martedì 31 luglio 2018

"Ora, per sempre e oltre" di Demetrio Verbaro

Ho iniziato a leggere questo libro venerdì mattina e l'ho terminato il pomeriggio del giorno successivo! 😊
Devo ammetterlo: non avevo mai letto con tanta rapidità. I dialoghi sono davvero scorrevoli e sono arrivata all'ultima pagina senza rendermene conto!
I protagonisti si chiamano Davide e Giulia. Il loro è un amore eterno, nato addirittura ai tempi dell'asilo! 😮😍

" "Come cambiano in fretta le cose in natura" pensò con amarezza: “e alla stessa velocità cambia la vita degli esseri umani, solo qualche tempo fa ero una persona felice e adesso invece…” ". 
Una riflessione di Davide, all'interno del Family: una struttura sanitaria destinata ad accogliere i malati in stadio terminale.
Purtroppo, Davide è uno dei pazienti del Family, dal momento in cui gli è stato diagnosticato un cancro in stadio avanzato al cervello. 😧
Giulia, nonostante il momento così drammatico, non gli è accanto... È accaduto qualcosa che ha messo fine al loro matrimonio. Un tradimento da parte di Davide.
Tuttavia, Davide stringerà amicizia con una dolce infermiera, Carmela, la quale inizierà a leggergli le lettere che si era scambiato in gioventù con Giulia e, inoltre, da Reggio Calabria l'infermiera intraprenderà un viaggio fino a Roma per comunicare a Giulia lo stato di salute dell'ex marito.

"Si rese conto che aveva costruito lei stessa la prigione in cui si trovava, con la sua debolezza e la sua sottomissione, ma era arrivato il momento di riprendere il controllo della sua vita e di essere finalmente libera.". 
La presa di coscienza dell'infermiera Carmela, dopo una vita di soprusi da parte dei suoi fratelli.

"...la quotidianità di una storia che dura da anni ti portava a essere ostile con l’altro, la banalità di gesti sempre uguali ti portava al nervosismo, la noia della mancanza di prime volte ti portava ad avere dubbi. Ma poi bastava un semplice sguardo tra noi, o una carezza sui visi, le mani incrociate in un tocco di magia e tutto tornava a essere bello: il nostro amore diventava dolce, umile, infinito.".
In fondo, non c'è nulla di più vero: la quotidianità tende ad appiattire i rapporti, ma poi basta un piccolo gesto per sorprenderci e, magari, innamorarci nuovamente della stessa persona, che ne dite?... 😉😊

"Il loro era un amore platonico, Dante rimpiangeva quello che non era stato, idealizzandolo nella sua immaginazione, facendolo diventare perfetto, come un sogno, mentre sua moglie doveva affrontare la vita reale con i suoi problemi, dove c’è poco spazio per l’amore.". 
Un'altra riflessione di Davide, in compagnia di Carmela.
Mi chiedo: è proprio così? Nella vita reale non c'è spazio per l'amore? 😨 Certo... Nella quotidianità dobbiamo aver a che fare con diverse problematiche: bollette, suocere, parenti in generale, imprevisti spiacevoli, la monotonia dei soliti discorsi ecc. Potrei elencarne allo sfinimento, ma decido di fermarmi qui. 😂
La quotidianità, con le sue noie, non rende possibile l'amore e la favola? 😩 No, io non credo. Basta ritagliarsi un po' di tempo per sé e per il bene della propria coppia. Io, almeno, la vedo così...

"La maggior parte delle persone non sono destinate a conoscere l’amore, si convincono che l’abitudine, la quotidianità, la tolleranza sia amore, ma non lo è.".
E su questo non ci sono dubbi: l'amore non deve essere abitudine, ma è naturale che, con il trascorrere del tempo, si instauri la routine, questo sì... Sta a noi un minimo di pianificazione per creare un piccolo posticino in cui continuare ad alimentare la nostra favola, no?
Sono romantica, un'inguaribile romantica! 😀😍

"I sogni sono come candele accese nella notte e noi abbiamo il dovere di proteggere quella fiammella e lasciare che bruci, che ci bruci l’anima, il cuore e difenderla da chi vuole spegnerla, che siano i genitori, gli amici, i figli, gli estranei. ". 
Queste sono le parole di Rossano e, malgrado la sua pessima condotta nei riguardi di Giulia, le condivido appieno. I sogni vanno nutriti, sempre, altrimenti non avrebbe senso vivere.

"La malattia, la vicinanza della morte rendeva ogni parola priva di filtro, ogni discussione priva di convenzione sociale, non aveva senso mentire, o pensare se fosse appropriato o meno parlare di qualcosa, qualsiasi cosa voleva essere detta veniva detta, tutti consci del fatto che forse domani lui non l’avrebbe potuta più ascoltare e loro dirgliela.".
Uno degli ultimi passaggi... 😟 Ve lo confesso: ho versato diverse lacrime al termine di questo libro. Il dolore mi ha lasciato tanta amarezza e un nodo alla gola.

"Vide che tutte le persone più importanti della sua vita erano riunite lì per lui. Vide tanto amore. Sentì tanto amore.".
 La consolazione di Davide. L'amore che vince ogni battaglia. L'amore che può sconfiggere la morte. ❤

"Il ciabattare di sua madre verso la cucina; i cartoni animati la mattina mentre beveva il suo latte con i biscotti; il salice piangente che fiancheggiava la strada di casa sua; il miagolio dei suoi gatti, il loro sguardo parlante, il loro accoccolarsi con lui nelle fredde notti d’inverno; il suo gol più bello: un tiro a giro all’incrocio da trentacinque metri, dopo aver dribblato tre avversari; il bacio di suo padre quando andava a riprenderlo a scuola; e poi lei: Linda, Linda che gli stringeva l’indice con la mano...".
Le immagini che sfrecciano nella mente del protagonista, poco prima di esalare il suo ultimo respiro.

"Sole e luna, primavera e autunno, vita e morte, sbocciare e appassire, giorno e notte. Insieme." FINE

Questo romanzo mi ha regalato diverse emozioni: dalla rabbia per il tradimento di Davide fino ad un'angoscia immensa durante gli ultimi passaggi. Quindi sì, mi è piaciuto. Però... Ho notato qualche erroruccio grammaticale; non mi sono tornati alcuni elementi legati alla cronologia della storia e poi, a mio parere, alcune volte l'autore è scivolato sul prevedibile e su risvolti poco realistici (come la motivazione del tradimento di Davide...).
Badate bene: non mi permetterei mai di infangare un mio collega (dal momento in cui anche Demetrio ha pubblicato con Lettere Animate). Le mie sono solo opinioni personali, niente di più. Io stessa ho commesso (e commetterò sicuramente anche in avvenire) errori dettati dalla distrazione o dall'impazienza di toccare con mano un lavoro maturato nel tempo, frutto di scervellamenti vari e di notti insonni 😂, perciò non posso che ringraziare Demetrio per la profondità dei sentimenti che ha voluto trasmetterci e, chiaramente, per le bellissime riflessioni sull'amore. 😊❤
Ora ho incominciato a leggere: La chiave del portale di Nadia Boscu. Un fantasy. Non mi ritengo un'amante di questo genere letterario, ma mi sta piacendo un sacco! 😀 Grande Nadia! 😘

venerdì 27 luglio 2018

"Alla ricerca del tempo perduto - 1. Dalla parte di Swann" di Marcel Proust

Ricordi d'infanzia: paesi, opere architettoniche, dipinti, amori, sensazioni, stati d'animo. Marcel Proust si è servito di tutti questi elementi per comporre il suo romanzo.
Un'opera ardua da comprendere... 
Il linguaggio, poetico ed elevato, non permette una lettura scorrevole.

"Constatando, registrando la forma della loro guglia, il dislocarsi dei loro contorni, l'effetto del sole sulla loro superficie, sentivo di non arrivare fino in fondo della mia impressione, che c'era qualcosa dietro quel movimento, dietro quella luminosità, c'era qualcosa che essi sembravano nello stesso tempo contenere e nascondere.".
Il primo tentativo di scrittura dell'autore. Si sente spiazzato, vuoto: non avverte l'ispirazione... Ma poi, d'improvviso, i due campanili di Martinville e quello di Vieuxvicq lo illuminano. E così afferra un pezzo di carta, comincia a scrivere di getto e poi canta a squarciagola dalla gioia. 😀
L'ispirazione... Se la cerchi, non arriva; ma ti travolge quando meno te lo aspetti. L'ispirazione è amore, tutto sommato. Devi amare per sentirti ispirato: bisogna aprire il cuore e la mente.
Proust descrive la vicenda amorosa del signor Swann, il quale perse completamente la testa per Odette.
" "Oh no, soprattutto non parlate, resterete di nuovo senza fiato, potete benissimo rispondermi a gesti, vi capirò. Veramente non vi dò fastidio? Vedete, c'è un po'... credo sia del polline che si è sparso su di voi; permettete che lo tolga con la mano? Non vado troppo forte, non sono troppo rude? Forse vi sto facendo un po' di solletico? È che non vorrei toccare il velluto del vestito, per non gualcirlo. Ma, vedete, era proprio necessario fissarli, sarebbero caduti; e così, se li spingo più giù, più in fondo... Seriamente, non sono indiscreto? E se inspiro per vedere se hanno profumo, nemmeno? Non ho provato, posso? Dite la verità.".
Lei, sorridendo, alzò appena le spalle, come per dire "siete matto, non vedete che mi fa piacere?" ". 😁
Il signor Swann era impacciato e non sapeva come iniziare a far l'amore con Odette... Per questo utilizzò un pretesto dedicandosi al mazzo di fiori del corpetto di Odette.
Che carino! 😍 Incredibilmente goffo e teneramente romantico! 😮 
Questo passaggio mi ha fatta sorridere e mi ha regalato tanta dolcezza.
Che ci posso fare? Mi commuovo con molta facilità! 😢😂
"L'amore di Swann aveva raggiunto quel grado in cui il medico e, per certe affezioni, il più audace dei chirurghi si chiedono se sia ancora ragionevole, o addirittura possibile, privare un malato del suo vizio o estirpare il suo male... E quella malattia che era l'amore di Swann aveva così proliferato, si era così strettamente intrecciata a tutte le sue abitudini e a tutti i gesti di lui, al suo pensiero, alla sua salute, al suo sonno, alla sua vita, persino a ciò che desiderava per dopo la morte, faceva a tal punto un tutt'uno con lui, che non si sarebbe riusciti a strappargliela di dosso senza distruggere per intero, o quasi, la sua stessa persona: come si dice in chirurgia, il suo amore non era più operabile.". 😮❤
Odette non sarà poi così devota al povero e innamorato Swann. Una donna dai facili costumi, che approfitterà molto dell'amore di Swann nei suoi confronti... 😈😂
Il romanzo è molto corposo: si sviluppa in 440 pagine, senza l'ombra di un colpo di scena (forse fa eccezione l'amplesso di Madamoiselle Vinteuil con la sua amica, scorto alla finestra, in modo clandestino, da N.). Esso è costituito da un'elencazione e descrizione accurata di ricordi dell'autore.
E termina con questa riflessione:
"I luoghi che abbiamo conosciuti non appartengono solo al mondo dello spazio dove per semplicità li collochiamo. Essi non erano che una parte esigua del complesso di sensazioni confinanti che formavano la nostra vita d'allora; il ricordo d'una certa immagine non è che il rimpianto d'un certo istante; e le case, le strade, i viali sono, ahimè, fugaci come gli anni.".
Il ricordo e il rimpianto. Luoghi che non sono semplici luoghi, ma si vanno ad identificare con i nostri stati d'animo. Concordate? Io sì. Nei nostri ricordi, i luoghi, i profumi, i sapori, i suoni legati al passato acquistano una maggior importanza, una diversa sfumatura rispetto a quella che gli affideremo nel presente. Essi diventano dei mezzi cruciali per farci rivivere in modo autentico quell'istante che ci ha segnati.
La mia considerazione generale a proposito dell'opera di Marcel Proust: profonda nella sua semplicità (semplicità a livello di tematiche, non di scrittura, sia chiaro... 😕😂), ma poco coinvolgente.
Nel frattempo, la pioggia ci ha abbandonati (ed era ora! 😨😂) e il sole pare pronto a scioglierci non appena mettiamo un piede fuori dalla porta di casa (avete presente la reazione dei vampiri alla luce del sole? 😕😂). 
Ieri ho compiuto una piacevolissima escursione subacquea con i miei due uomini. L'acqua era tiepida e il fondale marino brulicava di vita e colori. Meraviglioso! 😮 
I pesciolini incuriositi si avvicinavano a noi: ci muovevamo lentamente per non spaventarli e, in sottofondo, ci accompagnavano i suoni ovattati del mare. Le pietroline che si spostano al passaggio di una donzella variopinta e la sabbia che si solleva al vibrare di una tracina. Incantevole!
Domani farò un'altra gita subacquea. Oggi, invece, ho cominciato una nuova lettura: Ora, per sempre e oltre di Demetrio Verbaro, in formato ebook (non amo gli ebooks, ma in un momento di follia ne ho acquistati parecchi e ora il mio tablet si sta rifiutando di accettare i necessari aggiornamenti delle mie applicazioni, perciò... Sono costretta a smaltire tutte queste letture, prima di acquistarne di nuove... "Il barone rampante" arriverà, prima o poi... 😨😂).
Un bacione a tutti e a tutte!

lunedì 23 luglio 2018

"L'anatema dei sette peccati" di Davide Fresi

Buon giorno e buon lunedì!
Com'è il tempo dalle vostre parti? Qui resta un tantino incerto... 😨 La pioggia pare sempre in agguato e l'afa è insopportabile! 
Voglio parlarvi di una lettura molto interessante. Il libro di Davide Fresi, intitolato: L'anatema dei sette peccati.
Un fantasy storico davvero originale. Ha catalizzato la mia attenzione pur non ritenendomi un'amante del genere storico, né tantomeno del fantasy! 😕😁
I protagonisti, Polibio e Fedro, sono due mercanti del 335 a.C. e scopriranno una macchina del tempo che li catapulterà nel 27 d. C. 😮
L'idea del viaggio nel tempo mi ha sempre affascinata molto ed eccovi, quindi, uno degli stuzzicanti motivi che mi hanno invitata a leggere tutto d'un fiato questo avventuroso e curioso romanzo.
Avete mai sognato di intraprendere un viaggio nel tempo? In quale epoca vi piacerebbe approdare?
Polibio e Fedro, contemporanei di Alessandro Magno, si ritroveranno a contemplare lo sfarzo dell'impero di Tiberio e, infine, assisteranno alla crocifissione di Gesù.
Se mi venisse offerta la possibilità di compiere un viaggio nel passato, credo che volerei fino ad Atene per conoscere Socrate. Il mio mito! "So di non sapere", "Conosci te stesso": massime che mi hanno spinta ad iscrivermi alla facoltà di filosofia.
La sua saggezza, la sua umiltà... Virtù che ho adorato in lui. 😍
Comunque, tornando al romanzo di Fresi: l'idea dell'autore è stata, a mio parere, geniale. Si avverte la sua grande passione per la storia (credo che sia grandiosa la fusione di dati storici con elementi fantastici!) e riconosco la grande portata delle sue conoscenze in questo ambito.
L'autore, inoltre, ha lavorato molto sulla ricercatezza del linguaggio: i dialoghi, fluidi e scorrevoli, si conformano molto bene alle due epoche storiche in cui sono stati inseriti.
Polibio e Fedro sono due amici di vecchia data: il primo è un uomo saggio e riflessivo; il secondo è un uomo superficiale, rozzo e materialista; tuttavia, il corso degli eventi ci farà assistere ad una vera e propria conversione di Fedro.

"Davvero la personalità di ogni uomo è dotata di mille risvolti ed è capace di stravolgere qualsiasi piramide di certezze sia stata eretta.".
Tutto è possibile e chiunque può cambiare. Avevo esposto questa teoria dal sapore molto ottimista anche nella mia tesi di laurea su Carl Ramson Rogers.
Credo che tutti abbiano le potenzialità per evolversi al meglio: a tal fine è fondamentale il terreno in cui affondano le nostre radici...

"Qual è il senso del male che ci circonda? E non nascondo che io stesso nel corso della mia vita ho disseminato molti errori… - La risposta che anelate si cela nel mistero del libero arbitrio. Ciascuno sceglie da sé a quale destino andare incontro.".
È proprio così? Siamo davvero artefici del nostro destino, oppure intervengono nelle nostre esistenze altre forze a noi poco note?
Io credo entrambe le cose: in parte decidiamo noi il nostro destino, attraverso il libero arbitrio, e in parte siamo seguiti e indirizzati da forze esterne. Ma ora non mi dilungherò in questi discorsi senza fine! 😨😁
E con questo passo tratto dal romanzo vorrei concludere il mio articolo, assaporando ancora il ricordo della mia recente e piacevole lettura (a certi tratti emozionante).

"- Devi sapere che io sono pronto ad assumere qualsiasi iniziativa pur di guadagnare un’anima. Ed è proprio ciò che ho fatto con te. Ora puoi davvero capire quale fosse la finalità occulta del viaggio temporale. La macchina del tempo è stato uno strumento per riportarti alla vita, - spiegò Gesù, allietando con le sue parole il cuore di Fedro.".

mercoledì 18 luglio 2018

Una bellissima sorpresa! ❤

Ieri mattina stavo "vagabondando" sul web (sempre alla ricerca di commenti o novità riguardanti i miei libri... 😁), quando ho incontrato questa bellissima recensione a cinque stelle del signor Davide Fresi...
Sono rimasta a bocca aperta. A due anni di distanza dalla pubblicazione del mio primo romanzo, Riflessi di coscienza, scopro questa splendida recensione. È stata come un fulmine a ciel sereno! 
Scrivere una storia di cento/duecento pagine è un lavoro molto impegnativo. Ti sgrani il cervello per concatenare tutti gli elementi, trascorri qualche notte insonne con pensieri che ti ronzano nella testa, del tipo: "Non sembrerà troppo banale? Ho creato la giusta suspense?". E il giorno dopo, come uno zombie, ti trascini sul posto di lavoro, sperando che il tempo lì possa scorrere il più veloce possibile per poter fare ritorno a casa e buttare giù la tua trama, proseguirla o cancellarla e ripartire da zero.
Per non parlare poi del faticosissimo e noiosissimo lavoro di revisione... 😨
Ma io amo scrivere e quando, dopo tanto impegno e dedizione, trovi un feedback così positivo, beh... Non ci sono parole per descrivere la felicità che ti brulica dentro, che ti assale, ti scuote e ti sussurra: "Vai avanti!".
È inutile, siamo esseri umani e come tali abbiamo bisogno (chi più, chi meno) di un po' di motivazione persino nelle nostre passioni. Quella "spinta" che ti fa ingranare la marcia giusta, quella positività per continuare a credere nei propri sogni.
Stamattina, entrando nel bar del mio paese (per un pacchetto di sigarette, lo ammetto... 😧😂), una mia amica mi ha detto: "Ce l'hai fatta!".
Sì, è vero: nel mio piccolo ce l'ho fatta! Sono riuscita a far appassionare un lettore ad una mia storia, ad un thriller nato per colpa (o per merito? 😕) della mia disoccupazione...
Mi trovavo a casa, senza uno straccio di lavoro e così ho preso il mio vecchio pc, mentre il mio bimbo si trovava alla scuola materna e... Ho iniziato a scrivere.
La delusione sorta a causa del fallimento del nostro piccolo e grazioso negozietto di famiglia mi ha dato qualcosa. La voglia di ricostruirmi. 
Ed eccovi la recensione:
Recensione di "Riflessi di coscienza"
Sto proseguendo la lettura del romanzo di Proust. 
Dalla parte di Swann è un preludio all'intera Recherche di Marcel Proust, che si sviluppa in ben 7 libri! 😨😂
Premetto: mi fermerò al primo. Mi piace moltissimo lo stile di Proust, la sua ricercatezza e il suo soffermarsi sulla semplicità della quotidianità, sull'abitudine; ma non sono abbastanza coinvolta dalla trama.
Ieri ho condotto qualche ricerca in rete e ho scoperto che diversi lettori hanno espresso più o meno il mio stesso parere riguardo all'opera. Tuttavia, l'autore stesso raccomandò i suoi lettori di raggiungere l'ultimo capitolo per comprendere la vera essenza del suo romanzo... 😮
Beh, non vi nascondo che ora sono un tantino più curiosa di giungere al termine di questa impegnata lettura!
Vorrei riportarvi alcuni passaggi che mi hanno incantata. Spero possano esservi graditi.
"Io la guardavo, dapprima con quello sguardo che non è soltanto il portavoce degli occhi, ma la finestra dalla quale si sporgono tutti i sensi, ansiosi e impietriti, quello sguardo che vorrebbe toccare, catturare, portar via il corpo che guarda e insieme la sua anima...".
Un bel passaggio, non trovate? 😍
N. si innamora di una ragazzina. Si chiama Gilberte ed è la figlia del signor Swann.
Ho trovato molto piacevole la descrizione del vento e della luna:
"Quando, nel corso di caldi pomeriggi, vedevo un unico soffio giunto dall'estremo orizzonte inclinare le messi più lontane, propagarsi come un'onda per tutta l'immensa distesa e venire a spegnersi, tiepido e mormorante, ai miei piedi, fra la lupinella e il trifoglio, quella pianura che ci era comune sembrava ci avvicinasse, ci unisse, pensavo che quel soffio doveva esserle passato accanto, che fosse qualche messaggio di lei quel bisbiglio che non riuscivo ad afferrare, e lo baciavo al suo trascorrere.". 
Chiaramente, N. ama quella brezza proprio perché ha accarezzato il corpo di Gilberte. È meraviglioso! ❤
"A volte, di pomeriggio, il cielo era attraversato dalla luna bianca come una nube, furtiva, senza splendore, simile a un'attrice che non deve recitare a quest'ora e che dalla platea, vestita da città, guarda per un momento i suoi compagni, cercando di scomparire, sperando che non si faccia caso a lei.".
Quando ho letto questo passaggio mi sono subito immaginata la luna che si presenta in anticipo, nel cielo chiaro e illuminato dal sole. È proprio così: la luna ci appare come un'attrice che dà una sbirciata di soppiatto ai suoi compagni, tentando di passare inosservata. Grandiosa questa similitudine! 😮
Ah! Ho acquistato un nuovo ebook. Si intitola: L'anatema dei sette peccati. È un romanzo di Davide Fresi (con molte probabilità lo stesso autore della recensione del mio Riflessi di coscienza!😉😀). Lo leggerò alternandolo al romanzo di Proust. 
Mi sembra giusto: solidarietà e cooperazione tra scrittori. Io, almeno, la vedo così... 😉😊 Un bacione a tutti e buona giornata! 😘

lunedì 16 luglio 2018

Lettura decisamente impegnativa e pioggia!

N. è il protagonista del romanzo di Marcel Proust: Alla ricerca del tempo perduto.
N., negli attimi del risveglio, ha spesso l'impressione di trovarsi, anziché nella casa in cui vive ora, nella vecchia dimora di campagna dei nonni a Combray (dove trascorreva l'estate durante la sua infanzia).
La sua memoria si è messa in moto e lui passerà la notte a ricordare la vita di un tempo.
La separazione serale dalla madre: un momento molto sofferto dal protagonista, specialmente in occasione delle visite alla sua famiglia del signor Swann (in quelle occasioni la madre non gli regalerà il tanto bramato bacio della buonanotte).
E poi: il momento della petite madeleine, che lo mette di fronte al reale scenario del suo passato. Perché reale? Per il semplice fatto che la memoria involontaria è l'unica in grado di fornire indicazioni reali sul proprio passato...
"Ma quando di un lontano passato non rimane più nulla, dopo la morte delle creature, dopo la distruzione delle cose, soli e più fragili ma più vivaci, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore permangono ancora a lungo, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla rovina di tutto, a sorreggere senza tremare - loro, goccioline quasi impapabili - l'immenso edificio del ricordo.".
Sapori e profumi potrebbero portarci indietro nel tempo?
Sì, io credo proprio di sì. Mi capita spesso di ricordare attraverso il senso del gusto e dell'olfatto. Sarà per questo motivo che continuo ad aggiungere candele profumate e saponette dalla fragranza floreale nella mia stanza da letto?... 😉😊
Adoro i profumi buoni e li ricerco continuamente. Per il piacere che mi offrono e, perché no, per ricordare... La lavanda, ad esempio, mi ricorda il mio babbo e la lavanda non può mancare nelle stanze della mia casetta.
La cannella mi ricorda mio marito (è stato lui a farmela conoscere quando ci siamo fidanzati) e, di conseguenza, non può mancare nemmeno questa dolce e piccante fragranza!
E voi? Riuscite a ricordare attraverso profumi e/o sapori?
N. riesce a rivivere la sua infanzia presso la zia Léonie, a Combray, nel momento in cui la madre gli offre una tazza di té al tiglio e vi intinge la famosa madeleine.
N. è molto legato al paese dei nonni, al punto da ricercare in ogni ambiente in cui si recherà la grande chiesa che sembrava rappresentare tutta Combray.
Ho amato particolarmente questo passaggio:
"In quella specie di iridescente schermo di stati diversi che la mia coscienza, mentre leggevo, dispiegava simultaneamente, e che spaziava dalle aspirazioni più profondamente nascoste dentro di me sino alla visione affatto esteriore del giardino, quel che c'era innanzitutto e più intimamente dentro di me, la leva in continuo movimento che governava tutto il resto, era la mia fede nella ricchezza filosofica, nella bellezza del libro che leggevo e il mio desiderio di appropriarmele, indipendentemente dall'identità del libro stesso.".
N. si rifugiava in una baracca di stuoia posta sotto l'ippocastano del giardino dei nonni. E le emozioni suscitate dalla lettura si fondevano con quelle che nascevano grazie all'ambiente e all'ora, diventando esse stesse Natura.
Un passo molto suggestivo. ❤
La mia lettura, tuttavia, è appena iniziata (mi trovo a pagina 91 e il libro ne conta circa 400!), ma proseguirà con molta lentezza... 
Voglio essere sincera: questo romanzo non mi sta coinvolgendo molto... Amo determinati passaggi, ma, alcune volte, la mia attenzione sguscia via dalle pagine e tendo a distrarmi! 😨😂
Il linguaggio di Proust è molto poetico e ricercato. Credo che, di tanto in tanto, il grande autore si sia abbandonato a qualche virtuosismo... 😉😁
È tutto così elegante e pregiato, ma resta una vicenda autobiografica... Non ci sono colpi di scena e il ricordo è la tematica principale.
È un romanzo frutto di impegnate riflessioni e di un grandissimo lavoro sulla parola. 😮
Bravissimo, non c'è dubbio, ma non sono sicura se riuscirò a terminarlo...
Comunque, cambiando per un attimo discorso: ho impiegato circa un paio d'ore per riuscire a pubblicare un articolo riguardo al mio nuovo romanzo sul mio sito (😩😂):...
Ve l'ho detto: non ci so fare con questa tecnologia! 😕😂 
Ora, ad esempio, mi trovo nel mio piccolo "rifugio" (un corridoietto comunicante con il mio salotto e con la stanza di mio figlio), seduta al mio tavolino, davanti alla porta a vetro, con la mia lanternina preferita che illumina le mie dita mentre digitano tasti per raccontarvi qualcosa e, intanto, osservo la pioggia che sta cadendo ininterrottamente. Mi piace da impazzire! La pioggia estiva. 😍 Certo, noi, per quest'estate ne abbiamo avuta abbastanza... Ma io la amo, che ci posso fare? 😉😀 
In Liguria è così e da voi? 😘
Ah! Io aggiungo il link del mio sito, in caso voleste darci una sbirciatina... 😉😘😘"Piacere, il mio nome è Agatha Lynch"

mercoledì 11 luglio 2018

"Suicidi al sorgere del sole - La seconda indagine del commissario Vega" di Antonio Infuso

Terminato ieri sera. In sottofondo la partita Francia-Belgio. No, non ce l'ha fatta a distrarmi! 😁
Di tanto in tanto, lo ammetto, alzavo gli occhi sullo schermo, ma sono riuscita a rimanere concentrata su questo libro. 😉😊
Chiaramente non vi dirò molto... Sarebbe "spoiler", no?
Vorrei riportare due passi che mi hanno particolarmente colpita...
"Per la prima volta nella sua lunga vita da investigatore, percepiva di trovarsi di fronte a qualcosa di diabolico, che andava oltre l’universo criminale che ben conosceva e con cui sapeva confrontarsi e, talvolta, scendere a patti. Annusava un odore acre, letale, in cui l’umanità – l’essenza complessa, contraddittoria e unica che determina le relazioni tra le persone – veniva ammorbata, sgretolata e resa inerme, perduta. Una nebbia vomitevole, che sembrava appiccicarsi sulla pelle e penetrarne i pori, in profondità, annidandosi negli antri più profondi dell’animo. Se Vega non fosse stato ateo, l’avrebbe definito un olezzo sulfureo e infernale. L’avrebbe battezzato con il suo nome: il male, quel male.".
Un nemico perfido, maligno e il commissario Stefano Vega dovrà dargli (darle?) la caccia, anticiparlo/a prima che commetta l'ultimo omicidio...
Il protagonista è un uomo molto affascinante e veramente poco ortodosso nel suo metodo di indagine... 😕😊 Per questo mi è piaciuto!
Lui segue l'istinto. E voi? Siete abituati a seguire l'istinto o vi ritenete persone riflessive?
Io credo di essere più riflessiva. Non mi fido granché del mio istinto!! 😂😂
Una lettura piacevole e scorrevole. I dialoghi, fluidi e sciolti, mi hanno catapultata nel mondo di Vega e, alcune volte, mi sembrava di aver davanti agli occhi i diversi personaggi. 😮
Non sono un'amante del genere poliziesco, ma questo libro mi è piaciuto.
"«Fa molto affidamento sull’istinto?». «Suppongo che lei non concordi. Ma mi baso molto su di esso. Intendo l’istinto come forma di percezione, di intuizione, di previsione degli eventi». «E funziona? Raggiunge i suoi scopi?». «Sì, direi di sì. E poi ho conosciuto molte persone che per non dare retta alla voce dell’istinto si sono fottute la vita.»".
Ho gradito, inoltre, l'inserimento di alcuni brani musicali all'interno del racconto. Canticchiavo e leggevo nel frattempo.
“We can beat them, just for one day. We can be heroes, just for one day... We can be heroes, for ever and ever...”. 😉😊
L'autore ha impreziosito la trama con alcuni elementi esoterici, regalando una sfumatura "verde" all'intero racconto. Basta! Mi fermo. 
E ora, prima di dedicarmi al "Barone rampante" di Italo Calvino, comincerò a leggere "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust. Avevo acquistato questo libro all'inizio dell'estate e mi sembra ingiusto lasciarlo intonso... Quindi vada per Proust e per le sottolineature a manetta! 😉😊
Chiaramente continuerò a revisionare il mio thriller. 
Oggi devo lavorarci un sacco, ragazzi! Ne approfitterò del mio pomeriggio di solitudine (dato che il mio piccolo si trova dalla nonna 😁) e scriverò, scriverò e scriverò e leggerò, leggerò, leggerò.
Per portare avanti un sogno non ci resta che impegnarci! E vada per la costanza e l'impegno! 😀 
Un bacioooone. 😘😘

lunedì 9 luglio 2018

"Piacere, il mio nome è Agatha Lynch" 😉😊



Agatha Lynch è un'introversa executive chef.
Non può sottrarsi alle domande di natura personale formulate da Jane Kerouac, così inizia a tessere le trame della sua vita complicata.
La sua dura scalata in ambito lavorativo, un'infanzia difficile (segnata dai problemi del padre con l'alcool), un amore fittizio e un sottile filo che la lega alla sua nuova amica, Helen: la lotta contro il cancro.

Un cammino tortuoso e ricco di ostacoli che la condurrà a trasformarsi in una donna solitaria e chiusa, ma ben forgiata. Un inno alla vita e un esempio per affrontarla con tenacia.

Allora?... Che ve ne pare? 😉😊
È uscito sul sito di youcanprint, ma, a breve, la casa editrice Lettere Animate lo renderà disponibile su tutti gli store online: Amazon, Mondadori, ibs ecc.
Sono molto contenta.
Ho scritto questo libro l'anno scorso e, chiaramente, ho preso ispirazione dalla professione di mio marito... È uno chef! 😊
Il cibo, la filosofia e le parole. ❤
Ho pensato alle svariate combinazioni di gusti e alle altrettanto svariate combinazioni di parole, ho shakerato un po' il tutto ed è sbucata fuori lei: Agatha Lynch. Una donna irlandese molto chiusa, solitaria, ma determinata e sicura di sé.
Il suo sogno è la cucina, il mio è la scrittura. 
Vada come vada, io voglio continuare a crederci. 😊 
Un bacione a tutti. P.s. Devo proseguire nella lettura di: "Suicidi al sorgere del sole"! 😘😘



venerdì 6 luglio 2018

Letture molto profonde: Osho

La mia nuova e cara amica Diana mi ha inviato due testi di Osho davvero molto interessanti e, per ringraziarla, vorrei provare a buttar giù alcune mie considerazioni riguardo alle principali riflessioni contenute nei testi.
La filosofia orientale si basa molto sull'essere, a differenza di quella occidentale che, in linea di massima - diciamocelo - idolatra chi possiede di più... 😩
Non mi riaggancerò a Schopenhauer, prometto. 😁 Rischierei di intavolare un discorso davvero troppo lungo e, forse, domani mattina mi troverei ancora qui con un lanternino tra le mani (a proposito: ne ho due e mi piacciono troppo... 😍😂) ad evidenziare i punti di convergenza tra le teorie del filosofo tedesco e il pensiero orientale. 😕😂
Basta! Mi fermo e mi dedico ai due testi di Osho che ho letto tutto d'un fiato giusto ieri sera.
Il primo, Perché siamo infelici, ricorda la negatività del condizionamento. 
"Se ad una persona ripeti continuamente una cosa, essa diventerà quella cosa". Verissimo! Almeno, io condivido appieno questa idea e, personalmente, come mamma, dovrei muovermi con molta cautela quando si tratta di dialogare con mio figlio riguardo a passi importanti per la sua crescita. Dovrei fare in modo di condizionarlo il meno possibile e permettergli così di coltivare in autonomia la sua personalità. Certo... A parole è molto semplice, ma nella pratica... 😨😂
Comunque io ci sto lavorando molto: dopotutto non siamo perfetti e ritengo che alcune volte sia doveroso metterci in discussione e, perché no: modificare e/o scardinare alcune nostre conoscenze.
Osho considera la consapevolezza come un obiettivo cruciale per allontanare la nostra immancabile infelicità e insoddisfazione. La consapevolezza, ma non l'autocoscienza: quest'ultima, a suo avviso, sarebbe deleterea poiché ci tramuterebbe in "morti che camminano".
Troppe riflessioni sul sé ci distaccherebbero dal mondo che ci gira intorno.
"Viviamo nel mare della vita, viviamo l'uno dentro l'altro". 
La consapevolezza di far tutti parte di un unico disegno, in cui non dovrebbero esistere confini tra di noi. 
L'importanza dell'essere e non del fare. "Ciò che si fa non è ciò che si è": ogni giorno, a seconda del contesto, recitiamo una parte (il marito/la moglie, la mamma/il padre, l'ingegnere/il netturbino ecc.) ed è giusto che sia così; ma non dovremmo immedesimarci totalmente in quella parte. Noi siamo noi. Infiniti, molteplici e l'infelicità nascerebbe proprio dal voler obbligare il nostro vasto essere a stare in un piccolo tunnel.
Sono d'accordo per quanto riguarda i diversi ruoli che dobbiamo interpretare quotidianamente; tuttavia, io credo che questi ruoli non possano essere separati con un taglio netto: molto spesso si concatenano, si intrecciano. 
Con molte probabilità, il netturbino, in un momento di sfinimento e di sconforto durante il suo turno di lavoro, penserà alla sua famiglia che lo attende a casa e al motivo per cui lui si trova lì, in quel preciso istante, a sfaticare. Ed è proprio allora che un lampo di gioia lo potrà rischiarare, no?...
Credo che non sia così semplice stabilire un confine tra i ruoli. E, forse, il varcare i confini potrebbe farci sentire vivi, che cosa ne pensate?
Il secondo testo, La vita è semplicissima, espone il concetto di "illuminazione" come di qualcosa che non può essere descritto dalle parole, perché il linguaggio umano si basa sulla dualità. L'illuminazione - se ho capito bene - è il raggiungimento del cuore del tempio. Un tempio che presenta due porte di ingresso: la meditazione e l'amore.
Per noi risulterà fisicamente impossibile varcare contemporaneamente entrambe le soglie. Dovremmo perciò scegliere una delle due porte: la meditazione, che si svolge nella solitudine, o l'amore, che ricerca la presenza degli altri.
"Ama e saprai che cos'è la meditazione; medita e saprai cos'è l'amore": due "ingressi" differenti, ma che conducono allo stesso luogo, allo stesso tempio. Un tempio in cui Gesù, Buddha e molti altri profeti e divinità si raccolgono. Un luogo in cui siamo tutti uguali.
La religione non sarebbe uno sforzo, ma una consapevolezza. La consapevolezza è veramente un punto fondamentale nella filosofia di Osho ed essa ci permetterebbe di arrivare ad una conclusione molto importante: se siamo infelici, lo siamo a causa nostra. La nostra fissazione su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. 
Ricordiamoci: "ciò che era giusto ieri potrebbe non esserlo oggi...".
Un carattere repressivo, il fatto di non essere flessibili ci indirezzerebbe ad una condizione di infelicità. I nostri stessi svaghi (vedere un film, leggere un libro ecc.) ci allontanerebbero sempre di più dalla consapevolezza, perché ci troveremmo impegnati a non pensare a noi e alla nostra condizione...
In un certo senso... Avete presente il detto: "beve per dimenticare"? Okay, ora non voglio accomunare il cinema o la lettura all'alcool, lungi da me 😂; tuttavia, io mi sento di accettare questa idea dello svago, del passatempo, come un modo per dimenticarci di noi. 
Allora non dovremmo immedesimarci eccessivamente in quella trama del film o del libro? 😕 Dovremmo lasciare accesa una piccola spia della consapevolezza durante un momento di relax? 
Con tutta onestà, non saprei rispondermi... Io, al contrario, lo trovo un momento prezioso: "perdere di vista" noi stessi per un breve lasso di tempo, per poi riflettere meglio sulle questioni che ci riguardano quotidianamente, no? 
Il cervello necessita di un po' di vacanze, giusto? 😉😀
Detto ciò, vi auguro una piacevole serata e vi mando un bacione. 😘

mercoledì 4 luglio 2018

La mia nuova lettura: "Suicidi al sorgere del sole"

Dieci suicidi-omicidi si sono verificati durante il cambio di stagione (durante l'equinozio e il solstizio), a Torino.
Dieci uomini si sono tolti la vita con il tantò (un coltello giapponese), ma prima di commettere il folle gesto ognuno di loro avrebbe ucciso una donna... La moglie, la convivente, la figlia o una vicina di casa. 😕
"Vega era già entrato nelle indagini e aveva dato il via alla sua classica 'paranoia da precauzioni'."
Stefano Vega è un commissario e si è trasferito a Cuba. "Con le spiagge, i pescatori, i locali di L’Avana, il son, i bambini, la gente e i colori." 😮
Viene voglia di visitare questa terra favolosa... 😍 Un sigaro e un sorso di rhum davanti all'oceano e la vita di sfondo durante i tramonti... 😮 Okay, mi fermo qui e interrompo questi  miei sogni ad occhi aperti, ma ve lo confesso: mi piacerebbe trasferirmi in un posto simile. 
Comunque, questo romanzo riporta la seconda indagine del commissario (è una sorta di sequel, perciò dovrò poi correre ai ripari e andare a leggermi la sua prima indagine...) ed è molto avvincente. 
Sarò sincera: non amo granché i polizieschi... Mi piacciono molto i thriller psicologici.
Nonostante ciò, questa lettura si sta rivelando interessante e i dialoghi sono davvero ben strutturati: pare di aver davanti agli occhi i diversi personaggi.
Ora mi trovo solamente al quinto capitolo, ma le supposizioni del commissario e dei suoi amici e colleghi invogliano a proseguire e a conoscere l'identità di questa presunta serial killer (forse una donna molto astuta, con abilità ipnotiche?... 😕).
Continuerò a leggere e vi aggiornerò sulle mie impressioni strada facendo... 😉😊
Una mia personale constatazione: si evince la professione dell'autore attraverso questo suo brillante romanzo. La descrizione degli omicidi/suicidi (così dettagliata e precisa) e le conversazioni (scorrevoli, fluide e molto naturali) tra i funzionari lasciano intuire la sua dimestichezza nell'avere a che fare con i fatti di cronaca...
Sì, continuerò. Mi garba! 😀
A proposito di letture interessanti e mooolto stuzzicanti: stamattina ho avuto il piacere di leggere un articolo davvero particolare. La mia amica Diana ha attirato la mia attenzione con Il dizionario del diavolo di Ambrose Bierce...
Acquisterò anche questa opera, si intende. 😀😉 Mi stuzzica, mi prende.
Ho sempre bisogno di novità e di cose interessanti. Lo dicevo giusto stamattina ad un mio carissimo amico. "Di cosa hai bisogno?", mi ha chiesto. "Di studiare, di sapere, di fare in modo che il mio cervello non si spenga. È questo il mio svago!". 😁
È bello avere amicizie di questo tipo: uno scambio di conoscenze, di esperienze. Secondo me è fantastico! Mi fa sentire viva. Dare qualcosa di mio e ricevere qualcosa dagli altri, no?... 😊
Ora devo proprio andare: il mio bimbo è pronto per tuffarsi nell'acqua gelida (😱😂) della piscinetta gonfiabile che abbiamo riesumato dall'estate precedente! 😂
Vi lascio per il momento e vi mando un bacione. 😘 P.s. Avete sentito lo schiocco?... 😉😁


domenica 1 luglio 2018

"Il processo" di Franz Kafka

Ho terminato questa lettura pochi minuti fa, poi ho fatto un bagno con il mio bimbo e mio marito (a proposito: la giornata è davvero stupenda e il mare una tavola! 😊) e ora eccomi qui, sulla spiaggia, con i piedi immersi nella sabbia calda e i capelli bagnati che mi rinfrescano. Il mare riesce sempre a mettermi di buon umore! 😊
Comunque, vi stavo dicendo: ho finito di leggere Il processo di Franz Kafka (chiaramente sono andata anche a leggermi i capitoli incompiuti) e mi ha lasciato l'amaro in bocca! Non mi ha delusa, no, no. Un finale del tutto inatteso che spinge a chiedersi: "Ma perché?...". 😨 Non vi dirò altro, mi cucio la bocca, anzi: fermo le mie dita sulla tastiera! 😂
Ora mi limiterei soltanto a riportare alcuni passi che mi hanno particolarmente colpita...
"È la Giustizia", disse infine il pittore. "Ah già, ora la riconosco", disse K., "qui c'e la benda intorno agli occhi e qui c'è la bilancia. Ma non ha le ali ai piedi e non sta correndo?".
"Eh già", disse il pittore, "ho dovuto dipingerla così su commissione, in realtà è la Giustizia e la Vittoria insieme".
"Non è un'unione riuscita", disse K. sorridendo, "la Giustizia deve stare ferma, altrimenti la bilancia dondola, e non può esserci una sentenza giusta".
Il pittore lavora per il tribunale, perché "tutto è del tribunale"! 😕
L'uomo si è offerto di aiutare in qualche modo K., il quale è stato arrestato, ma può condurre la sua vita abitudinaria... Il capo d'accusa? Non si sa... Verrà finalmente svelato al termine di questo romanzo?... Non ve lo dico! 😝😂
Con grande sorpresa, K. scopre che lo studio del pittore comunica con le cancellerie del tribunale. 😕
Avete presente quando in un incubo, dopo una corsa senza fine, vi sembra di esservi allontanati dal vostro inseguitore e, invece, vi voltate e lo scoprite alle vostre spalle? Quando fuggite da un luogo e vi ritrovate sempre lì? Beh, è la sensazione che ho provato durante questa particolare lettura. Il tribunale: il luogo che insegue il protagonista dall'inizio alla fine della storia.
"Per chi è sospettato è meglio il movimento della quiete, perché colui che sta fermo può sempre, anche senza saperlo, trovarsi sul piatto di una bilancia ed essere pesato con i suoi peccati". Il consiglio/minaccia di un industriale, incontrato presso lo studio dell'avvocato. Buffe teorie sulla superstizione dei funzionari esposte dallo stesso avvocato, secondo il quale questi giudicherebbero già l'imputato dalle sue labbra... 😨
Ragazzi, ve lo dico: è tutto molto, molto strano! Frasi che suonano spesso come inopportune, presenze e atteggiamenti fuori luogo. Ma è proprio in tutti questi dettagli che risiede l'originalità della storia!
Sicuramente un'accusa alla corruzione tra coloro che dovrebbero difendere gli innocenti, questo sì. Uno dei principali obiettivi di Kafka, ma non solo... Io ho raccolto un invito a pesare sempre con molta cautela ogni questione: valutare e analizzare ogni punto di vista, ogni possibilità... C'è da perdersi, è vero, ma, in alcuni casi ne vale la pena e, perché no, potrà capitarci di rivalutare i ruoli e di vedere il carnefice come la vittima. Questo è il caso del guardiano della porta della Legge, esposto dal sacerdote durante una visita di K. al duomo... Mi fermo qui. Ho detto fin troppo! 
Un classico misterioso, urticante e affascinante al contempo.
Ora mi allenerò ancora un pochino con la mia apnea. Non sono più brava come qualche anno addietro, ma bisogna allenarsi! 😉 
Non ho ancora ricevuto notizie riguardo al mio ultimo libro, ma non importa. Non voglio crucciarmi e, per non pensarci, mi sto lasciando coinvolgere da alcune iniziative letterarie: racconti brevi destinati ad alcune antologie e, chiaramente, sto proseguendo nella revisione del mio sesto romanzo (il thriller/horror, ricordate?... 😉😊) e poi ho fatto un nuovo acquisto: "Suicidi al sorgere del sole" di Antonio Infuso. L'ho comprato in versione ebook (non amo gli ebooks, ma ho voluto approfittare di una promozione lampo; inoltre, avevo promesso allo stesso autore che avrei letto, prima o poi, uno dei suoi libri... Sono una donna di parola, che cosa credete? 😬😂 E il mio prossimo acquisto sarà Il barone rampante di Italo Calvino! 😉😊).