un errore, ammettiamo."
"Un terribile errore!"
"Ma, ripeto, è un fatto compiuto. Poi hai avuto la sventura, chiamiamola così, di amare un uomo che non è tuo marito. È una sventura, sì, ma anche questo è un fatto compiuto.""

Un piccolo passaggio tratto dal dialogo tra Anna e il fratello, Stepan.


"Vronskij invece, benché avesse conseguito tutto ciò che aveva così a lungo desiderato, non era pienamente felice. Ben presto cominciò a sentire che possedeva una minima parte della felicità che aveva sognato, eterno inganno di coloro che credono di raggiungere la felicità nel compimento di un desiderio."

Quando Anna e Vronskij possono finalmente amarsi, qualcosa va storto... Litigi, incomprensioni e scenate di folle gelosia da parte di Anna avvelenano il loro rapporto...

"Si può restare seduti per ore, incrociando le gambe, sempre nell'identica posizione, se si sa che nessuno c'impedisce di cambiare questa posizione, ma se si sa che si deve rimanere così, senza scampo, allora cominceranno i crampi e le gambe diventeranno impazienti di muoversi."

Vronskij sa che la società è chiusa a lui e ad Anna, ma vuole fare lo stesso un tentativo perché Anna sia riammessa nel suo mondo.


""E col denaro dei tigli- continuò sorridendo Levin- lui comprerebbe del bestiame e un po' di terra a buon prezzo e l'affitterebbe ai contadini. E così si formerebbe un patrimonio. Invece a voi e a me basta conservare quello che abbiamo e lasciarlo ai nostri figli."

È per frasi come questa che ho ammirato la personalità di Levin. 

"Nell'infinità del tempo e dello spazio nasce una bollicina d'aria, si regge un poco e scoppia, e questa bollicina d'aria sono io."

E qui mi fermo di commentare l'opera di Tolstoj, proprio qui, con la riflessione di Levin.
Dopotutto, Levin e Anna si assomigliano molto: entrambi non rinunciano alla loro autenticità ed entrambi, in modo diverso, sono estremisti della sincerità. 
Tolstoj, ok, ma continuo a preferire Dostoevskij!

mercoledì 17 aprile 2019

Impegni, letture e Pasqua

Buon giorno! 😊
La mia avventura come articolista sta procedendo avanti e ogni mattina, subito dopo aver accompagnato mio figlio a scuola, mi butto in un nuovo articolo, spaziando dal benessere alla cronaca nera.
È molto, molto impegnativo; ma tento di scrivere almeno un articolo al giorno. 
I miei pomeriggi sono quasi sempre occupati dalle lezioni che impartisco ai ragazzini delle scuole medie e superiori e poi, dulcis in fundo: assisto il mio bambino durante lo svolgimento dei suoi compiti scolastici... 😱😂
Ieri, inoltre, ho avuto modo di parlare con le sue nuove insegnanti durante i colloqui con i genitori. Generalmente, nella vecchia scuola di mio figlio, io e mio marito ci preparavamo in vista di questi colloqui come può fare un condannato a morte prima della sua esecuzione. 😵
"Male, male qua, male là... Insopportabile, ingestibile, in in in...", più o meno erano queste le parole che uscivano dalla bocca di un'insegnante in particolare...
Perciò anche nella giornata di ieri, io e mio marito ci siamo preparati a tutti i possibili commenti negativi su nostro figlio; e invece... Sì, è emerso che non sembra proprio destinato a diventare un santo, che spesso è svogliato; tuttavia, la sua situazione non parrebbe così grave e preoccupante come la sua ex insegnante ci aveva sempre comunicato... 😕😊
Bene! Certamente dobbiamo "smussare" determinati comportamenti, quello sì, ma da parte nostra ci sarà sempre tutto l'impegno per fare in modo che il nostro bimbo diventi una persona perbene. 😊❤
Prima vi stavo dicendo che questo mio nuovo impegno in qualità di articolista mi sta assorbendo parecchio e, di conseguenza, credo che riuscirò a malapena a scrivere una "paginetta" alla settimana qui, nel mio piccolo blog, che racchiude tutte le mie passioni e le principali vicende della mia vita quotidiana. ❤
Anche le mie letture hanno subito un brusco rallentamento. Al momento mi sto dedicando al romanzo di Lev Tolstoj: "Anna Karenina". Lo sto leggendo con molta, molta calma, ma me lo sto gustando... Mi piace molto e spero di potervene parlare il prima possibile (tenete presente, però, che si tratta di un romanzo molto voluminoso e che, ultimamente, posso dedicarmi alla lettura soltanto 10/15 minuti al giorno...).
Che cosa dirvi ancora?... Sono sempre in trepidante attesa della pubblicazione del mio thriller, che avverrà non prima del mese di luglio di quest'anno e poi, quando mi è possibile, continuo nella correzione del mio settimo manoscritto.
A questo punto, se può farvi piacere, io aggiungerei i link dei miei ultimi articoli (così, se vi va, potrete esprimermi un vostro parere... 😉😊).


Concludo la mia pagina di oggi augurandovi una serena Pasqua. 💞 Come la trascorrerete? Io con il mio bimbo, a casa dei miei genitori, insieme ai nostri adorati cagnoloni! 😊 Buona giornata! 🙋😘

venerdì 12 aprile 2019

Un mio racconto in un'antologia dei sogni! 😍

Buon giorno a tutti e buon fine settimana!
Ricordate quella mia nuova avventura in qualità di articolista? Beh, è cominciata giusto l'altro ieri e mi sta impegnando parecchio... Avendo collezionato già diversi fallimenti in campo (mi riferisco allo scrivere senza vedere l'ombra di un quattrino... 😠), ho deciso, questa volta, di andarci più cauta... E così mi sono imposta di redigere articoli per un mesetto e poi... E poi staremo a vedere se il gioco vale la candela! 😉😊
A proposito: vi lascio i link dei miei due articoli pubblicati.


Per il momento questa nuova esperienza di scrittura mi sta coinvolgendo. C'è una grande collaborazione tra gli articolisti -e aspiranti articolisti come me- e sì, si respira una buona aria! Mi piace e spero tanto di potermi sentire soddisfatta anche tra un mese (quando avrò valutato questo mio periodo di prova).
Purtroppo, non potrò più garantire una mia presenza costante qui, nel mio adorato diario carta/elettronico; ma farò il possibile e, ogni tanto, vi aggiornerò sulle mie letture o sui miei nuovi tentativi da scribacchina! 😂
Ah! Circa un mesetto fa mi sono lanciata partecipando ad un concorso gratuito di scrittura: ho mandato un racconto. Un racconto molto particolare... 
Sapete benissimo quanto io ami il mondo onirico e così, dato che la tematica del concorso si concentrava proprio sul sogno, mi è sembrato opportuno mettermi all'opera! 😉😊
E... il mio racconto è stato scelto dalla giuria!!!!  😀 Non era previsto un premio in denaro, ma ciò che conta, per me, è il fatto di esserci. ❤
Guardate un po'!!!


Ogni esperienza è positiva, sempre. Bisogna fare della gavetta e io sono ben disposta a farla! Bacioni. 😘🙋

martedì 9 aprile 2019

"Il principe e il povero" di Mark Twain




"Narrerò qui di seguito una storia così come mi venne raccontata da un tizio che l'aveva sentita dal padre, che a sua volta l'aveva ascoltata dal proprio padre, a cui era stata trasmessa nello stesso modo... e così via, indietro e sempre più indietro nel tempo per trecento anni e oltre, mentre i padri trasmettevano la storia ai figli tramandandola fino a oggi. Potrebbe trattarsi di una storia vera, o soltanto di una leggenda, o magari di una tradizione. Potrebbe essere successa e potrebbe non esserlo; ma di sicuro avrebbe potuto succedere."

Scrisse così, Mark Twain, nella premessa del suo romanzo intitolato: "Il principe e il povero". Un romanzo che ricorda molto una favola... 😍
Tom Canty è un bambino povero, costretto ogni giorno a commettere furtarelli e a chiedere l'elemosina per poter sopravvivere e per non essere seviziato dal terribile padre e da una nonna che pare a tutti gli effetti una strega. 😠
Tom si affeziona a padre Andrews, il quale deciderà di insegnargli un po' di Latino, educandolo alle buone maniere (tutto, chiaramente, all'insaputa dei genitori di Tom, quasi stessero commettendo un reato... 😕).
E il bambino impara i modi e le usanze tenuti a corte ed entra talmente nella parte da farsi considerare dagli amici: "il re dei poveri".


"E a poco a poco tutto quel leggere e quel sognare finì per cambiarlo. I personaggi che riempivano i suoi sogni erano così belli che cominciò a detestare i suoi stracci sudici."

Poi c'è Edoardo Tudor, Principe di Galles, che vive a corte, inseguito costantemente dai suoi servi, che non gli permettono nemmeno di scendere dal letto, la mattina, in autonomia...
Per un fortuito caso i due bambini si incontrano e decidono di scambiarsi le loro vesti per poter vivere temporaneamente una nuova vita.


""Ah, te ne prego, non dire altro: è fantastico!... Se per una volta soltanto potessi indossare i tuoi stracci e andarmene in giro scalzo a rotolarmi nel fango senza nessuno che stia lì a impedirmelo o a rimproverarmi, credo che mi scorderei della mia corona!""

E così il Principe di Galles, figlio del temuto sovrano Enrico VIII, indossa gli stracci di Tom e nasconde il Sigillo del padre; a Tom non resta che calarsi nella parte regale. Ma... I due bambini, con questo loro camuffamento, non otterranno proprio l'effetto sperato...
Edoardo vivrà diverse avventure e rischierà più volte la sua vita (arriverà in suo aiuto Miles Hendon: un personaggio che ho amato moltissimo per la sua integrità morale), ma, cosa importante: riuscirà a comprendere la miseria che caratterizza la vita dei meno abbienti. Avendo fatto parte del popolo, seppur per un breve periodo, il Principe imparerà a provare compassione ed empatia per le persone intorno a sé.
Tom, invece, si renderà conto delle gravose responsabilità di un sovrano...


"Il povero ragazzo si rese conto di essere ancora prigioniero, e ancora re."

Basta, non voglio aggiungere altro. Vi ho già svelato a grandi linee il messaggio contenuto in questo piacevole romanzo (posso assicurarvi che non si tratta di spoiler: l'intento dello scrittore era già noto fin dalla lettura della sinossi) e ora non mi resta che consigliarvelo. Un libro da leggere anche ai più piccini per via delle varie peripezie e ostacoli che dovrà superare il vero principe prima di poter fare ritorno sul trono e non solo... Un libro molto educativo e profondo. E poi, le favole, grazie alla loro apparente semplicità, arrivano dritto al cuore, perciò leggetelo, mi raccomando!

Vi lascio ancora un passaggio e poi, giuro, mi fermo. 😂

""Il mondo è fatto davvero male: i sovrani dovrebbero sperimentare di persona le loro stesse leggi, e imparare in tal modo a essere misericordiosi."" ❤

giovedì 4 aprile 2019

Giornata uggiosa e Mark Twain

Oggi è una di quelle giornate in cui ti alzi dal letto la mattina e ti chiedi immediatamente: "Ma è lecito alzarsi, oggi?" 😨😂
Le nuvole continuano a promettere pioggia e le temperature si sono nettamente abbassate... Ci eravamo già abituati all'idea delle passeggiate in montagna o sulla spiaggia e, invece, sembra che dovremo rimandare tutti i nostri buoni e freschi propositi primaverili...
E va bene! Prendiamo sempre ciò che ci passa il convento. 😑😂
Ma ora basta lamentarmi! Domani mi prenderò una mattinata tutta per me (mi sono anche portata avanti con tutti i miei compiti domestici) e mi recherò in un bel centro estetico per una cura del viso.
Ogni tanto è giusto prendersi del tempo per sé (specialmente per noi mamme, costantemente in apprensione per quanto riguarda la crescita dei nostri figli e l'equilibrio delle nostre famiglie) e rilassarsi. Ora che ci penso, l'ultima volta in cui mi sono presa del tempo per me è stato un paio di anni fa: quando ho trascorso tre o quattro giorni, in compagnia di mio figlio e di mio marito, presso una stupenda Spa. 
Ci vuole, ci vuole!
Vi dicevo - mi pare la scorsa volta - che ho incominciato a leggere un romanzo di Mark Twain... Beh, il romanzo si intitola: "Il principe e il povero" ed è molto divertente. Sicuramente pieno di profondi insegnamenti, ma per poterlo affermare con certezza, prima dovrò terminarne la lettura.
Ho raccontato brevemente a mio figlio la trama del libro e mi è sembrato che sia rimasto rapito dal romanzo di Twain.
Per chi non lo conoscesse ancora, la sinossi è questa: 


"Una bizzarra coincidenza, una prodigiosa rassomiglianza, uno scambio di vestiti fatto per gioco da due ragazzi... Su tali semplici elementi è costruito questo celebre libro di Mark Twain, che attinge a un motivo ricorrente della narrativa universale: lo scambio di ruoli. È quanto fanno Edward, erede al trono d'Inghilterra, e il piccolo vagabondo Tom Canty, rischiando, senza volere, di non poter più tornare indietro, vittime di loschi trafficanti o di funzionari ottusi. Tom ed Edward (il futuro Edoardo VI, figlio di Enrico VIII, che passerà alla storia come uno dei sovrani più illuminati) vivranno innumerevoli avventure, e quindi la "favola con morale" troverà il suo lieto fine. Twain conduce la narrazione con grande perizia e con il suo consueto humour, nonché con una salutare dose di antidoto democratico alle romantiche idealizzazioni di un passato che l'America aveva abiurato."

Non ho ancora terminato la lettura di questo piacevole romanzo, ma ho scoperto una certa affinità tra la scrittura di Twain e quella di Dickens. Forse per le tematiche trattate: anche Twain, come Dickens, affronta la povertà e si addentra nel mondo dell'infanzia. È sicuramente una lettura di grande intrattenimento (adatta, secondo me, ad un pubblico di bambini/adolescenti; ma anche per coloro che, come me, non hanno mai smesso di sognare 😊💓).
E oggi proseguirò a leggere dall'interno della mia auto, mentre il mio bimbotto sarà impegnato nella sua lezione di aikido. A proposito: questa domenica parteciperà ad un altro stage di aikido e, chissà... forse otterrà la tanto desiderata cintura gialla?! E chi lo sa! La cosa che mi preme di più è che si diverta insieme al suo maestro e ai suoi compagni.
Cos'altro dirvi?... Ah, sì! Avete presente tutte quelle mie peripezie del passato per riuscire a collaborare con alcune riviste online? Beh, vorrei ritentare. Mi è stato proposto di lavorare per una rivista online di attualità (il compenso è davvero esiguo, ma, perlomeno, esiste! 😕😂) e io mi lancerò un'ennesima volta, sperando di trovare un qualcosa di più tangibile...
La vita è tutto un tentativo, in fondo, no? 😉
Ora torno a correggere il mio settimo manoscritto... Io continuo a sognare, è più forte di me! ❤ Buona giornata a tutti! 😘🙋