giovedì 30 marzo 2017

Il mio secondo sogno sta per avverarsi...

Ieri ho ricevuto una notizia.
Una di quelle notizie che ti irrorano adrenalina pura dentro alle vene; una di quelle notizie che ti fanno avvertire un tonfo al cuore...
Quando l'ho ricevuta, sono rimasta paralizzata sulla mia sedia: le parole non riuscivano più ad essere espulse dalla mia bocca e la mia pressione sanguigna è impazzita all'istante!!
Il mio editore ha deciso di pubblicare il mio secondo romanzo!! Non solo: mi ha mandato una scheda di valutazione del mio libro a dir poco meravigliosa!! 😊
Dalla sinossi del mio romanzo, lui non si attendeva un racconto simile e mi ha confessato di "averlo divorato"!! 😊
L'ho sorpreso positivamente!
Certo, ora dovrò rivedere alcuni punti del mio scritto (a partire dal titolo, che, effettivamente, non "garbava" molto nemmeno a me... 😀), ma sono entusiasta!!!
Sono euforica, mi sento energia pura. Mi sento motivata a tentare, tra le mille difficoltà della mia vita quotidiana e tra gli impervi ostacoli che esistono lungo questo difficilissimo percorso che ho deciso di intraprendere...
Va bene! Mi rimbocco le maniche e vado avanti!
Ora mi dedicherò essenzialmente alla lettura e cercherò di migliorare il mio stile: scoverò nuovi sinonimi, eviterò, quindi, ripetizioni e tenterò di non ripresentare errori/orrori grammaticali! 😀
Io ce la metto tutta. Il cuore, la mente e l'anima.
"Perché se non hai mai tentato, non hai mai nemmeno vissuto...", affermavano all'incirca così nel famoso film: "Vi presento Joe Black", no?...
A breve firmerò il mio contratto e imboccherò la faticosa e sfibrante strada dell'editing.
Magari, i miei sogni potranno anche non realizzarsi; tuttavia io tento, tento, tento, tento, tento e tento!!!! Un bacio.

martedì 28 marzo 2017

No comment...

Ascoltando le ultime canzoni provocatorie (ad esempio quella di Gabbani o di Rovazzi) e notando il successo che stanno riscuotendo tra di noi, prendo coscienza di un fatto abbastanza spiacevole... Sicuramente, un sociologo utilizzerebbe parole migliori e più appropriate per parlarne, ma io ci voglio provare con le mie limitate capacità: ci rendiamo conto del fatto che stiamo criticando le nuove mode del momento (selfie, chat, ecc ecc...), vivendoci completamente immersi fino al collo, vero?...
Non voglio polemizzare, o forse sì... Un pochino! 😉😁 Di certo, odiando io la generalizzazione, vorrei dire che questo mio discorso sarebbe rivolto alla "maggioranza", quindi non a "tutti"...
L'arte, la musica, la scrittura hanno quasi sempre ricoperto quell'importante ruolo della trasmissione: trasmissione di pensiero e della realtà contemporanea alla nascita di quel dipinto o scultura, di quella canzone o di quel romanzo.
Spesso, anzi, spessissimo si assiste ad una critica nei confronti della propria epoca e della propria società. Così era capitato già ai tempi della Roma antica, così continua ad essere nei tempi moderni...
C'è una presa di coscienza di ciò che ci sta capitando attorno: a volte pesante come un macigno e manifesta; altre, serpeggiante e ancor più pungente! 
Sappiamo perfettamente che oggi "funziona" così; sappiamo che molti di noi non potrebbero vivere serenamente senza il selfie "fresco di giornata", come sappiamo ancora che il tal dei tali non potrebbe fare a meno di scattare una foto al piatto disposto sulla sua tavola, per dimostrare in che cosa consisterà il suo pranzo o la sua cena...
Io stessa, lo ammetto, mi scatto qualche foto in compagnia della mia famiglia e poi sono pronta a mettere in bella mostra le mie immagini sui social...
Ora, la mia critica non è rivolta verso questi nuovi usi che stiamo adottando (usi spesso bizzarri, a mio parere, soprattutto per la loro esigenza-insistenza di sfoggiarci...), no... La mia non è proprio una critica, ma una semplice domanda: le ascoltiamo bene le ultime canzoni di tendenza, tanto acclamate da noi stessi?... 
Io credo di no... Perché, altrimenti, ci indigneremmo... Invece, le canticchiamo divertiti, senza riflettere sul valore delle loro parole! 😕😁
Siamo scimmie che ballano, che inseguono le mode del momento, che ricercano la spiritualità solo perché quella è la strada più "cool"!! (Lo ribadisco: non vale per tutti questo mio discorso!)
È anche vero che coloro che criticano questa società (sempre più materialista, opportunista e reificante), non fanno altro che adattarsi ad essa e a "scendere" a compromessi con essa per sopravvivere, per dare voce al proprio pensiero...
A questo punto mi sorge un ulteriore interrogativo: il prodotto di questi ultimi si identificherà veramente con il loro pensiero, oppure è solo un modo per accendere la polemica nel pubblico e, quindi, accogliere consenso?...
Ai posteri l'ardua sentenza!! Comunque, resto dell'idea che tutto è opinabile; sono convinta che sia giusto canticchiare scherzandoci su, ma facciamolo con un sopracciglio rialzato, accompagnati da un lieve dubbio ronzante nella mente... Passo e chiudo. 😊

sabato 25 marzo 2017

"Il Piccolo Principe" in una giornata uggiosa...

Sta quasi per volgere al termine questo uggioso sabato, in Liguria... 😥
Io e il mio bambino, quest'oggi, siamo rimasti a casa e ne abbiamo approfittato per leggere il famoso romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, ovvero: "Il Piccolo Principe".
Un libro dalla lettura scorrevole e semplice (da leggere tutto d'un fiato) e dai contenuti veramente profondi.
Pensavo, nella mia ignoranza, che si trattasse di un racconto destinato specialmente ai più piccoli e, invece, mi stavo proprio sbagliando...
Ho rintracciato in esso una purezza simile a quella che emerge dal romanzo di Forrest Carter, "Piccolo Albero". 
Con parole semplici (espressioni tipiche di un bambino), il piccolo principe racconta meravigliosamente il complesso mondo del sentimento...
"Sono state le parole dette a caso che, a poco poco, mi hanno rivelato tutto", afferma il protagonista del libro (ovvero, lo stesso autore).
Il romanzo si sviluppa soprattutto nella forma dialogica e devo dire che alcune conversazioni mi hanno rapito il cuore ed emozionata moltissimo.
"L'essenziale sfugge agli occhi, ma non al cuore", confessa la volpe al piccolo principe. Già... È con il cuore che si può arrivare là dove la vista non può spingersi!
Il piccolo principe ama tutto ciò che è bello; tutto ciò che gli provoca un'emozione: una stella, una rosa, un vulcano da "spazzare"...
È così che il narratore si rende conto di quanto sia importante restare bambini, per poter apprezzare tutte le meraviglie che ci circondano.
Credo che la soluzione possa essere quella di mantenere un "cuore fanciullo" anche all'interno di un corpo adulto... Ardua impresa, ma dovremmo sforzarci... Ne vale la pena, anche perché c'è in gioco l'apprezzare la vita pienamente! 😊
Insomma, l'ho adorato! Una esaltazione della purezza di cuore... Una esaltazione del sentimento... ❤

giovedì 23 marzo 2017

Un pacco speciale...

Questa mattina mi sono recata presso il piccolo ufficio postale del mio piccolo paese.
Tra le mani stringevo un pacco, del peso di 3 kg e 300 g (nulla di illegale, si intende... 😁): un pacco che è stato inviato da me ad alcuni importanti destinatari... 
Non voglio rivelare l'identità di coloro che lo riceveranno e nemmeno confesserò il contenuto di questa spedizione... Non lo farò per pura e semplice scaramanzia...
Mi limiterò solamente a confessare di aver trascorso diverse notti insonni, a causa di quel pacco...
Sono realista: posso definirmi come una goccia d'acqua in mezzo ad un oceano... Ma, almeno, vorrei provarci... Ad essere acqua!
Se poi mi andrà male?... Domanda lecita e sensata, il cui responso sarà più che probabilmente affermativo; tuttavia, io potrò dirmi di averci provato.
"Quanta gente migliore di te...", mi sono sentita dire fino a poco prima di inviare quel pacco; mi sono detta tra me e me anche con quel pacco tra le mani...
Ma io ci ho provato.

venerdì 17 marzo 2017

Novella di Luigi Pirandello

Qualche sera fa ho deciso di andarmi a rileggere ' la carriola ', famosa novella del grande Luigi Pirandello. 
Questo racconto mi ha fatta riflettere sul ruolo delle maschere che dobbiamo quotidianamente indossare per poter vivere e sopravvivere all'interno della nostra società...
Il protagonista del racconto in questione è un avvocato di una certa fama, docente, inoltre, di diritto all'università. Un uomo integerrimo, che mette al primo posto la sua famiglia e la sua carriera lavorativa. Egli è, tuttavia, un uomo triste e solo...
Un uomo che trova divertente e piacevole afferrare le zampe posteriori della sua cagnolina per farle fare, appunto, la carriola!! 😁😮
La novella è molto ironica ed è per questo che da impulso ad una riflessione circa la natura umana in generale: il bisogno, anche da parte della persona più distinta e seriosa, di evadere anche solo momentaneamente; di uscire dagli schemi e dalle regole, anche commettendo atti inusuali e magari bizzarri...
Giovedì scorso, io, mio marito ed una mia amica siamo usciti ( dopo tanto ) per trascorrere tre ore di pura stupidità, in discoteca. " Abbandona la ragione e tutto ciò che concerne il razionale! " è stato il consiglio che mi sono sentita di offrire, in auto, alla mia amica, mentre ci stavamo dirigendo presso il locale notturno.
Non abbiamo fatto granché: abbiamo sghignazzato per tutta la serata, dimenticandoci, per un istante, chi siamo nella realtà di tutti i giorni!!
Credo che anche esperienze di questo tipo possano risultare di una certa utilità per la nostra mente; per il nostro distacco dalle abitudinarie maschere, che siamo costretti ad indossare...
Adoro Luigi Pirandello!!! ❤

giovedì 16 marzo 2017

Bisogno di sicurezza - da: " Riflessi di coscienza "

Ultimamente avverto un gran bisogno di sicurezza!! Ho alcuni progetti ( uno in particolare non mi sta dando pace... ) e brancolo nel buio... Ho pensato, quindi, di pubblicare questo capitolo del mio romanzo, nella speranza che vi possa esser gradito...

BISOGNO DI SICUREZZA
Era quello, oltretutto, il periodo in cui facevo pratica presso mio padre, nel suo studio di veterinaria ed un paio di volte si era unito a noi anche Matthew, dato che anche lui studiava veterinaria. Mio padre non lo sopportava granché e una volta mi disse, riferendosi al mio amico: - È un viziato e non conosce minimamente la parola: & sacrificio &, Alexander! E l'umiltà è, o meglio: dovrebbe essere una priorità nella vita di ogni persona. Ricordatelo sempre...
Concordavo con mio padre sul fatto che Matthew fosse alquanto sregolato e poi lui si reputava sempre in prima linea su ogni ambito. Questa sua arroganza, con il tempo, fortunatamente, si andò a smussare un po'.
Papà la conobbe quasi subito, Anna.
Accantonato quel fattaccio capitato nella mia stanza ai tempi del liceo, decisi di presentargliela meglio ad una cena a casa nostra; era da pochi mesi che ci frequentavamo.
Conservo un altro triste ricordo, legato agli antefatti di quella cena: un'ennesima discussione riguardante mia madre.
- Papà, io vorrei farti conoscere Anna. Pensi possa essere prematura questa mia decisione? - Gli domandai, esitante, alla ricerca di un suo consiglio, mentre mi trovavo occupato a disinfettare gli strumenti del nostro studio.
- Se tu la reputi una brava ragazza e se, comunque, tu stai bene insieme a lei, perché dovrebbe esserlo?? - Mi rispose, sfilandosi i guanti in lattice. Era in procinto di svestirsi del camice.
- Quindi a te farebbe piacere se cenassimo tutti insieme? Voglio dire... Da noi?
- S-sì, ma certo! C'è solo un piccolo problema...
- E sarebbe?
- Sai benissimo che io non so assolutamente cucinare, perciò direi che converrebbe comprare una cena take-away! - Sorrise, sistemandosi i capelli e osservandosi allo specchio del piccolo mobile della sala, in cui tenevamo i prodotti disinfettanti.
Accennai a mia volta un sorriso ed aggiunsi: - A questo non c'è problema! Vorrà dire che per una volta abbandoneremo l'idea del tuo polpettone e ci affideremo alla cucina giapponese!
- Ah! E così il mio polpettone non ti piace, eh??
- No, non molto! Ma parlando di cose serie. Come ti sono sembrato oggi? Qui, all'opera?
Gli chiesi quel prezioso parere carico di speranze e intanto mi apprestavo a disinfettare anche il pavimento. Mio padre si stava dirigendo nella saletta d'aspetto per accertarsi che tutto fosse in ordine e da lì mi rispose: - Devi acquistare un po' più di sicurezza ed avere una precisione metodica Alexander! Non possiamo permetterci di commettere un errore con in nostri amici a quattro zampe. Dico bene?
Sapevo a cosa si stesse riferendo ed io, stufo dei suoi soliti e boriosi sermoni: - Non va mai bene nulla, vero??
- C-cosa Alexander?? - Mi chiese con aria sorpresa.
Lui pretendeva sempre di più da me e mi sembrava che non apprezzasse mai nulla o quasi nulla di ciò che facevo.
- Non puoi, alcune volte, elogiare qualche mio progresso?? Altrimenti, se dici che non è il caso di sforzarmi tanto, beh allora io mi toglierò questo camice e lo appenderò accanto al tuo, senza doverlo più reindossare!! - Ero infuriato e per una volta tanto nella vita, io avvertivo l'impellente necessità di una sua parola di conforto; che mi desse la giusta carica per credere ancor di più in ciò che stavo facendo, al suo fianco.
- Alexander... Non reputo assolutamente che tu debba abbandonare e lo sai. Se io sono così...
Ed io lo interruppi: - È perché vuoi solo il meglio per me! La storia ormai è nauseabonda papà!
Mio padre, desolato: - Io... Io non ci so fare con le parole... La mamma, di sicuro, se la sarebbe cavata meglio in una situazione come questa...
- S-sì! Magari mi avrebbe dato un colpo in testa e via! - La frase sgorgò senza un minimo controllo dalla mia bocca e il viso di mio padre, che già si era fatto più triste, si aggrottò ulteriormente. Continuò poi a svolgere le sue azioni quotidiane, mirate alla chiusura dello studio, senza rivolgermi più una sola parola.
Una volta terminate roboticamente, con un tono severo, poco prima di uscire dalla porta, mi domandò: - Ci penserai tu a chiudere a chiave?
- Sì! - Ma non fece in tempo ad ascoltare la mia risposta, perché lui se ne era già uscito, sbattendo la porta alle sue spalle.
Solo in quel momento mi resi conto di quanto fossi stato duro con lui e di quanto le parole possano ferire una persona...
Quel pomeriggio decisi di recarmi, per una volta tanto, in visita da mia madre, senza dover essere spronato a farlo da mio padre. Raggiunsi con l'ascensore quella grande parete di cubi colorati.
Non riuscivo a comprendere nemmeno io il motivo di quella mia visita. Fui come guidato dall'istinto e non so se mi trovavo lì perché effettivamente desideravo vedere mia madre o perché volevo sotterrare l'ascia di guerra con mio padre...
Varcai la soglia di quel grande salone dalla parete di vetro variopinta e chiesi all'infermiera di turno dove si trovasse mia madre. La donna mi avvertì che al momento stava riposando e che, se volevo, potevo recarle visita in camera sua.
Ripresi, allora, l'ascensore ed arrivai al terzo piano, dove si trovavano le camere da letto dei pazienti. La numero 13 era quella di mia madre.
“ Perfino il numero della sua stanza era sfortunato! “, pensai non privo di sarcasmo.
Bussai alla numero 13, ma non udì una parola.
Ritentai: non vi fu di nuovo risposta.
Perciò decisi di tornare dall'infermiera, recandomi nuovamente al piano inferiore e vidi la donna intenta ad imboccare con un cucchiaino una vecchina, seduta sulla sua sedia a rotelle.
-  Mi scusi?!
- Sì?? Ha bisogno? - Sembrava seccata, ma forse era solamente molto impegnata con la anziana signora inespressiva, che attendeva il suo pasto. Si rivolse alla paziente: - Ora, signora Crammer, non ci sarà più il rischio di strozzarsi con il cibo! Ho frullato la sua cena, così sarà più tranquilla... - Stava trattando quella vecchina come fosse stata una bambina di due anni!
Mi voltai e mi guardai intorno: la maggior parte dei pazienti era costituita da persone anziane, a parte una ragazza sui 25-30 anni al massimo. Parevano quasi tutti affetti da disturbi mentali e chissà che cosa affliggeva di preciso quella ragazza, seduta sulla sua sedia, mentre osservava malinconica da una delle grandi finestre della sala.
Dopo una breve pausa: - La porta di mia madre... Non vuole aprirla...
- Come?? Che sia successo qualcosa alla povera Margareth... ? - Ripose l'infermiera, dopo un boccone della povera vecchina. La dipendente della clinica ripose il cucchiaino all'interno del piatto in plastica, che teneva sulle gambe, dentro al quale potevo scorgere una melma verdastra.
La donna si rivolse nuovamente alla paziente: - Signora Crammer, mi voglia scusare un attimo... Arriverà subito la mia collega ad aiutarla con la sua cena. - Adagiò il piatto sul tavolo accanto e l'anziana signora rimase con lo sguardo fisso su quel tavolino, senza proferire una parola, come se non fosse accaduto mai nulla in quei pochi istanti.
- Cindy!! - Gridò l'infermiera e una voce in lontananza le rispose: - Sii?
- Puoi darmi il cambio un secondo, per piacere? - Le chiese, mentre ci avvicinavamo all'ascensore. La porta si aprì dopo aver premuto il pulsante e salimmo insieme.
- Sua madre sarà di certo entusiasta...
- Perché? - Le domandai sorpreso.
- Della sua visita! Margareth parla sempre di lei, Alexander... - Accennò un sorriso.
- Come mai non risponde?
- Probabilmente si sarà appisolata!
Uscimmo dall'ascensore e l'infermiera tentò a sua volta di bussare alla porta di mia madre, ma invano, perché non vi fu risposta nemmeno per lei.
- Signora Stone? - L'infermiera iniziò a grattarsi la nuca, forse in segno di ansia e forte perplessità. Dopodiché, continuò, bussando alla porta: - Margareth?? Ci può aprire, per favore? Sono io: Catherine! C'è anche suo figlio Alexander! La prego: si svegli!
Non ci fu nulla da fare: la porta non si aprì e, tentando di origliare, non fummo in grado di avvertire alcun rumore di passi di mia madre.
Catherine si rivolse a me: - Alexander ascolti: mi attenda qui! Vado un attimo a prendere la chiave della porta di sua madre e perlomeno scopriremo il motivo del suo silenzio... - Era spaventata e fece una corsa fino all'ascensore.
Non avevo parole e iniziai a valutare la possibilità che a mia madre fosse capitato qualcosa di grave...
- Eccomi! - Affermò l'infermiera con voce ansimante a causa della breve corsa, dondolando tra le mani il mazzo delle chiavi delle stanze.
- La numero 13... Eccola! - Inserì la chiave nella fessura della porta e “ Clack! “, questa si aprì.
Eravamo entrambi terrorizzati, ed entrammo in quella stanza con passo felpato.
- Margareth?? - La chiamò l'infermiera, tuttavia mia madre non diede risposta e perciò mi unì al coro: - Mamma??
Mia madre era sdraiata sul suo letto, sotto alle coperte, in posizione fetale, con la testa rivolta verso il suo comodino e gli occhi chiusi.

domenica 12 marzo 2017

Ma perché non tacere... ?

Stamattina mi sono infuriata! 😠
Sempre a causa del vastissimo potere che questi social offrono a gente con scarsissime doti intellettive... 
Non che io mi reputi Albert Einstein, si intende... Tuttavia, io non giudico negativamente e, soprattutto, in maniera pubblica altre persone, che nemmeno conosco in modo esaustivo... 😠
Noto quotidianamente la ' mal celata ' aggressività dei pregiudizi di alcune persone nei riguardi di altre... E se c'è una cosa che io proprio non sopporto è questa: il pregiudizio; il voler sputare aspre sentenze a danno del nostro prossimo! Ma chi siamo noi per farlo, eh??
Io non sono Einstein per quanto concerne l'aspetto cognitivo e nemmeno Maria Teresa di Calcutta, per quanto riguarda la bontà d'animo e l'abnegazione; ci sono individui dei quali non condivido le condotte di vita, o che semplicemente mi stanno ' sulle scatole ' ( per non abbandonarmi ad un uso sgarbato dei termini... )!
Il mio parere riguardo queste persone che non mi vanno proprio ' a genio '... ? 
Penso che starei meglio lontana da loro; penso che farei meglio a rivolgermi ad altra gente, più ' compatibile ' al mio stile di vita e al mio modo di vedere le cose... Ma non mi azzarderei mai a diffamare e a criticare queste persone, semplicemente per il fatto che loro abbiano un diverso modo di fare rispetto al mio! 
Lo ammetto: ho imparato solo con il tempo ad astenermi dal giudicare in pubblico chiunque. L'esperienza mi è stata davvare di aiuto e, ora, prima di emettere un qualunque parere ( che sia negativo, si intende... ) di fronte ad altra gente, preferisco socchiudere gli occhi, respirare ed attendere che il mio cervello ' si connetta ' per bene! Provo anche a mettermi nei panni dell'altro per verificare se anche io, al posto suo, mi sarei atteggiata in quella certa maniera; ma non giudico negativamente! Non più, almeno... E, dentro di me, mi ripeto due cose. 
La prima è: " Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. " 
La seconda: " Prima di muovere la lingua, assicurarsi di aver collegato nel modo opportuno il proprio cervello. ".
Forse, l'ultimo saggio consiglio ha subìto una leggera modifica a causa di una mia interpretazione, comunque, credo di aver reso l'idea... Meglio tacere!

venerdì 10 marzo 2017

Una notte insonne

Capita quasi a tutti di trascorrere almeno una notte insonne, nell'arco della propria esistenza...
Due notti fa, non ero in grado di addormentarmi e quando il sonno, finalmente, è giunto, mi sono destata un paio di ore dopo. Mi sono voltata; ho osservato la sveglia e ho potuto constatare che erano solamente le tre di notte...
Ho tentato di rilassarmi e di ritrovare il sonno perduto, ma è stato tutto inutile, così mi sono recata nella mia sala e ho ripreso a correggere il mio terzo romanzo.
Strano a dirsi, ma è stata una delle mie notti più belle! 😊
Seduta sul mio divano, mi gustavo la notte, con il suo silenzio... 
Se prestavo maggior attenzione, ero in grado di percepire i tipici versi degli animali notturni e, nel frattempo, la vita taceva.
Un silenzio ed una quiete unici ed io mi trovavo sola, con i miei mille pensieri.
Poi ho deciso di uscire nel mio cortile, per osservare la luna, che, nonostante non fosse piena, riusciva ad emanare una luce splendida nel firmamento.
Ho persino immaginato di poterla ' spogliare ' del suo ' mantello ' blu profondo di stelle, per poterlo indossare... 😍
Insomma: anche una notte trascorsa in bianco può rivelarsi come la più magica delle notti! 

mercoledì 1 marzo 2017

Primavera nell'aria... 😍

Questa mattina mi sono recata a piedi a lavoro ( ossia a quella sorta di impegno quotidiano che possiedo da circa due anni... )!
Potrei affermare, con un slancio poetico, che ho preferito camminare, piuttosto di utilizzare la mia auto solo per il desiderio di osservare e contemplare la natura e, invece, no! 😡 
La verità è che la mia auto, in questo momento, si trova nel tetro garage di un meccanico!! 😢😁
Scherzi a parte, oggi mi ha fatto un gran piacere passeggiare, anche perché è una splendida giornata: il sole brilla nel cielo limpido e un leggero venticello frizzantino mi ricorda che non è ancora giunta la primavera... Tuttavia si può già avvertire la bella stagione nell'aria; nei fiorellini bianchi e rosa dei ciliegi e dei peschi; nell'intenso giallo delle mimose e dal volo spensierato di alcune farfalle, trasportate dalla fresca brezza. Il verde dei boschi e dei prati incomincia a risvegliarsi dal ' letargo invernale ' e le case vengono baciate dai primi fasci di luce calda. 
Ho incominciato questa mia pagina di diario con la mia solita ironia e, ora, termino con il mio solito romanticismo... 😊 Ma che cosa ci posso fare? Io amo le cose belle e non posso fare a meno di parlarne o di elogiarle! Che sia una lieta giornata, ricca di primavera, per tutti!