mercoledì 27 febbraio 2019

"Casa di bambola" di Henrik Ibsen

Ho acquistato "Casa di bambola" di Henrik Ibsen ai mercatini di Natale di Tovo S.Giacomo (quando avevo esposto i miei libri su una bancarella, ricordate?... 😉😊). Ne avevo sempre sentito parlare e, finalmente, mi sono decisa a scoprirlo. 
E mi è piaciuto molto! Si tratta di una commedia teatrale, suddivisa in tre atti e i personaggi principali sono: Torvald Helmer, la moglie Nora, la signora Linde, il dottor Rank e il procuratore Krogstad.




"SIGNORA LINDE: Dio mio, mi parlavi di ricami, di lavori all'uncinetto... Sei una bambina, Nora."

Viene definita così la signora Nora Helmer dalla sua amica di vecchia data, la signora Linde. Ed, effettivamente, Nora si comporta in quel modo: come una bambina, apparentemente priva di crucci e dedita al suo amato ricamo. Il "lucherino" o la "scoiattolina" della casa per il marito, che la protegge e la tratta come se fosse sua figlia.


"NORA: Sei come tutti gli altri. Nessuno crede che sia capace di qualcosa di serio, che io conosca anche lati brutti della vita."

Nora comincia a ribellarsi nel suo profondo. Anche lei è in grado di sacrificarsi per i suoi cari e, infatti, custodisce un segreto importante... Per salvare il marito da un malessere e poter intraprendere con lui un viaggio in Italia, Nora si è indebitata, chiedendo una lauta cifra al procuratore Krogstad. Ma non è tutto. Nora ha anche falsificato la firma di suo padre in quella obbligazione...


"NORA: Una figlia, dunque, non avrebbe il diritto di risparmiare al padre morente angosce e preoccupazioni? E neanche una moglie avrebbe il diritto di salvare la vita di suo marito? Io, forse, non le conosco le leggi, ma tali cose sono permesse, ne sono convinta. In qualche libro deve esserci scritto che sono permesse."

Nora si ribella di fronte alle minacce di Krogstad, il quale ha intenzione di raccontare ogni cosa al marito, dal momento in cui Helmer avrebbe deciso di licenziarlo...


"HELMER: Come avvocato ho esperienza. Tutti i delinquenti precoci hanno avuto una madre simulatrice."

Il punto di vista di Torvald Helmer. E Nora inghiotte il suo fardello, che minaccia di uscire allo scoperto da un momento all'altro...


"NORA: A casa mia volevo un bene immenso a mio padre. Ma la mia felicità era andare, di nascosto, nelle camere delle donne di servizio: non mi facevano mai la predica; e avevano sempre da raccontare qualche storia buffa."

Nora parla così al suo carissimo amico, il dottor Rank, il quale le rivela di esser sempre stato un suo grande ammiratore. Per lei Torvald, il marito, è esattamente come suo padre; mentre il dottor Rank assomiglia a quelle interessanti donne di servizio.


"HELMER: Nora, lo sai perché nelle feste come stasera ti parlo poco, me ne sto lontano, ti guardo appena? Perché fantastico. Tu diventi, nella mia immaginazione, il mio amore segreto, la mia fidanzata misteriosa. Nessuno deve conoscere la nostra relazione segreta."

Torvald pare davvero innamorato di sua moglie: la venera, la desidera più di ogni cosa al mondo; o forse no... Prima della moglie ci sono le apparenze da salvare... Una reputazione e il suo nuovo lavoro come direttore di banca.


"HELMER: Sai, Nora... talvolta vorrei vederti minacciata da un pericolo per poter esporre la mia vita, versare il mio sangue, rischiare tutto, tutto, pur di proteggerti!"


"NORA: Mi chiamava la sua piccola bambola e giocava con me, come io giocavo con le mie bambole. Poi, sono entrata in casa tua..."

Una bambola a casa del padre e una bambola a casa del marito.


"NORA: La nostra casa non è stato altro che un luogo di ricreazione. La mia vita! Con mio padre, una bambola-figlia; con te, una bambola-moglie."

Il marito le ricorda i suoi doveri come moglie e come madre, ma Nora è stufa di essere ripresa. Stufa di non essere considerata come un essere umano.


"HELMER: Parli come una bambina; non capisci nulla della società della quale fai parte.
NORA: Hai ragione, non la capisco. Per questo voglio veder chiaro. Per accertarmi chi di noi due ha ragione; la società oppure io."

E, chiaramente, non vi dirò come termina il terzo e ultimo atto. 😉😁 
Un urlo, una protesta carica di femminismo domina il finale di questa commedia e devo dire con onore e grande forza! Una presa di coscienza dopo tanto torpore. Perché, prima di essere donne, è di fondamentale importanza ricordarci l'essere umano che c'è in noi e nessuna persona o regola potrà permettersi di calpestarlo. 
In conclusione, mi è piaciuto! ❤

venerdì 22 febbraio 2019

"La fidanzata" di Michelle Frances




Laura Cavendish è iperprotettiva e gelosa nei riguardi del figlio, Daniel, al quale si prospetta un radioso futuro come cardiologo e, oltre ad essere ricco, è intelligente e bello. 
Insomma, un buon partito per un'arrampicatrice sociale come Cherry Laine: una ventiquattrenne di Croydon, impiegata in un'agenzia immobiliare a pochi passi dalla megavilla a Kensington dei Cavendish.


"Perché non uscire a cena con quest'uomo? In fin dei conti, era per quello che si era data tanto da fare per ottenere un lavoro in quella zona della città."

Daniel è intenzionato ad acquistare una casa tutta per sé e conosce Cherry presso quell'agenzia immobiliare.

"Decisa a far sì che Daniel non si sentisse abbandonato com'era successo a lei, aveva attutito il dolore per la relazione di Howard prodigandosi per il figlio."

Howard, il padre di Daniel, è impegnato in una relazione adultera con una certa Marianne da diversi anni; ma Laura non se la sente di chiedergli il divorzio: gli è troppo affezionata, o, forse, è troppo abituata alla presenza del marito... 
E poi ci fu Rose... La bambina deceduta a pochi giorni dalla sua nascita, quella che avrebbe dovuto essere la sorella maggiore di Daniel. Sicuramente un trauma che segnò duramente la coppia dei Cavendish.
Laura invita a cena Cherry, giusto per fare la sua conoscenza e decide addirittura di invitarla presso la sua villa di Saint-Tropez per trascorrere in sua compagnia le ferie. Ma Cherry non è di molte parole con la futura suocera e nasconde alcuni sotterfugi operati ai danni della famiglia... 😕 Laura comincerà a dubitare sulle intenzioni della ragazza nei confronti del figlio.
Una ragazza con un triste passato alle spalle: il padre scomparve prematuramente e la madre, Wendy, dovette sgobbare al supermercato sotto casa per crescerla.
Cherry odia sua madre perché le ricorda le sue origini umili.

"Non aveva idea di come sua madre potesse entrare nel suo futuro."


Cherry odia anche i ricchi perché li invidia: vorrebbe possedere i beni dei Cavendish e vivere agiata tra una nuova pietra preziosa al dito e vestiti griffati.

"Voglio bene a mio figlio. Era l'unica cosa importante. Anche se stava per fare qualcosa di mostruoso. Le era stata concessa un'occasione - un raggio di luce negli ultimi, devastanti mesi - e Laura sapeva che doveva coglierla."

Inizia così il thriller psicologico di Michelle Frances, in medias res. Ed è proprio in questo momento (che verrà ripreso a metà romanzo, dopo alcuni flashback sul passato tra nuora e suocera...) che Laura commette un grave errore. Un errore che permetterà a Cherry di mettere la futura suocera sotto una luce ancor più torbida...
Una bella ragazza, fine, acuta e dai modi gentili, che nasconde un'anima nera, perfida.


"Be', la vita dei ricchi è diversa. È qualcosa che noi non possiamo manco capire."

Le parole di Wendy, la madre di Cherry.

Un groviglio di menzogne e di omissioni domina l'intera storia e la suspense ci tiene incollati al libro, pagina dopo pagina. Ve lo confesso: questa lettura mi ha quasi innervosita! Non ho sopportato la figura di Cherry, né quella di Laura. 😠
Due donne odiose. Cherry è un'arrivista in piena regola (una categoria di persone che trovo proprio indigeste), fredda, spietata; anche se, alcune volte, ho provato pena per lei.
Laura, invece, è una ricca viziata, davvero ossessiva nei riguardi del figlio, che farebbe meglio a mandare via il marito a calci nel deretano!
E Daniel è un bravo ragazzo: forse troppo ingenuo...
Un thriller avvincente, che vi inchioderà ad ogni singola pagina. Consigliatissimo!


Cambiando argomento...
Mercoledì mi sono recata presso una bellissima libreria di Finale Ligure, il mio paese di origine, e il proprietario ha gentilmente accolto la mia richiesta di tenere in conto deposito alcune copie dei miei libri. Bene! "Un altro passo", come ha detto la mia cara amica. E noi passeggiamo! 😊
Stamattina ho inviato al mio nuovo editore il mio thriller inedito e corretto (ho impiegato quattro giorni per rivederlo e dargli una "sistematina" qua e là, ma sono convinta che da qui al momento della pubblicazione riuscirò a scovare altre imprecisioni o espressioni che non mi garbano) e trascorrerò questo fine settimana immersa nelle mie amate letture. Io e il mio bimbo avevamo programmato tutto il week end in modo da passarlo insieme ai suoi nuovi compagni di scuola e alla mia cara amica (con la quale ci saremmo recati al museo di scienze naturali), ma l'influenza ha pensato bene di disfare i nostri progetti e così il mio piccolo stamane si è svegliato con qualche lineetta di febbre. E va beh... Prendiamo ciò che viene!  😧😉
Buon fine settimana! 😘🙋

lunedì 18 febbraio 2019

Inizio dell'editing...

Dopo una piacevole e divertente serata trascorsa in compagnia dei miei fratelli e delle nostre rispettive famiglie (con una scorpacciata di farinata e un ottimo piatto di ravioli al pesce), mi accingo alla tanto odiata opera di correzione... 😧 possiamo anche definirla "editing", così, giusto per riempirci la bocca! 😂 Dopotutto, viviamo ormai sommersi dagli inglesismi, perciò non mi limiterò a correggere il testo del mio ultimo horror/thriller, ma a fare l'editing, ecco! 😉😎
Scherzi a parte, ho chiesto una settimana di tempo al mio nuovo editore per poter rivedere il mio manoscritto: giusto per dargli una "sistematina", una rinfrescata.
Mia mamma, quando ero piccola, mi diceva che se mi fissavo per troppo tempo allo specchio rischiavo di veder riflessa l'immagine del diavolo! No, non era un modo per spaventarmi: mi spiegava che se mi fossi concentrata troppo a lungo sulla mia immagine, avrei cominciato a trovare un sacco di imperfezioni, perciò mi sarebbe bastata un'occhiatina veloce.
Beh, ogni volta in cui comincio a correg..., ehm, a fare editing, vedo imperfezioni ovunque e le continuo a trovare anche dopo averle rimosse... 😕😂
Ad un certo punto devo rassegnarmi e accettare il fatto che se in quel preciso istante in cui ho scritto ho preferito un termine al posto di un altro, allora è giusto riportare quel termine perché quel particolare termine è nato a seguito di tutte le riflessioni che mi hanno condotta a scrivere quel pezzo. Sembrerà sciocco, ma è così. Ogni istante è irripetibile ed è giusto che si fissi sulle pagine elettroniche del mio tablet, insieme ai personaggi nati dalla mia fantasia e così, in qualche modo, anche alcuni miei momenti e stati d'animo si incollano a quei personaggi inesistenti e lì tutto prende vita. 
Sapete una cosa? Il momento della lettura è davvero introspettivo e anche meditativo. Quando leggiamo siamo in grado di ascoltare, nel silenzio della nostra mente, la nostra voce... Credo che il momento della lettura rappresenti un vero istante di "connessione" (così utilizzo un po' della terminologia moderna 😂) con noi stessi, con il nostro profondo.
Riuscire ad entrare nel profondo di qualcuno con le parole dei miei manoscritti non ha prezzo per me... 
Forse, agli occhi di molti, starò delirando; ma per me è così: non c'è nulla di più intimo della lettura e, chiaramente, della scrittura.
Ora vi lascio: devo continuare con l'editing! 😎😂 Mi sono presa una piccola pausa parlandovi un pochino (non solo: ho ripassato le disequazioni in vista della lezione che dovrò tenere tra circa un'ora e ho svolto i miei soliti lavoretti di casa) e ora riprenderò a dannarmi, chiedendomi il motivo per cui ho utilizzato un termine anziché un altro! 😂 
Ah! Sto quasi ultimando la lettura del thriller: "La fidanzata"... La storia mi sta letteralmente inchiodando alle pagine di questo libro... Spettacolare, davvero! Ve ne parlerò la prochaine fois! 😉😁 Scusate, ma ora devo proprio tornare ad editare... 😉😁😘😘

giovedì 14 febbraio 2019

S.Valentino e nuova lettura...

Sono soddisfatta! Il mio bambino ha ricevuto la pagella del primo quadrimestre e i progressi, in un solo mese di frequentazione della nuova scuola, ci sono stati. Eccome se ci sono stati!! 😊 I voti sono in ascesa e, cosa decisamente più importante, accanto alla parolina "comportamento" compare un bel "corretto, ma vivace". Sì, è vero, c'è ancora quel "vivace" da correggere, ma sono sicura che il mio bimbo riuscirà, strada facendo, a contenere il suo "eccessivo entusiasmo" e la sua esplosiva voglia di vivere. 😊
Comunque, non è più il bambino insopportabile e ingestibile come era stato definito nella vecchia scuola... 😬 Per quanto io abbia sempre difeso le parole delle insegnanti (di una in particolare...), c'era qualcosa che mi punzecchiava dentro e che proprio non mi dava tregua, soprattutto la notte, quando mi sentivo sola con il ronzio dei miei pensieri: una zanzarina fastidiosa mi sussurrava: "Sarà davvero così insopportabile, oppure le cose vengono un tantino esasperate?..." 😩
Beh, si trattava soltanto di un dubbio e non disponevo di prove valide per verificarne l'attendibilità... E poi, ovvio, "Una mamma cerca sempre di difendere il proprio figlio", direte con giusta ragione... Io stessa concludevo queste mie elucubrazioni notturne e diurne con frasi simili. Ricercavo eventuali lacune e problematiche solo ed esclusivamente in mio figlio, in me stessa, in mio marito e nel nostro rapporto familiare.
Ma ora, la realtà dei fatti sta lentamente sorgendo davanti ai nostri occhi.
Ora viviamo una vita normale. Una vita serena. Mio figlio non si è tramutato di colpo in un santo, no, non voglio dire questo; ma si sente accettato e vedo i riflessi della positività dell'ambiente in cui si trova ora sul suo volto. 
Io credo che quando qualcosa non funziona, quando un meccanismo non è ben oleato, la motivazione debba essere ricercata un po' ovunque: innanzitutto ci si mette in discussione come genitori, questo sì; ma sono anche molto importanti le dinamiche di classe... La scuola dovrebbe rappresentare per un bambino o per un adolescente il secondo luogo di "appoggio e di crescita", subito dopo quello familiare. "Appoggio e crescita" significa: correzione degli atteggiamenti errati, questo sì, ma anche comprensione e affetto. Se esistono solo ed esclusivamente punizioni e giudizi negativi, beh... si finisce per essere fagocitati dalla negatività e la motivazione, mmm... ci abbandona. Credo sia umano.
Colpevolizzo mio figlio e non solo...
Ma questo sarà uno degli ultimi articoli in cui parlerò a proposito della mia e nostra dolorosa esperienza: ora c'è una vita da vivere insieme alla mia famiglia! Ora riprendo il mio ruolo di mamma ed educatrice, ma lo faccio con un bel sorriso sulle labbra. 

Cambiando argomento, oggi è anche S.Valentino! Mi è già arrivato qualche messaggio di buon onomastico. In teoria, il mio onomastico dovrebbe essere a luglio o giù di lì, ma chi se ne importa: mi fa un gran piacere essere ricordata durante la festa degli innamorati. ❤
Mi piace l'amore, mi piace osservare gli innamorati per la strada (vedere due persone che si baciano o si abbracciano mi strappa sempre un sorriso tenero e mi commuovo ogni volta... che ci posso fare? 😑😊), sembrerà banale, ma è così: mi piace restare sempre innamorata. Io mi innamoro di molte cose: un bel paesaggio, un libro, una canzone e, ovviamente, mi innamoro ogni giorno di mio marito, di mio figlio, di tutti i miei cari.
Ne approfitterei per augurare a tutti un sereno S.Valentino (anche se... ogni giorno dovrebbe esserlo! 😉😊).

Ma ora, accantonando per un istante il mio sentimentalismo, vorrei presentarvi la mia nuova lettura, ovvero: "La fidanzata" di Michelle Frances.
Si chiama Cherry ed è la ragazza che sta frequentando Daniel, il figlio di Laura. Per ora so soltanto che Laura non è una moglie molto soddisfatta... La sua è una famiglia decisamente benestante, ma Howard, suo marito, ha un'amante fissa da circa vent'anni... 
Laura, nonostante tutto, non ha mai preso in considerazione l'idea del divorzio e i due continuano a vivere sotto lo stesso tetto senza degnarsi...
Daniel è diventata la vera ragione di vita per Laura e la donna non può che provare orgoglio per suo figlio, che a breve diventerà cardiologo. Eppure...

lunedì 11 febbraio 2019

"Ponente Onirico -Antologia di sogni"

Ieri è stata una giornata davvero emozionante. Vedere il mio ometto impegnato in alcune mosse di aikido, con occhi seriosi e concentrati sulle sue mani e sulle azioni del compagno... E, infine, la premiazione con la nuova cintura bianca e gialla! 😊 Davvero emozionante! Uno stage ben organizzato e, sicuramente, un'esperienza da ripetere (aspirando alla prossima nuova cintura... 😉😊).
Insomma: abbiamo festeggiato proprio bene il compleanno del suo papà, il mio Alessio, che giusto ieri ha compiuto 43 anni. Lui se ne sente una trentina o giù di lì...  😁 Io, invece, gliene darei una quindicina... 😂 Dipende un po' dall'umore della giornata. Le mattine in cui ci alziamo cantando "Bohemian Rhapsody" dei Queen (a dire il vero sono sempre io la prima a cantare, poi Alessio si unisce al mio gracchiare... 😧😂), ad esempio, ci sentiamo coetanei e ci aggiriamo entrambi intorno alla quindicina, senza dubbio. 😕😂

Cambiando argomento, mi piacerebbe proseguire a parlarvi (ribadisco: senza fare spoiler) a proposito dei racconti contenuti nella raccolta intitolata: "Ponente Onirico".



"La rossa" è il racconto di Manuela Goso.

"Albenga: una strana ospite in città", affermano così i giornali locali.

"Comparve un lunedì mattina, in piazza San Michele."

E mentre leggiamo ci tormentiamo chiedendoci: "Ma chi sarà mai questa fantomatica rossa?...".

"Finalmente, fatti quei pochi passi in direzione del Comune, la vidi, immensa, sopra le teste, stagliarsi contro il cielo...".

E come appare, la rossa sparisce, senza un preavviso. Chi o cos'è la protagonista della vicenda? Ma soprattutto: da dove proviene?
No, no, mi spiace, ma non ve lo svelerò. 😈😉
Quando ho letto questo racconto ho subito pensato ad una tela di Giorgio de Chirico. Avete presente quella sua abitudine di piazzare nei suoi dipinti oggetti che non hanno molta attinenza con l'ambiente che li circonda? 
Un elemento che stupisce, che destabilizza, che fa strabuzzare gli occhi. Ecco che cosa ho letto tra le righe di questa vicenda.

E, senza dubbio, destabilizza anche il racconto successivo, intitolato: "Oscuro è il limite del tempo" e scritto da Felix Lammardo.

"La stavo aspettando. Tutta la vita è un lungo aspettare. Aspetti di nascere, aspetti di mangiare, aspetti di dormire, aspetti di copulare, aspetti di morire. Mentre tu aspetti, ci vuole un attimo perché qualcuno te la metta in quel posto. E non è facile trovare l'antiemorroidale, perché la fila di chi ne ha bisogno è lunga, così torni ancora ad aspettare.".

Fosco si trova a Firenze e sta aspettando la sua fidanzata, Catrina, impegnata in un corso per consulenti assicurativi junior. I due hanno programmato una piccola fuga clandestina.

""Tu che lavoro fai?" mi aveva chiesto.
"Scrivo."
"Ah sì? E a chi?"
Ironia da quattro soldi, pensavo.
"Sono un giornalista" avevo puntualizzato.
"Ah, beh, neanche a me piace lavorare.""


Fosco ricorda il momento del loro primo incontro. Ironici entrambi. Le storie d'amore più belle, secondo me, sono caratterizzate dall'ironia. Tutto è più bello con una bella dose di ironia! 😊

"Guardavo la gente e mi sembrava cattiva. La città aveva bisogno di un gran clistere, pensavo.".

Pessimismo, o forse duro realismo?... Comunque concordo in pieno con la visione del protagonista.
Bumbolo, invece, è il soprannome dell'amico di Fosco ed è un fabbro (o "chiavologo", come preferisce farsi chiamare... 😂).
Fosco fa una strana richiesta all'amico, ovvero: una chiave che possa aprire la porta dei suoi desideri. Ma quando Fosco varca la soglia dell'ufficio di Riccardo, il suo caporedattore, Fosco diventa Riccardo e viceversa... 😕
Mi sono persa in alcune congetture e sono giunta ad una possibile conclusione; ma, chiaramente, non ve la rivelerò. Spetta a voi lettori congetturare e afferrare la chiave segreta di questo affascinante racconto.


"Ilaria" è il racconto di Erica Marzo. 

Giulia e Marco vanno a convivere in una vecchia abitazione, a Zuccarello e rinvengono una scatolina colorata in una cassapanca. 
Durante la prima notte trascorsa in quella casa, Marco avverte delle voci, che sembrano provenire da quella scatola...
Decide di aprirla e al suo interno vi trova la storia di Federigo della Riva, pittore e maestro orafo del 1400. Jacopo divenne il maestro di Federigo.


""in realtà" mi diceva, "noi non inventiamo nulla. Ci limitiamo a liberare sculture che già esistono dal marmo in eccesso che le imprigiona"".

Le parole di Jacopo mi hanno ricordato molto la teoria del grande Michelangelo.

Federigo e Jacopo si recarono insieme a Lucca per eseguire un ritratto al signore della città, Paolo Guinigi. I due assistettero alle nozze tra Paolo Guinigi e Ilaria del Carretto.


""dev'essere davvero triste la vostra vita se non riuscite a vedere quanta bellezza risiede in una donna. Vi faccio una domanda: voi che dite di limitarvi a liberare le immagini dall'eccesso di materia che le imprigiona, come giustificate le vostre splendide Madonne?"".

Ilaria rispose così a Jacopo per obiettare contro le idee maschiliste del pittore. E qualcosa si accende tra i due, anzi, divampa. Un amore platonico, puro e delizioso. Una storia dolce, pura.



"Il guardiano degli specchi" è il titolo del racconto di Chiara Moltoni.

"Una figura che spaventa ed attrae al tempo stesso, come il baubau di tutti i bambini."

"Camminava, camminava e camminava, su e giù per Alassio".

La protagonista della vicenda decide di inseguire quella strana presenza. In quella corsa affannosa la donna rivede suo padre da ragazzino, il banco dei giocattoli dove sua madre le comprava regolarmente il "regalino del sabato" e molte altre immagini del suo passato e del suo presente.


"Rividi tutte le principali tappe della mia vita: bambina, studentessa, maestra, moglie, divorziata, disoccupata, donna delle pulizie...".

E più insegue quell'uomo e più si sente inseguita da lui.


"Come potevo raccontargli, lì, su due piedi, tutti i cedimenti con i quali avevo deciso di ovattare la mia vita? Compromessi. Ti ci specchi una volta e continueranno a riflettere ciò che non sei finché campi. Senza dolore, un poco ogni giorno, fino a farti diventare qualcun altro."

Sicuramente una storia che fa riflettere.


"Il mercante d'arte", invece, è il racconto di Marco Moniaci.

"Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli."

Comincia così questa altrettanto bizzarra storia, con un passo tratto dal Vangelo di Matteo.
Paolo e Luca sono due amici e, mossi dalla curiosità, raggiungono a Borghetto un anziano mercante, accampato sotto le mura bianche del camposanto.
L'uomo rivende a prezzi bassissimi oggetti che gli sono appartenuti: tutti oggetti di buona qualità, dei veri affari per i due amici.
Sul finale, il mercante incontra una donna. Io credo che essa impersonifichi il suo talento, la sua anima, ma non voglio sbilanciarmi con le supposizioni e mi zittisco, lasciando a voi il piacere di questa lettura. 😉



"La busta blu" è la storia scritta da Dajana Mungo.

"Era buffo girare per i negozi salutando gente di cui conoscevo le più intime confidenze."

La particolare bellezza di una busta blu spinge una postina, fanatica da sempre di investigazioni, a cominciare a sbirciare nella posta altrui...

"Doti nascoste, perversioni segrete, passioni inconfessabili erano ora accessibili alla caparbietà del mio sguardo".

Ma a causa di questo suo "nuovo hobby", capiterà l'irreparabile e la protagonista del racconto tenterà di redimersi, nel suo piccolo... 
Un bel racconto!


"Il riscatto" è stato scritto da Roberto Sartori.
Lorenzo è un medico al pronto soccorso del Santa Corona, ospedale di Pietra Ligure. Zahid el Mehedi, invece, è un nuovo paziente... Un nuovo e curioso paziente che trascinerà con sé il medico nella Turchia del 1600!



"Serata al Pacha Mama" è il racconto di Maria Pia Urso ed è ambientato nella splendida cittadina di Dolceacqua.

"Poeti, scrittori, filosofi di un mondo sotterraneo la cui produzione sarebbe andata perdita senza l'iniziativa del Pacha Mama".

Zoraide, narratrice di storie e leggende sconosciute, si presenta nel curioso locale (quanto mi piacerebbe un posto simile!) per raccontare la storia di Rosnella, la bimba venuta dal mare.
E non vi dico altro.


"Sole biancoblu" è l'ultimo racconto della raccolta e il suo autore è Renato Zerbone.
Sogno o realtà? Una golf o una Z4? Quale sarà la vera auto del protagonista?...
Questo racconto, lo ammetto, mi ha resa inquieta. La difficoltà nel distinguere un sogno dalla realtà, o la realtà da un sogno... Mamma mia, mi ci perderei giornate intere a disquisire sul diavoletto di Cartesio o quant'altro, quindi riconosco che è giunto il momento in cui dovrei fermarmi. 😀

Mi sono piaciuti moltissimo questi racconti nostrani: tutti comunicano qualcosa direttamente al nostro inconscio. Quindi, sì: vi inviterei a leggerli, o, meglio: a farvi leggere l'inconscio da ognuno di essi... 😈😉😀

giovedì 7 febbraio 2019

"Ponente Onirico -Antologia di sogni"

Domenica scorsa ho avuto il piacere di scambiare due parole con la mamma di un ex compagno di scuola di mio figlio, la quale ha deciso di leggere i miei manoscritti. A quanto pare le sono piaciuti e questo mi riempie decisamente il cuore di gioia. 😊💓
In Italia e in tutto il mondo siamo veramente in molti a nutrire una sfrenata passione per la scrittura, per questo motivo non si può aspirare a chissà cosa... 😩 Ma una passione è una passione è va alimentata. Io mi ritengo più che fortunata e orgogliosa quando ricevo dei commenti positivi, al solo pensiero di essere riuscita a trasmettere qualcosa: uno stato d'animo, un'emozione, una piccola parte di me stessa. Magari una parte che non sapevo nemmeno io di possedere... Perché no! Non si smette mai di conoscere e, restando in tema, grazie a questo piacevole incontro di domenica, sono giunta a conoscenza di una raccolta di racconti nostrani. 😊
"Ponente Onirico" è una raccolta di racconti di scrittori e scrittrici liguri. L'idea del libro è nata presso la scuola di scrittura "Giona", al termine di un corso di scrittura creativa e vi hanno partecipato corsisti ed insegnanti.
Si tratta di una raccolta di storie impreziosite da elementi spesso surreali, misteriosi, inconsci... E tutti i racconti sono ambientati nelle cittadine del ponente ligure.
Ogni storia, inizialmente realistica, sfuma nell'improbabile, nell'ignoto, o, addirittura, nel grottesco.
Sto assaporando molto lentamente questi piacevoli ed intriganti racconti e, per il momento, ho letto soltanto i primi cinque. Vorrei parlarvene, senza macchiarmi di spoiler... 😉😀


Il primo racconto è di Maddalena Canepa e si intitola: "Sotto il livello del tempo". È ambientato nella carinissima Laigueglia (una cittadina davvero graziosa, affacciata sul nostro mar Ligure, che mi ricorda tanto le mie passeggiate adolescenziali e amorose...).
La protagonista è una biologa marina, laureatasi presso l'università di Genova e, un giorno, durante un'immersione lungo la scogliera sommersa di Capo Mele, in compagnia del suo collega Stefano, scopre un tipo di anemone che aveva visto soltanto durante le prime immersioni nell'Oceano Indiano...
Poi comincia a girarle la testa e vede in lontananza il relitto di una nave di legno, che riporta una scritta, composta da eleganti lettere greche.
Quella scritta le rievocò la spedizione degli Argonauti. Medea.
Il finale del racconto si intreccia al leggendario e ci lascia sospesi, a bocca aperta. La storia mi ha talmente toccata, che la notte stessa in cui l'ho letta il mio subconscio ha voluto ripropormela: mi sono trovata sospesa, sott'acqua, in un incubo davvero inquietante.


Il secondo racconto è di Renzo Chiari e si intitola: "Quattro". È ambientato ad Albenga e nelle zone limitrofe.
Il protagonista è un serial killer, o meglio, un vendicatore...


"Una vita semplice. Un rifugio domestico. Una Famiglia, è così che la chiamano, no? Se penso che oggi chi ha tutte 'ste cose non se ne rende conto, li impiccherei con le mie stesse mani..."

L'infanzia del protagonista non è stata di certo una delle migliori: ha perso entrambi i genitori ed è stato affidato al patrigno. Un patrigno pedofilo...
Sul finale il racconto resta sospeso: non sappiamo esattamente che cosa capiterà al quarto uomo che avrebbe dovuto torturare e giustiziare: né abbiamo notizie circa l'avvenire del protagonista, il vendicatore e tutto ciò ci lascia un retrogusto amaro in bocca.


"Libertà randagia" è il titolo del terzo racconto ed è stato scritto da Susanna Conti. 
Una storia diversa dalle altre e, a mio parere, molto originale. Ambientata a Villanova d'Albenga, ha come protagonista un cane. Un meticcio abituato a vagabondare per i carruggi e ad attendere qualche pezzetto di carne dall'esterno di una macelleria.
Il cane assiste ad un litigio tra un uomo e una donna e verrà maltrattato dall'uomo.
Non voglio dirvi altro, ma vi lascio il finale, che ho apprezzato moltissimo.

"Così scappai, senza sapere cosa mi avrebbe riservato il domani, senza sapere quando e cosa avrei mangiato, dove e come avrei dormito. Avevo voglia di nuovo incontri, di nuovi posti in cui vagabondare."

Una storia molto dolce e commovente. Essendo io una grande amante degli animali (e soprattutto dei cani) non ho potuto far a meno di adorare questo buffo e, al tempo stesso, saggio protagonista! ❤

"Risveglio" è il titolo del racconto di Angelo Fresia. Una vicenda molto losca e malavitosa, ambientata a Ceriale.

"Una combriccola di bravi ragazzi, intendiamoci, e proprio per questo anomala e mal vista da molti, a Ceriale, dove i patti erano chiari: Ai calabresi la prostituzione, lo spaccio di banconote false, lo spaccio di droga e i furti. Ai siciliani le truffe, le rapine, la ricettazione e la contraffazione."

E i protagonisti sono: Pablo, un meccanico siciliano, lo Zio, un contadino calabrese e Teo, un muratore albanese.
Un inseguimento, degli arresti e violenza.

Il quinto racconto appartiene ad Angelo Gallea e si intitola: "Dieci, nero, pari".
Le zone menzionate sono quelle di Ceriale, Feglino, Albenga, ma anche Nizza, Milano e Vicenza.
Il protagonista è fermo in coda, in autostrada. Riflette sulla sua condizione sentimentale e si abbandona al flusso di quei suoi gradevoli e, talvolta, irritanti ricordi. Il suo pensiero è tutto proteso verso la sua compagna, Beatrice. 
Una sosta indotta in autostrada che lo condurrà a mettere in discussione quei suoi sentimenti così puro e sinceri nei riguardi di Beatrice. Sentimenti non corrisposti dalla donna.


"Si era espressa attingendo dalla sua specialità migliore: riuscire, in un solo istante, a farmi sentire un'appendice inutile della sua vita."

Terminato il racconto, dentro di me ho gridato un: "Grandeee!!".
Insomma, queste storie mi stanno prendendo molto e vi parlerò delle prossime, strada facendo...


Che cosa dirvi ancora?... Ah, giusto! Ho firmato quel contratto editoriale di cui vi parlavo uno o due pagine fa! È una buona proposta e poi mi accende l'idea del nuovo: di altre possibilità, a fianco di una nuova casa editrice. Staremo a vedere... Per il momento, buone letture a tutti! Ciao! 🙋😘

domenica 3 febbraio 2019

"Madame Bovary" di Gustave Flaubert




"Un'offesa alla morale e alla religione": venne definito così il romanzo di Gustave Flaubert. "Una poesia dell'adulterio e una combinazione di elementi sacri e di voluttà".


"L'universo, per lui, non s'allargava ormai oltre il serico cerchio delle gonne di Emma, e si rimproverava di non amarla abbastanza; aveva sempre voglia di vederla; rincasava presto, saliva la scala con il cuore in tumulto."

Carlo Bovary, dopo un matrimonio di interessi, resta vedovo e perde la testa per Emma. La ama infinitamente, ma non verrà ricambiato dello stesso affetto da parte della moglie...


"Si domandava se non ci sarebbe stato modo, per un'altra combinazione del caso, d'incontrare un uomo diverso; e cercava d'immaginarsi quali sarebbero stati questi avvenimenti non sopraggiunti, questa via diversa, questo marito sconosciuto."

Emma continua a sognare un marito diverso dal suo: vive nell'attesa di un amore che le accenda l'anima.


"Il suo viaggio a Vaubyessard aveva aperto un solco nella sua vita, allo stesso modo che un temporale, in una sola notte, scava di crepacci una montagna. Tuttavia si rassegnò: chiuse religiosamente nel cassettone il suo bell'abito, le scarpette di seta che avevano la suola ingiallita dalla cera del pavimento dei saloni. Il suo cuore era simile ad essa: anch'esso rimasto macchiato indelebilmente sfiorando la ricchezza."

In seguito ad una serata trascorsa con il marito, a fianco della nobiltà, Emma torna a casa depressa e insoddisfatta: quell'assaggio di ricchezza le ha lasciato l'amaro in bocca.


"Come i marinai in pericolo, girava occhi disperati sulla solitudine della propria vita cercando lontano qualche vela bianca nella foschia dell'orizzonte."

È una donna triste e solitaria, che trascorre giornate ripetitive, accanto al fuoco del suo camino, sfogliando libri che la appassionano, immaginandosi immersa in quelle stesse storie.


"Emma non nascondeva più il suo disprezzo per tutto e per tutti; e a volte esprimeva opinioni singolari, biasimando ciò che veniva approvato dalla gente, e approvando cose perverse e immorali, ciò che faceva sbarrare gli occhi a quel brav'uomo di suo marito."

La donna si ribella in modo silenzioso, andando contro tutto e tutti. Dentro ha una guerra, una bufera di sentimenti contrastanti.


"Non ho bisogno di andare in chiesa a baciare piatti d'argento, e di mantenere di tasca mia un'accozzaglia di buffoni che mangiano meglio di noi! Perché si può benissimo adorare Dio in un bosco, in un campo, o contemplando la volta celeste, come facevano gli antichi. Il mio Dio è quello di Socrate, di Franklin, di Voltaire e di Béranger." 

Le parole del farmacista Homais di fronte al curato. La sua visione della religione... 😉😀


"Non le è mai capitato di incontrare in un libro un'idea che lei aveva già avuto, vagamente, un'immagine oscura che pare tornare da lontano ed è quasi la vivida esposizione del suo sentimento più delicato?"
"Sì, l'ho provato" rispose lei.

Emma conosce Leone, un tirocinante presso lo studio notarile di Yonville, e se ne innamora. Il sentimento è reciproco, ma il senso del pudore e la loro ingenuità li tiene a debita distanza dal cominciare un rapporto adultero.


"Credeva che l'amore dovesse arrivare improvvisamente come un colpo di fulmine, un uragano dei cieli che si avventa sulla vita e la sconvolge, lacera la volontà come una figlia e trascina l'anima intera nell'abisso. Non sapeva che qualche volta la pioggia sulla terrazza delle case forma laghetti, quando le grondaie sono ostruite; e così rimase tranquilla e sicura di sé finché non scoprì all'improvviso una crepa sul muro."

Emma non ama il marito: lo reputa troppo buono e sprovvisto di un minimo di ambizione. Carlo è legato alle sue abitudini e non riesce mai a sorprendere la moglie, nessuno dei suoi gesti le risulta imprevedibile. Tutto è scontato e monotono.


"Era tanto triste e calma, tanto dolce a un tempo e così riservata, che si era presi da un fascino glaciale, come nelle chiese si rabbrividisce sotto il profumo dei fiori misto al freddo dei marmi."

Una donna affascinante e velata di tristezza. Inebria gli uomini con quella fragranza sprigionata dalla sua anima, ma li incupisce e li rattrista al contempo.


"Aspira all'amore come una carpa sulla tavola di cucina aspira all'acqua. Con tre paroline galanti costei, ne sono sicuro, mi adorerebbe! Sarebbe una cosa dolce, deliziosa! Sì, ma poi, come liberarsene?"

Rodolfo Boulanger ha messo gli occhi su Emma e vuole possederla ad ogni costo. Un uomo libertino, sprovvisto di una coscienza e incapace di versare lacrime. Ciò che conta, per lui, è il suo sollazzo, il suo piacere ed Emma cadrà nella sua trappola.


"Eh no, perché scagliarsi contro le passioni? Non sono forse la sola cosa vera vi sia sulla terra, la sorgente dell'eroismo, dell'entusiasmo, della poesia, della musica, delle arti, in una parola di tutto?"

Rodolfo mette in atto tutte le sue strategie per conquistarla: le riempie la testa di parole passionali, risucchiandola man mano nel vortice della sua vita sregolata e vuota.


"Ma vedendosi allo specchio si stupì del suo viso. Mai aveva avuto gli occhi tanto grandi, tanto neri e così profondi."

L'accusa di immoralità rivolta a Flaubert nasce in seguito ad affermazioni come questa: una donna che riscopre la sua bellezza soltanto dopo una relazione adultera. "La poesia dell'adulterio e la sozzura del matrimonio": frasi del genere hanno condotto l'autore francese in un'aula di tribunale.


"Quell'amante non libertina era per lui qualcosa di nuovo che, allontanandolo dalle sue facili abitudini, stimolava insieme il suo orgoglio e la sua sensualità."

Emma è la novità per Rodolfo: un baiocco diverso dagli altri. Uno spasso! Beh, a mio parere, uomini simili dovrebbero vivere la loro esistenza tra i tormenti...


"Rodolfo le aveva sentito dire molte cose e non ci trovava più niente di originale. Essa somigliava a tutte le altre amanti: il fascino della novità, a poco a poco, come un vestito, metteva a nudo l'eterna monotonia della passione che ha sempre le stesse forme e lo stesso linguaggio."

Ma, con il trascorrere del tempo, Rodolfo si stufa del suo giocattolino e non vi trova più quei particolari che tanto lo distaccavano dalle altre donne/giocattolo con cui aveva intrecciato legami amorosi e carnali...


"...perché i piaceri, come scolari nel cortile di un collegio, avevano talmente calpestato il suo cuore che non vi spuntava più un filo di erba."

Il cuore di Rodolfo è arido, non conosce l'amore e la tenerezza. Allontanerà Emma con una lettera e continuerà a condurre la sua vita immerso nei piaceri e nel degrado morale.


"S'erano presi per le mani: e nella dolcezza di quell'estasi tutto il passato, l'avvenire, i ricordi, i sogni, tutto si confondeva."

Emma subirà un duro colpo. Si accosterà alla fede per trovare sollievo al suo dolore lancinante, finché non incontrerà nuovamente Leone, al teatro di Rouen.


"Secondo l'umore, ora mistica, ora gioconda, loquace, taciturna, violenta, noncurante, Emma risvegliava in lui mille desideri, evocava istinti o reminiscenze. Era l'amante di tutti i romanzi, l'eroina di tutti i drammi, il vago "lei" di tutti i volumi di versi."

Leone ed Emma daranno il via alla loro relazione fedifraga e tutto, inizialmente, appare dolce e tenero...


"Non osava farle domande; ma vedendola così esperta pensava che avesse dovuto attraversare tutte le prove della sofferenza e del piacere. Ciò che una volta lo seduceva ora lo spaventava un poco."

Poi, subentra la solita monotonia, persino in questa storia consumata alle spalle del povero Carlo. Emma ritrova la "meschinità del matrimonio" anche con Leone...


"... lei non era felice, non lo era mai stata. Da che dipendeva quell'insufficienza della vita, quel subitaneo imputridirsi delle cose alle quali s'appoggiava?"

Tutto ciò che incontra si imputridisce... Una donna molto frustrata e insoddisfatta, che si agita, si esaspera e corre diretta verso una meta persino a lei sconosciuta... 😟


"Si conoscevano troppo per provare quello stupore del possesso che centuplica il piacere; e lei era disgustata da lui quanto lui era stanco di lei. Emma ritrovava nell'adulterio tutta la meschinità del matrimonio."

E così, anche il suo rapporto con Leone è destinato ad interrompersi. La monotonia, la noia, la piattezza dei sentimenti legati all'inevitabile abitudine...


"Avrebbe voluto picchiare gli uomini, sputare loro sul viso, stritolarli tutti"

Sul finale, la protagonista, indebitatasi fino al collo (per acquistare beni di lusso che tanto agognava), arriva al punto di supplicare diversi uomini per ottenere un aiuto economico, ricevendo il due di picche! 😟


"Oh, è una cosa da nulla la morte!", pensava, "mi addormenterò e sarà finito tutto!"

La morte, alla fine, si rivela a lei come l'unica soluzione. 😟


"Erano cessati, pensava lei, tutti i tradimenti, le bassezze, i desideri innumerevoli che l'avevano torturata. Non odiava più nessuno, adesso."

La morte è la sua unica possibilità di salvezza da una vita piena di tormenti, illusioni, sogni sciocchi e speranze assopite.


"Intorno ai gigli fioriti ronzavano le cantaridi, e Carlo si sentiva soffocare come un adolescente sotto i vaghi effluvi d'amore che gli gonfiavano il cuore dolente."

Più o meno termina così il romanzo di Flaubert (vi ho rivelato moltissimo della trama, è vero, ma non ho potuto farne a meno, quindi vogliate perdonarmi!). 
Un'offesa alla morale e alla religione? Beh, io credo che l'autore sia stato molto audace e coraggioso nell'esporre temi simili in una Francia ottocentesca; tuttavia, non ritengo la sua opera un incitamento all'adulterio, o una bestemmia contro la religione: al contrario, Flaubert ha voluto esporre in "Madame Bovary" tutte le possibili conseguenze di un amore adultero. Il finale, sebbene eccessivamente drammatico, mostra le conseguenze di una vita trascorsa nell'ombra della menzogna.
Ripeto: il finale, a mio parere, è troppo doloroso (soffro tuttora rivedendolo con gli occhi della mia mente 😟), ma, secondo me, l'intera trama riporta tra le righe questo monito: "Teniamoci stretti i nostri mariti -sempre se ci rispettano e ci amano, chiaramente...- e allontaniamo ogni tipo di tentazione messa in atto da uomini privi di morale. Amiamo ciò che abbiamo intorno, senza esigere di più, senza affaticarci in riflessioni del tutto sterili." In fondo, riportiamo tutti un po' di frustrazioni e ci sentiamo -chi più, chi meno- non completamente appagati; ma la soluzione migliore è andare avanti e coltivare i sentimenti veri, quelli puri, semplici, puliti. Sognare sempre, ma con i piedi ben saldi al suolo. ❤
Io la vedo così. Questo è semplicemente il mio punto di vista. 😊
Eh sì... il romanzo di Flaubert mi ha toccato proprio il cuore e lo porterò con me per il resto della mia vita! ❤ Buona domenica! 😘🙋