martedì 28 agosto 2018

"Any man -uomini semplici in storie fantastiche" di Carlo Francesco Zappulla

Ho terminato di leggere Any man -uomini semplici in storie straordinarie. Storie velate di mistero, spesso lasciate in sospeso: spetta al lettore fantasticare su un possibile finale. E questa sorta di interazione con il lettore mi è piaciuta molto! 
Esclamazioni del tipo: "Ma noo! Come sarà andata a finire?" sono nate tempestivamente tra i miei pensieri e me ne sono rimasta lì, con l'amaro in bocca; subito dopo, interdetta e leggermente spazientita, ho pensato: "Che grandiosa trovata!" 😈😁
L'autore permette al suo lettore di immergersi in ognuno di questi racconti e a pochi passi dal finale gli si avvicina e gli sussurra all'orecchio: "Ora immagina tu che cosa può essere successo...".
Mica male, che cosa ne pensate?
Si tratta di una lettura attiva, che stimola la nostra fantasia.

La stirpe spezzata

È un altro racconto dal gusto horror. Il re Spen è il protagonista e si imbatterà in una stirpe di mostri, decisi a conquistare il suo regno, ovvero la terra di Conrad.

"Nessun uomo, quel giorno, avrebbe lasciato proseguire quelle bestie verso la loro amata città, a costo di perdere la vita."
I mostri hanno ucciso molti dei suoi soldati (persino sua moglie, la regina Inavi).

"Aveva solo avuto paura di morire, aveva visto in faccia la morte, sotto forma di bestia che aveva tentato di sopraffarlo, e di ucciderlo."
Creature orripilanti in sella a giganteschi rospi provvisti di artigli seminano senza scrupoli orrore e morte nelle terre del re. La descrizione delle fasi dell'aspra battaglia è molto curata: per un attimo ho creduto di trovarmi al fianco del re, ad evitare i dardi dei nemici.


"Gli uomini avevano visto il loro re che si era trafitto con la sua spada, come anche l'esercito nemico che stava scomparendo, così come era apparso... dal nulla. Re Spen si accasciò a terra, però, prima di morire, ebbe il tempo di vedere tutto l'esercito nemico divenire soltanto un'ombra sul terreno. Rivide per un istante anche il volto della regina Inavi, poi il suo cuore cessò di battere, per sempre."
Un finale molto misterioso. Il re si uccide e con lui sparisce questa armata delle tenebre. Una domanda a questo punto sorge naturale: per quale motivo quegli esseri infernali scompaiono nel nulla? Il loro capo non era per caso l'alter ego di Spen?... 😕E chi lo sa! 😤 Sta a noi lettori decifrarlo.


La vendetta di Thomas Carter

"Thomas Carter prese il giornale cittadino, lo aprì alla pagina dei necrologi..."

"Tutti i parenti e gli amici ne danno il triste annuncio. Thomas Jeffry Carter – di anni 33 – è deceduto in un incidente stradale. La madre e la sorella hanno deciso la data per il funerale per il 13 dicembre 2010, appena verrà terminata l'autopsia sul corpo del defunto."
Carter è un agente del Dale Security e una mattina, leggendo sulla pagina dei necrologi, compirà questa agghiacciante scoperta. Per un attimo mi sono immedesimata nel protagonista e... mi è venuta la pelle d'oca! 😱
Ora resta da chiedersi se si è trattato di uno scherzo infelice da parte dei suoi colleghi, o se quella contenuta nei necrologi corrisponde alla realtà... 
Un finale completamente inaspettato!!

L'oscura foresta

"Se non dovevano, evitavano di uscire di sera. Giravano brutte voci su quella foresta ai margini del villaggio."
Una foresta che nasconde creature invisibili. Creature infernali. Questo racconto mi ha ricordato molto la stirpe spezzata, anche se, il finale, o meglio: "l'accenno di un finale" mi ha lasciata con la bocca spalancata e non sono riuscita a capire che cosa sia successo realmente...


"Qualcosa stava accadendo intorno al villaggio, qualcosa che si era messo in moto ormai da tempo. Questo qualcosa non era visibile all'occhio umano, e avveniva nell'oscurità della foresta."

Orrore a Dale

"Kenny Thomson era alla guida dell'auto con al suo fianco Elisabeth Roody".
I due fidanzati fanno un giro lungo le coste di Dale e poi, improvvisamente, un meteorite colpisce le loro zone e... 
E dovrete scoprire voi che cosa capiterà...😈😉
Giusto due sere fa, approfittando del fatto che il mio bimbo si fosse appisolato un pochino prima del solito, ho visto un film horror che mi ha ricordato molto questo racconto. Nel film i meteoriti sprigionavano delle spore che trasformavano gli abitanti in zombie.


Piekary

"David attraversò ettari di terreno con la sua macchina, e la parcheggiò vicino a uno dei grossi alberi di quercia. Il sole stava calando, ed era arrivato il momento di mettere da parte tutta la sua vita, e dedicarsi al suo nuovo lavoro."
David ha perso la figlia e la moglie (forse in un incidente stradale...) e decide di tornare a vivere nella sua vecchia casa d'infanzia.


"L'estate stava finendo, lasciando spazio a un autunno piovoso e malinconico, ma l'ideale per procurargli concentrazione e dedizione al romanzo per eccellenza: Il romanzo perfetto."
Qui potrà dedicarsi al suo nuovo romanzo, ma...

"Spesso le emozioni possono giocare brutti scherzi, staccarti dalla realtà, spingendoti a chiuderti in te stesso per proteggere il mondo che stai ricordando."
Rivede in modo nitido la moglie e la figlia, tra le mura di quella casa. Si tratterà di un'allucinazione? 
Un bel racconto (anch'esso dal finale insospettabile) e carico di malinconia.

Sepolti vivi

"A una decina di metri vedo del nastro bianco e rosso che delimita il perimetro del disastro. Alcuni colleghi hanno formato un cordone, e non permettono alla gente di accedere, li bloccano e li respingono, mentre la gente urla, e sbraita. Vuole avere notizie, vuole sapere chi si è salvato."
Questo racconto mi ha rattristata molto. I miei pensieri sono subito volati verso quegli angeli -vigili del fuoco, corpi della protezione civile- che corrono innumerevoli rischi nel salvataggio di superstiti in seguito al crollo di edifici, dopo catastrofi come quella recente del ponte Morandi. Beh, ne approfitterei per salutarli e inchinarmi di fronte alla loro abnegazione. ❤


Tutto in una notte

"Charles Evenmoore fu l'ultimo ad arrivare a destinazione, cioè allo splendido chalet di montagna che usavano ogni anno per fuggire dalle città."
Quattro amici si radunano una volta all'anno per raccontarsi storie paurose. Quanto mi è piaciuta questa idea! A proposito: chi è disposto a organizzare una serata simile? Io non starei nella pelle! Una cena davanti a un bel camino scoppiettante e poi: pronti, partenza e via alla storia più spaventosa! 😉


"“Prosit!” e mandò giù un paio di sorsi. L'attenzione dei tre amici fu calamitata da quell'esclamazione inattesa."
Charles, a differenza degli altri anni, non ha una storia da raccontare; tuttavia decide di affidarsi a un suo sogno recente. 
Il finale? Non esiste! Spetta a noi comprendere se il suo è stato un sogno, o se si è trattato di un avvenimento reale...


Un tragico addio

"A Roma piove e io me ne sto seduto al solito bar, molto vicino al colonnato di San Pietro. Dovrei cominciare a scrivere un nuovo romanzo, e per questo che passo molto tempo qui. Mi basterebbe vivere una storia di qualcuno, e riportarla sul mio portatile."
Il mestiere dello scrittore. ❤💗💖 Raccoglie informazioni intorno a sé e sguinzaglia la sua immaginazione ricamando dettagli fantasiosi su "tessuti già esistenti".


"Avvicino il portatile e apro un nuovo file. Ho la sensazione che siano le persone giuste per l'inizio della mia nuova storia, e voglio concentrarmi su ciò che mi diranno. Quanto amo questo lavoro!"
Un finale del tutto inatteso, che vi farà gridare: "Oh Dio!!" 😱

Uno sguardo dall'altra parte

"A Roma quel giorno pioveva. Le nubi erano cariche d'acqua, ma quando Guido aprì il lucernario vide un cielo azzurro, privo di nuvole. Si domandò come questo fosse possibile; dalla finestra della sua camera aveva visto le persone con gli ombrelli, la pioggia scrosciante, pozze d'acqua sulle strade. C'era qualcosa che non andava in quel dannato lucernario!"
Un lucernario che funziona come un portale su un altro mondo. Il mondo dell'antimateria?


""Quegli stronzi di scienziati al Cern, a Ginevra, avevano scoperto... come diavolo si chiama?” e si picchiò la fronte con il palmo della mano. “Ah, si! L'antimateria!” disse, “Volevano rivivere gli attimi prima del Big Bang, poi hanno creato quella cosa lì e l'hanno messa da parte per studiarla. Ma tu non immagini cosa diavolo è successo dopo!”"
Devo proprio ammetterlo: il finale di questo racconto mi ha strappato una grassa risata. Esilarante!


Sì, la raccolta di racconti intitolata Any man mi è piaciuta e la consiglio vivamente. Il mistero, l'esoterico, l'horror e il fantasy si intrecciano e danno vita a queste storie originali e di grande intrattenimento.

sabato 25 agosto 2018

Un racconto horror... 😱

Sto continuando a leggere i racconti della raccolta intitolata: Any man.
Ne ho letti altri due (ultimamente ho la velocità di una lumachina... 😩 Ma ci sono alcuni pensieri che mi ronzano senza sosta per la testa 😧) e devo dire che uno in particolare ha attirato la mia attenzione. Una storia di zombie. 😱😁 
Svariate volte, durante questa lettura, mi sono immaginata davanti a una di quelle pellicole di Romero, in compagnia di mio fratello, con una fetta di pizza fumante tra le mani (era il nostro passatempo preferito, il sabato sera, quando vivevamo sotto lo stesso tetto 😊❤).
Il racconto si intitola: In magazzino e mi è piaciuto. È stata chiaramente una lettura di intrattenimento e di svago. La fine dell'umanità, orde di morti viventi che inseguono i pochi superstiti. Adrenalina e suspense fino all'ultima battuta dei protagonisti.

"“...ho visto il cadavere, gli avevano sparato in testa”. Thomas sorrise, capendo lo stato d'animo del collega, gli poggiò una mano sulla spalla. “Credi di averlo visto, deve essere successo dell'altro. Poi l'hai detto tu che stavi guardando dallo specchietto”. “Forse hai ragione, mi sono immaginato tutto. Non mi sono fermato. Figurati...”."
Roger raggiunge il magazzino in cui lavora e informa i suoi colleghi circa strani episodi verificatisi nei dintorni... Nessuno gli crederà finché non arriveranno i primi zombie affamati di carne umana... 😨

"“E' cominciato tutto stanotte, credo” disse Alan, rivolgendosi agli interlocutori. “Liti fra persone. Una sorta di pestaggi...” deglutì: “...cannibalismo!”."
Alan, un sopravvissuto, si rifugia nel magazzino insieme ai dipendenti e comincia a spiegare loro la situazione. Fuori da quel magazzino è scoppiata una guerra: la guerra degli zombie! E qui scatta la prima domanda: chi riuscirà a salvarsi dalla catastrofe? O, almeno, si conteranno dei superstiti?...

"“Non vi fidate di nessuno, chiunque abbia riportato delle ferite nelle aggressioni, è infetto. Non sarà più un parente, un familiare o un amico, vi ucciderà, vi farà del male!”."
Lo speaker alla radio mette in guardia i vivi...

"Alan ci pensò su, rivide mentalmente tutte quelle pellicole: da “L'alba dei morti viventi” del 1968, a “Zombi”, poi “Il giorno degli Zombi”, “The land of dead”, “Shaun of the dead”, “Zombi 2”, infine l'ultimo, il remake “L'alba dei morti viventi”, anche “28 giorni dopo” aveva visto. Quelle creature colpite da un virus tipo rabbia, somigliavano a questi nella loro realtà. “Non ho mai visto dei finali a lieto fine” ammise, “i gruppi di sopravvissuti sono sempre fuggiti via, ma la loro sorte non è mai stata chiara allo spettatore.”"
Grazie a mio fratello io posso ritenermi una vera esperta in materia! 😁 Conosco quasi tutti i film horror degli anni 90. 😂

"quel virus aveva battuto la natura."
E mi fermo con questa affermazione apocalittica. È un racconto scorrevole e vi può regalare una mezz'oretta di "sana" adrenalina e tensione. 😉 A proposito! In caso foste interessati al genere vi suggerirei "Il libro dei morti viventi" di Stephen King: una raccolta di racconti agghiaccianti e da brrrivido di diversi altri autori dell'horror (oltre, chiaramente, al maestro!😉).
Il racconto successivo: La grotta di Jeckyr.
Non mi ha entusiasmata come quello precedente, tuttavia, l'immersione nella grotta sotterranea da parte dei quattro amici mi ha fatto accapponare la pelle (sarà stato per la mia lieve claustrofobia?... 😱😁).

"Tutti erano impauriti dell’ignoto. Ciò che non si conosce, provoca istinti sopiti negli esseri umani."
Una grotta particolare, scoperta dai ragazzi su un libro di un autore sconosciuto...
Creature sovrannaturali la abitano, al di là di un portale. L'ingresso dell'inferno attende i quattro giovani. Riusciranno ad uscirne?...

Ve l'ho detto: questa settimana non ho letto molto. Proseguirò a scoprire questi racconti velati di mistero, dal sapore horror.
Ma non ora! Ricordate? Devo continuare a sbellicarmi dalle risate con il mio nuovo romanzo (sempre nella speranza che un'anima pia si diverta a sua volta e decida di pubblicarmelo... 😨😂) e intanto ascolto con molto piacere il rumore della pioggia, in una giornata decisamente più fresca. 😊

mercoledì 22 agosto 2018

Scrivo e intanto rido! 😂

Domenica sera sono salita sul gozzo del mio babbo e abbiamo abbandonato il porto per una battuta di pesca.
I riflessi della luna sulla superficie nera del mare: un sogno! 😍
Gli scherzi e i fiotti d'acqua dei calamari che ho fatto beccare a mio padre in pieno volto... 😕😂 Le sue lamentele e le mie sghignazzate (noi Liguri siamo fatti così a prescindere: ci lamentiamo sempre e comunque! 😂) hanno arricchito la serata e mio marito non ha fatto altro che sorridere, accucciato in poppa, con la lenza tesa. 
Nonostante una fastidiosa e avversa corrente, siamo riusciti a racimolare un bel bottino e poi, chiaramente, ho dovuto cucinare... Calamari ripieni e fritti! 😁
E voi? Come state trascorrendo gli ultimi giorni di questo mese caldissimo?
Devo ammetterlo: amo l'estate esclusivamente per il mare. Ogni anno, in questo periodo, mi preparo ad accogliere a braccia aperte l'autunno e quel fresco venticello che spazza via le foglie arse dal sole estivo. 😮
Sto avvistando alcune belle prospettive in ambito lavorativo (purtroppo non riguardano la scrittura...😥), ma non ne voglio parlare giusto per un pizzico di scaramanzia! 😉😊
Poco fa un mio carissimo amico mi ha chiesto come procede la vendita dei miei libri e... sapete una cosa? In questi giorni ho pensato di mollare la scrittura, ma poi, nell'istante in cui questo pensiero è guizzato nella mia mente, mi è venuta un'idea per proseguire il mio nuovo tragicomico e ho sorriso... 😕😁
E, morale della favola: sto continuando a scrivere, ma non pretendo più nulla. Ormai mi è chiaro quanto sia davvero impervio il cammino che ho deciso di intraprendere, perciò continuerò a divertirmi e, credetemi: nella stesura di questo mio settimo manoscritto sto dando il via libera a tutta la mia voglia di ridere e di giocare! 😁
Proseguono anche le mie letture, seppur con più lentezza.
Ora sto leggendo: Any man, uomini semplici in storie fantastiche di Carlo Francesco Zappulla.
Il mondo di Misy è il primo racconto.

"L’uomo catturò l’attenzione del piccolo cane e disse: “Il migliore amico dell’uomo”. Prese fiato: “Solo che a volte molti cani vengono abbandonati a se stessi.”.
Jack si ritrova catapultato in un altro mondo. Un mondo dove i cani possono comunicare telepaticamente e non c'è nulla di più vero, purtroppo, in questa triste affermazione del protagonista... 😟

"So che non hai mai fatto del male a nessuna creatura, o animale, come li chiamate nel vostro mondo. Ogni cane capisce queste cose, solo che sulla terra non conosce modi per farvelo sapere. Puoi fidarti delle mie parole.".
Le parole del cane. Un passaggio stupendo. ❤ Gli animali sanno leggere il nostro cuore, sempre.

"“E va bene” disse con voce arrendevole, “cominciamo dal principio: l’uomo sulla terra è l’animale più razionale e complesso che ci sia sul mio mondo. Diciamo che lo governa e, a volte, lo fa così male, che riesce a rovinare tutto ciò che lo circonda: compreso natura e animali.”".
Per certi aspetti, questo primo racconto mi ha ricordato molto Il piccolo principe. Una purezza e una dolcezza infinita avvolgono le parole del cane e si assiste ad una presa di coscienza da parte del protagonista, che si ritrova a descrivere il suo mondo: sbagliato e materialista.

Il Cacciatore di taglie è il secondo racconto e, fondamentalmente, tratta la lotta tra il bene e il male. Voglio essere sincera: non mi ha coinvolta granché. 

Il contatto è il terzo racconto e ha come protagonista un ragazzo non molto fortunato che si troverà all'improvviso nei panni del capo di una banda di ladri... 😂 Questo è stato esilarante! 😂
Mi sono fermata qua. Vi farò sapere il mio parere generale al termine di questo ebook. Per ora mi limiterò a dire che è una raccolta di racconti bizzarri e un po' diversi dai soliti racconti! 😀
P.s. Dovete scusarmi, ma oggi il mio tablet deve essere posseduto da una qualche forza oscura: il grassetto vive di vita propria!! 😱😂 Scrivo questa paginetta di diario e intanto rido! 😂

domenica 19 agosto 2018

"Senza più paura" di Roberto Fancellu

Buon giorno e buona domenica! 😊
Ieri ho iniziato a leggere uno degli ebooks presenti nella mia lunga lista e... l'ho terminato poco fa! 😁 Devo approfittarne: tra circa un mesetto riprenderò con i miei impegni quotidiani, perciò mi sto dedicando a ciò che più mi appassiona: leggere e, naturalmente, scrivere. ❤😊
Ieri sera ho cominciato a buttar giù un incipit per il mio nuovo e settimo manoscritto: questa volta un tragicomico. 😉 Mi piacciono le sfide che tendo costantemente a me stessa e mi butto, sempre! 😁
Tornando alla mia ultima lettura... un bel thriller di Roberto Fancellu, dal titolo: Senza più paura.

"Per colpa dell'alcol la mia vita era sempre stata così, affogata nella confusione e straziata dal rimpianto."
Le riflessioni di Massimo Pandolfini, il protagonista del romanzo. Un uomo sofferente, allo sbando, piegato dal vizio dell'alcool. 
Non ha più rapporti con la sua famiglia e incontrerà Sara, una bella operatrice presso l'istituto Antonini, dove l'uomo tenterà di mettere un freno a quella sua terribile e distruttiva dipendenza.

"Il passato è un cane inquieto sempre pronto a morderti le chiappe e mi guardavo bene dallo stuzzicarlo."
Massimo non conserva ricordi nitidi sulla sua infanzia: solo qualche flasback qua e là e un incubo ricorrente che tormenta le sue notti... Un mostro e la sensazione di una fine imminente.

"Osservando gli astanti della serata perfettamente vestiti e compunti stare impalati come stoccafissi a ridere reciprocamente delle loro battutine scialbe dandosi molli pacche sulle spalle, avevo avuto la conferma di quanto già sospettavo al di là della mia giovane età: non avrei mai fatto parte di quel mondo di denaro virtuale e cartapesta, sarei rimasto un outsider."
Il padre era un noto broker. Tra lui e il figlio non era mai corso buon sangue... 
Poi Massimo riceverà una telefonata dalla madre, che lo informerà sul suicidio del padre. 

"Nonostante pensassi di odiare mio padre, in fondo al cuore avevo sempre saputo che non era così. Rimpiangevo terribilmente il mancato rapporto con lui, credevo che, prima o poi, le cose tra noi sarebbero potute migliorare; purtroppo quell'illusione si era infranta come un insostituibile vaso pregiato, lasciando, al suo posto, un disarmante senso di ineluttabilità."
Il protagonista credeva di avere più tempo: tempo per ritrovare suo padre, tempo per ottenere da lui delle spiegazioni circa quel costante odio nei suoi stessi riguardi... Massimo dovrà raggiungere da sé la verità e uno psicopatico entrerà in scena a tal proposito, lasciandogli qualche ricordino: un mini pony, una fotografia tagliata e degli strani messaggi criptici firmati: Starsky.

"Stavo guardando letteralmente la morte in faccia, non solo quella del Maestro, anche la mia, vedevo l'assurdità dell'esistenza umana in tutta la sua spietata crudeltà: noi sogniamo, amiamo e desideriamo, alcune cose riusciamo a realizzarle, altre le accarezziamo solamente, ma è tutto inutile perché la morte non aspetta né rispetta nessuno e nulla può sconfiggerla, quando le Parche tagliano il filo possiamo soltanto arrenderci e soccombere pregando in una fine misericordiosa ed indolore."
L'ineluttabilità della morte lo fa riflettere e non si sente poi così indifferente di fronte al Maestro (ovvero suo padre) disteso senza vita e, per una volta, inespressivo.

"tra le sue braccia mi fece sentire amato e protetto; di fronte a lei scoprivo tutta la mia vulnerabilità senza sentirmi nudo e in imbarazzo; ciò mi spaventava e confortava, ero svuotato, stanco, ma non a disagio. Poteva considerarsi amore? Non lo sapevo, però immaginavo ci si avvicinasse parecchio."
Sara riesce a stravolgere la sua vita, ma Massimo è altamente instabile e non comprende la vera importanza di quella relazione...

"Scrissi di mio padre, dell'amore e della rabbia verso quel bastardo in cravatta e completo, e di mia madre pronta ad assecondarlo sempre in qualunque decisione giusta o sbagliata. Come fossi il ricettacolo di un qualche spirito che si esprimeva attraverso di me, continuai a scrivere seguendo un flusso dove ricordi rimandavano ad altri ricordi finché, come in un gioco di scatole cinesi, tornai all'unica volta in cui mio padre mi aveva abbracciato dicendomi “ti voglio bene.” Avevo nove anni."
Una serie di sentimenti contraddittori lo tartassano. In fondo in fondo, lui non ha vissuto altro che per quel "ti voglio bene"; nonostante tutto... Ma vi svelo un piccolo segreto: non è proprio un sentimento ostile quello del padre nei confronti del figlio, ma questo sarà chiaro sul finale del romanzo e qui mi zittisco! 😉

"La mia vita era sempre stata un paradosso: ero nato il giorno dei morti; venivo da una famiglia ricchissima, ma me la cavavo meglio conducendo un'esistenza ai margini estremi della società; sarei dovuto essere l'erede di un magnate della finanza, invece somigliavo più a un reietto che ad altro."

"Non credo di esser nato con un vuoto nel cuore, non più di quanto una persona possa nascere con il bisturi in mano o con gli scarponcini da calciatore ai piedi. Ero venuto al mondo sano e normale, ma quel sentimento di solitudine ed angoscia si era fatto strada dentro di me da quando avevo memoria. Prima sotto forma di un flebile bisbiglio che era andato trasformandosi in una voce più forte di qualsiasi altra, la voce del fallimento e del rimprovero, la voce di mio padre. Negli anni mi era penetrata dalla testa fino nelle viscere creando un buco nero in grado di fagocitare ogni cosa buona ed allargare sempre più l'immensa voragine sul bordo della quale mi trovavo ogni giorno a camminare. Da quando ero un bambino avevo cercato qualcosa capace di frastornarmi abbastanza da non udirla più, che tenesse a bada quel senso di sconfitta perenne ed estraneità o almeno lo attutisse. Un giorno l'avevo trovata."
Massimo inizia a bere, a fumare, a drogarsi per non pensare; per sorvolare su quella grossa voragine che gli si è scavata dentro. 😟 Ho provato tanta tristezza per lui.

"Il passato è diventato un brutto incubo, ho smesso di farmi domande e credere che ci sia un senso a tutto, cominciando a convincermi di non potermi opporre al destino semplicemente perché non ne esiste uno. È solo il caos a governare le nostre azioni, ed in questo tumulto disordinato e chiassoso le cose possono andarci bene oppure no, facciamo parte di una grande lotteria senza meriti o demeriti nella quale tutto si riduce a una questione di fortuna."
Lo psicopatico che ha rapito Massimo, la madre e Sara crede nel caos. Un uomo che ha molto in comune con il protagonista del racconto e, forse, lui è la vera vittima di tutta la storia... Il suo passato è davvero doloroso e Massimo ne è in parte responsabile...

"Spesso mi era capitato di paragonare gli esseri umani a delle macchine: come loro, funzioniamo per un po', presto o tardi ci guastiamo, e alla fine veniamo abbandonati a marcire. A presiedere questo complicato e incomprensibile meccanismo chiamato vita c'è il cervello, sono sempre stato affascinato dal suo funzionamento. Una volta lessi che può modificare un ricordo, distorcerlo o bloccarlo, ma non cancellarlo del tutto, ed ora vivevo questa esperienza di persona: quella filastrocca era la prima reminiscenza compiuta e completa di mia sorella morta trent'anni prima."
I ricordi. Il cervello può distorcerli, modificarli, ma non cancellarli. In questo ho trovato una grande analogia con il mio Riflessi di coscienza.

"È impossibile fermare i ricordi, una volta tornati a galla sono implacabili e persistenti al pari delle illusioni e dei rimpianti."

"Questa storia mi ha anche insegnato che tutto è azione e reazione, ci sono mille motivazioni più o meno consce a muovere le persone, e ognuna di esse ha sempre una ripercussione."
Il finale di questo romanzo così crudo e intrigante. Mi è piaciuto!
P.s. Ho contattato Sebastian Fitzek per complimentarmi con lui (con il mio Tedesco stentato) per il suo avvincente romanzo e non potete immaginare l'emozione che ho provato nel leggere la sua risposta gentile ed entusiasta! 😊😀

mercoledì 15 agosto 2018

"Il Ladro di anime" di Sebastian Fitzek

Divorato anche questo thriller psicologico di Sebastian Fitzek!

"Non è che ho paura di morire.
Solo che non voglio esserci quando accadrà."
Woody Allen.
Si apre così Il Ladro di anime, riportando questa citazione di Woody Allen. Mica male, non trovate? 😉😁 Per un attimo mi ha fatto ricordare il quadrifarmaco di Epicuro... 😕😂
Il protagonista: un professore di psicologia, del quale scopriremo l'identità solo sul finale. E la sorpresa ci coglierà del tutto impreparati, lasciandoci letteralmente a bocca spalancata. 😮
Il professore avvia un esperimento con alcuni studenti, in quella che un tempo si trattava della lussuosa clinica psichiatrica Teufelsberg, sul colle più alto di Berlino.
All'esperimento parteciperanno solo due studenti: Lydia e Patrick. Gli altri ragazzi decidono all'ultimo momento di ritirarsi (dopo aver ricevuto dalla mano del professore la dichiarazione con cui essi avrebbero sollevato l'istituto da ogni responsabilità per eventuali danni psicosomatici che potevano insorgere in seguito a quell'esperimento... 😕).

"Sulla copertina si leggeva il titolo, Il Ladro di anime.
L'illustrazione mostrava la sagoma indistinta di un uomo in mezzo alla neve mentre correva verso una villa che si scorgeva in lontananza.
"Non lasciatevi ingannare dall'apparenza. A prima vista sembra un romanzo come tanti altri, ma è molto di più"".

E, come se non bastasse, lo scrittore mette in guardia anche noi lettori: potremmo riportare dei danni in seguito a questa lettura... 😱😂

"P.s.: Niente paura, quello che avete letto è un romanzo, non una vera cartella clinica. Sono pronto a giurarlo. Quasi."
Riporta questo tra le ultime righe dell'appendice, ringraziamenti e scuse. Un autore davvero in gamba e con un grande senso dell'umorismo! 😁

Ho trovato il romanzo eccezionale, geniale, strabiliante! Il filo carico di tensione che Fitzek lancia al suo lettore tenendolo con forza fino all'ultima pagina dei ringraziamenti. Non solo... Di tanto in tanto gli inietta un po' di adrenalina e lo catapulta in un mondo quasi irreale dove l'ipnosi diventa il peggiore degli incubi e il sopor gli toglie letteralmente il fiato.
I ragazzi dovranno semplicemente leggere una cartella clinica (è realmente una cartella clinica o si tratta di un romanzo?). 
Altro elemento, secondo me, originale e intrigante: l'idea del romanzo nel romanzo. Spettacolo! 
La prova sembra semplice, no? Eppure... 
La cartella clinica espone una terribile vicenda verificatasi una notte della vigilia di Natale, presso la clinica Teufelsberg.
Caspar (soprannominato così dal personale della clinica, in seguito ad un incidente che gli ha provocato un'amnesia retrograda, ovvero una perdita della memoria biografica) dovrà ricostruire la sua storia personale proprio in quella notte, quando lui, il direttore e primario Samuel Raßfeld, la dottoressa Sophia, il bizzarro infermiere Tom Schadeck, il dottor Jonathan Bruck, i pazienti e i dipendenti della clinica scoprono di essere rinchiusi nella struttura insieme a un terribile serial killer: il famigerato ladro di anime.


"In fondo che differenza c'è tra la morte e una vita senza identità?"
"Il ricordo è come una bella donna... Se le corre dietro la eviterà annoiata, ma appena rivolge la sa attenzione altrove sarà lei, gelosa, a venirla a cercare".
"In realtà si era nascosto, e non nella casa di cura, ma in un posto dove nessuno poteva trovarlo: in se stesso."
Deve essere tremendo: non ricordare più la propria identità... Potremmo essere chiunque: un medico, un avvocato o un serial killer, perché no! 😱😉
Il ladro di anime ha già ucciso tre donne, senza fare loro del male fisico, ma intrappolando le loro anime: seppellendole vive nei loro traumi tramite un'ipnosi forzata, facendo rivivere alle vittime un momento traumatico della loro esistenza e poi provocando di proposito la perdita della relazione ipnotica.

"Li sbatteva all'inferno e buttava via la chiave."

La sindrome "locked-in": il cervello è ancora funzionante, ma non è più in grado di stabilire contatti con il mondo esterno.
Vi lascio questo pezzo:

"Si dice che gli uomini manifestino la loro vera natura nelle situazioni estreme. Quando le circostanze non permettono più di agire secondo i valori inculcati da anni di condizionamento esterno. Così una crisi diventa come un coltello affilato: toglie la buccia e lascia uscire il nocciolo, la condizione primigenia, non ancora formata e di solito dominata dall'istinto, in cui lo spirito di sopravvivenza prevale sulla morale."
Perciò, nelle situazioni estreme saremmo veramente noi stessi?! Lo spirito di sopravvivenza batte ogni morale. E voi che cosa ne pensate? 

Ora voglio concludere questa mia paginetta spiegazzata di diario augurandovi un felice ferragosto. Per me non lo sarà e vi dico il motivo: la tragedia del crollo del ponte Morandi mi ha toccata profondamente e non c'è niente da fare: riesco sempre a immedesimarmi nelle situazioni e, a volte, mi sembra di avvertire il lancinante dolore dei familiari delle vittime, che, in questa giornata di festa, non riusciranno a fermare le lacrime. Non voglio usare tante parole, ci terrei a dire a tutti loro che gli sono vicina e che rivolgerò un pensiero ai loro cari che ci hanno lasciati.
Genova ❤

venerdì 10 agosto 2018

"L'altra metà della divisa" di Carlotta Fornara

Ho letto, anzi: divorato un nuovo libro in soli due giorni! 😉😊 Anche questo in formato digitale (devo smaltire tutti gli ebooks acquistati per far "respirare" un po' il mio tablet, ricordate?... 😂). Si intitola: L'altra metà della divisa e l'autrice è Carlotta Fornara.
È un thriller/poliziesco ed è ambientato proprio nella mia regione, in Liguria, tra Imperia, Arma di Taggia, Triora e Genova. ❤
È bello e quasi commovente leggere le descrizioni dei luoghi in cui hai speso alcuni anni della tua vita... 
Arma di Taggia e Imperia mi hanno subito fatto riaffiorare alla memoria il lontano ricordo di un mio fidanzatino, ai tempi dell'università. Triora mi ha riportata indietro ad una festa tenuta in quel paese, in occasione di un Halloween e Genova... Genova è nel mio cuore. 
Genova mi ricorda i trenta e lode ottenuti all'università, il chiacchiericcio con le mie compagne di corso in via Balbi, nella zona del porto, o in piazza delle Erbe e poi mi sento legata al nostro capoluogo di regione perché mio nonno e diversi miei parenti vivevano lì.
Alcune parole del dialetto ligure incontrate nei dialoghi del libro mi hanno fatta sorridere (mi capita spesso di parlare in Ligure a mio figlio, giusto per fare in modo che le nostre tradizioni non si perdano, proprio come facevano i miei genitori. P.s. Credo di non averli mai sentiti parlare in Italiano tra di loro... 😊).
Ora accantono un attimo questa mia dolce nostalgia e vi espongo in linea di massima la trama del romanzo (non troppo, altrimenti rischierei di danneggiare Carlotta, una scrittrice di Lettere Animate come me! 😉😊).
Sonia Rosti è un carabiniere e le viene ordinato di scortare Cesare Viale, un detenuto del carcere di Valle Armea, fino al penitenziario di Genova, dove verrà interrogato in seguito ad un furto commesso in casa dell'avvocato Stella.
La donna, chiaramente, non è sola: al suo fianco ci sono Beghello e Manni, due suoi colleghi.
Ma qualcosa va storto: un tamponamento stradale, in seguito al quale Sonia e Beghello perderanno coscienza, mentre Viale viene giustiziato. L'unico sospettato: il collega Manni. Le cose si ingarbugliano... 
Sonia, a differenza del maresciallo Parodi (che non la vede di buon occhio dopo alcuni trascorsi...), non crede nella colpevolezza del collega e inizia ad indagare riallacciando i rapporti con Marino, un agente della omicidi di Genova, con il quale aveva avuto una relazione improntata principalmente sul sesso... 😮😂
Sonia è una donna molto passionale e le storie di sesso non mancano nel suo passato e nel suo presente!
A proposito: ritenete il sesso un elemento irrinunciabile in una storia? 
A mio parere, il sesso è importante e, spesso, appiccica il lettore alle pagine di un libro; tuttavia, resto dell'idea che non si dovrebbe esagerare con questa - chiamiamolo così - "piacevole piega delle relazioni sociali"! 😂 
Non mi ritengo una bigotta, però credo ancora nell'importanza di quel momento, che dovrebbe racchiudere e coronare l'intimità, i corpi e anche le anime di due persone. 
Oggi se ne parla troppo, a mio avviso, e, spesso, si trasforma in mero divertimento. Okay, sarò troppo all'antica e, con molte probabilità, in questo preciso istante mi starò attirando battute di sdegno, ma resta il mio pensiero. Il sesso è molto di più di un incontro tra due corpi, molto di più di sudorazione e gemiti. Il sesso è fusione, il sesso non può esistere senza l'attrazione mentale, né senza l'amore. Basta! Vi ho esposto il mio parere, ma ora mi fermo. 😁

"Vorrebbe possederne una e navigare in mare aperto, per godersi l'odore del salino, farsi cullare dalle onde, come quando da piccola il papà la portava con lui e i suoi amici a pesca: partivano prima dell'alba su una piccola barchetta, con le canne montate e tutte le esche pronte. Il piccolo motore li accompagnava a fatica fino al largo, e quando si fermavano calavano l'amo in mare in attesa che qualcosa abboccasse. Sonia era affascinata dal mulinello che girava e dalla concentrazione di tutti i presenti per non perdere l'attimo preciso in cui il galleggiante veniva tirato a fondo da qualche sventurato pesce. L'unico aspetto negativo per Sonia era l'estremo silenzio, per non rischiare di spaventare le vittime: era una bambina molto loquace e sempre pronta a esternare i suoi pensieri e quel rigoroso silenzio la infastidiva, mentre adesso vorrebbe poter tornare indietro nel tempo.".
Questa parte mi ha ricordato quando il mio babbo mi portava a pesca con lui, sul suo gozzo. Andavamo al bollentino e non posso cancellare dalla mente un'immagine: un secchio pieno di stringhe (dei pesciolini rosa allungati simili a serpenti, che oggi non sono più molto presenti nel nostro mare) e il vetro che utilizzavamo all'alba, appoggiato sull'acqua, per scorgere le seppie. 😍 
Lo scroscio dell'acqua contro la barca e i remi di mio padre che fendevano il mare. Il profumo di salino sulla pelle e sulle canne da pesca. Un sogno!

"Solo gli stupidi non cambiano mai idea." 
"Le idee si cambiano se c'è una prova a giustificarlo."
Chiaro, no? Concordo. Soltanto gli stupidi si fissano su un'idea. Le idee vanno smontate e rimontate continuamente, sempre se abbiamo delle buone e attendibili prove per farlo. 😉

"... i fari delle auto che illuminano la pioggia fine che inizia a scendere dal cielo, le persone che camminano a passo svelto per ripararsi, ignare o indifferenti al mondo sbagliato e criminale in cui vivono."
"Si accosta alla finestra e guarda fuori, le auto che passano, le persone che parlano tra loro, i locali affollati. Tutto si muove in automatico, giorno dopo giorno; nonostante il male, le malattie e le morti, l'uomo affronta la propria quotidianità, ignaro e menefreghista.".
La vita che procede senza fermarsi. Di tanto in tanto ammicchiamo alle nostre spalle per poi tornare a guardare dritto davanti a noi. È così che funziona.
Sonia ha un passato doloroso alle spalle, che va a bussare alla sua porta di notte, quando si addormenta. Un caso di violenza subita durante la sua infanzia...
Cesare Viali ha toccato qualcosa che non avrebbe dovuto toccare: un documento che incastrerebbe un uomo molto importante.
Sonia e Marino riusciranno a sbrogliare la matassa di questo torbido caso? Non ve lo dico, si intende. 😝😂
L'autrice è stata bravissima ad incastrare ogni tassello: tutto, alla fine, coincide. I dialoghi sono ben strutturati e scorrono catturando via via sempre di più la nostra attenzione. 
Viene toccata una tematica terribile, che, personalmente, mi fa accapponare la pelle: la pedofilia. Credo che Carlotta abbia fatto una scelta davvero coraggiosa affrontando uno dei reati/perversioni, per me, più grave che possa esistere sulla faccia della Terra. Quindi i miei complimenti, Carlotta! Sì, il romanzo mi è piaciuto.
Ma ieri mattina, scendendo nel negozietto sotto casa mia, non ho potuto far a meno di acquistare un nuovo libro... 😕😂 Questa volta un bel cartaceo da sfogliare e da annusare. Si intitola: Il ladro di anime di Sebastian Fitzek e... sì, ho già iniziato a leggerlooo! 😂

P.s. entro fine settembre proverò a partecipare ad un'iniziativa editoriale inviando un mio racconto... Sto correggendo e, nel frattempo, ultimando il mio sesto manoscritto (ho anche preso l'abitudine di andare al mare di notte, con mio marito e il nostro bimbo... Spettacolo!). 😉 Un bacione a tutti. 😘😘

mercoledì 8 agosto 2018

"La metamorfosi e altri racconti" di Franz Kafka, a cura di Patrizio Sanasi

Non potevo perdermi un'occasione del genere: ho trovato sul web "La metamorfosi e altri racconti" di Franz Kafka in superpromozione (a dire il vero non ho sborsato il becco di un quattrino... 😉 E cose come queste riempiono noi Liguri di orgoglio!! 😂) e l'ho fatto mio senza la minima esitazione (allungando così la lista di ebooks da smaltire sul mio tablet... 😕😂).
"Kafkiano", ovvero: assurdo, incomprensibile.
Quanto è vero! 😕😁 Ed è proprio in questo che risiede la maestria dello scrittore boemo (ne parlo apposta al presente perché uno scrittore, secondo me, vivrà in eterno e specialmente uno del calibro di Kafka!): i protagonisti, i loro atteggiamenti e i luoghi in cui egli ambienta le sue storie sono inusuali e rivelano l'incomprensibilità delle situazioni in cui viene a trovarsi l'esistenza umana.
La consuetudine e la "normalità" di alcuni gesti e comportamenti che vengono a cozzare con nuove realtà; realtà "anormali" fino a qualche tempo fa che si tingono di normalità... 😨 Niente di più attuale, a mio parere (ma non entrerò nell'argomento: non mi ritengo un'opinionista esperta e nemmeno una sociologa o quant'altro...).
I racconti della raccolta (curata da Patrizio Sanasi) sono quindici. Ve li elencherò in ordine, ma mi soffermerò su quelli che mi hanno colpita maggiormente.

LA SENTENZA
" "Cari genitori, pure vi ho sempre amati" e si lasciò poi cadere giù. ".
Il protagonista si chiama Georg. È un imprenditore e mantiene uno scambio epistolare con un suo vecchio amico trasferitosi in Russia.
Georg ha perso la madre e vive con il padre anziano. Di lì a poco avrebbe annunciato all'amico il suo fidanzamento con una ragazza, ma qualcosa va storto...
Inizialmente non se la sente di rendere l'amico partecipe delle sue gioie, dal momento in cui questi ha dovuto far fronte a diversi fallimenti in ambito lavorativo e alla fine Georg si toglie la vita.
Il motivo? Un'accesa lite con il padre, il quale avrebbe accusato il figlio di essersi dimenticato di tutto e di tutti. 😟

LA METAMORFOSI
Gregor Samsa è il protagonista del racconto di Kafka (forse uno dei più famosi). È un commesso-viaggiatore e una mattina si sveglia scoprendo di essersi traformato in uno scarafaggio... 😨 La tipica situazione "kafkiana": l'autoriconoscimento e l'autoaccettazione da parte di Gregor della sua nuova forma in men che non si dica!
I genitori lo evitano: la madre rischia di svenire ogni volta in cui lo intravede da sotto il divano. L'unica compassionevole nella famiglia sembra Grete, la sorella, la quale gli porta i resti dei loro pasti e gli pulisce la stanza non appena le è possibile.
"Gregor venne avanti un altro poco, tenendo il capo rasente al suolo, sforzandosi d'incontrare quegli occhi. Dunque, era proprio una bestia se la musica a tal punto lo affascinava?".
Volete sapere una cosa? La parte finale di questo racconto mi ha straziato il cuore. Gregor adora sentire il suono del violino di Grete e, infatti, aveva intenzione di offrirle una somma di denaro per essere ammessa al conservatorio. Ma gli eventi insoliti ("kafkiani" per l'appunto...) non gli permettono di esaudire quel suo desiderio e, alla fine, anche Grete lo scaccerà via ripugnata da quella sua nuova presenza, alla quale nessuno potrà adattarsi.
Un finale molto, molto triste. Gregor supportava economicamente la sua famiglia, ma non appena perde l'idoneità fisica per lavorare, la famiglia gli si rigira contro e lo tratta come se fosse sempre stato uno scarafaggio...

IL NUOVO AVVOCATO
Non mi soffermerò su questo racconto. Vi dico soltanto che Bucefalo è un nuovo avvocato del foro e che sale i gradini come un animale. Bucefalo non ha più il suo Alessandro Magno, perciò non gli resta che normalizzarsi e intellettualizzarsi.

UN MEDICO DI CAMPAGNA
"Mi trovavo in grande imbarazzo: ero nell'imminenza di partire per un viaggio urgente...".
Un medico di un paesino di campagna viene chiamato da un paziente. Il cavallo del medico è morto, perciò dovrà chiedere aiuto ad uno stalliere (malintenzionato nei riguardi della sua governante, Rosa...). Il medico raggiunge il paziente e rinviene una grossa ferita sul suo corpo, dalla quale fuoriescono vermi grossi quanto il suo dito mignolo! Lasciatemelo dire: bleah!!!!
Alla fine, il paziente era lo stesso medico e la ferita era Rosa, la sua governante: il medico si sentiva in colpa per averla lasciata da sola in compagnia dello stalliere...

IN GALLERIA, UN VECCHIO FOGLIO, UNA VISITA IN MINIERA
Questi sono i racconti successivi, che, a dire il vero, non mi hanno particolarmente entusiasmata, perciò, se desiderate qualche notizia in più in proposito: andateveli a cercare sul web! 😜😂

IL VILLAGGIO VICINO
Avrei tanto voluto riportare un passo di questo racconto, ma sarei scivolata sullo spoiler: il racconto conta sì e no una decina di righe! 😂
Il protagonista è un uomo anziano e con lui la sua cognizione del tempo, legata all'età. Non riesce ad immaginarsi che un giovane possa raggiungere il paese accanto senza impiegarci tutto il tempo della sua esistenza...
Credo che questo racconto nasconda una profondità infinita: lo scorrere del tempo e la sua relatività.

UN MESSAGGIO DELL'IMPERATORE, IL TORMENTO DEL CAPOFAMIGLIA, UNDICI FIGLI, UN FRATRICIDIO
Tra tutti questi racconti, Il tormento del capofamiglia è stato quello che mi ha colpita di più. Il protagonista è un Odradek (penso si tratti di uno strumento casalingo, ma non ne sono sicura... pare sia una creatura simile ad un rocchetto di filo... 😕) e assilla il capofamiglia perché esso gli sopravvivrá! 😕😂

UN SOGNO 
Torna come protagonista Josef K. Egli sogna un artista che sta disegnando in oro le lettere del suo nome su una lapide...

RELAZIONE PER UN'ACCADEMIA
No, no, le stranezze non sono ancora finite! Il protagonista di questo racconto è nientemeno che una scimmia tramutatasi in uomo da cinque anni.
L'animale viene rapito da alcuni marinai e costretto a vivere in una gabbia durante il viaggio di ritorno della ciurma. Stipata in quella gabbia la scimmia impara ad atteggiarsi alla stregua degli uomini non per raggiungere la libertà (perché quella - constata la stessa scimmia - non ce l'avevano nemmeno gli uomini), ma per avere un semplice "scampo". Una sorta di adattamento mirato alla sopravvivenza...

NELLA COLONIA PENALE
Ve lo confesso: ho trovato questo ultimo racconto stomachevole! La tortura cui l'ufficiale sottopone i suoi condannati (chiaramente, restando nel "kafkiano", senza una minima possibilità di difesa da parte dell'imputato e di processo non se ne parla nemmeno...) è a dir poco raccapricciante! Avete presente il film Hostel di Quentin Tarantino? Beh, la macchina di tortura descritta da Kafka ricorda molto una delle modalità di uccisione da parte dei pazzi squilibrati del film splatter.
Degli aghi che incidono le carni dei condannati, riportando le "presunte" accuse sulle loro pelli (a mo' di tatuatore diciamo... 😕) e infine questi aghi trapassano il loro corpo dopo dodici ore di pura agonia. Terribile, non trovate? 😨

Comunque Kafka continua a piacermi e a stuzzicare il mio interesse, non c'è dubbio. Deve essere stato davvero un tipino strano... 😕😁 Ma geniale nella sua stranezza. Unico e credo inimitabile.



sabato 4 agosto 2018

"La chiave del portale" di Nadia Boscu

Fa caldo, troppo caldo! 😱😂 Ci si squaglia persino restando immobili, persino leggendo... 😠
Oggi ho approfittato dell'assenza di mio figlio (che se ne è andato al mare con un suo amico 😊) per portare a termine una curiosissima lettura iniziata pochi giorni fa.
Ho letto La chiave del portale di Nadia Boscu e, pur non essendo un'amante del genere fantasy, posso tranquillamente affermare di essere stata coinvolta da questa storia e catapultata in altri mondi! 😮

"Poi ricordò che i cuccioli d’uomo possedevano delle grandi risorse, sconosciute perfino ai loro genitori; d’altra parte era la razza dominante e la natura sapeva il fatto suo, rifletté Fagus."
Fagus è il Guardiano di uno dei magici portali e, poco prima di esalare il suo ultimo respiro, lascia i suoi poteri al piccolo Giuseppe, incontrato per puro caso in un bosco. Giuseppe sarà il suo erede. 
È proprio vero: i bambini hanno risorse sconosciute persino ai loro genitori... Noi dobbiamo insegnare loro a vivere in società, ma loro ci ricordano quotidianamente quanto siano importanti le emozioni e quanto sia fondamentale esprimere ciò che conserviamo dentro senza vergognarcene. I bambini ci insegnano l'amore e la purezza, su questo non c'è dubbio.


"ora vedeva tutto sotto l’ottica del proibito, per cui avvolto da un’ulteriore magnificenza."
Angela è una studentessa delle medie e mostra interesse alle parole utilizzate dalla sua insegnante per descrivere i castelli che i suoi compagni visiteranno durante una gita scolastica. I genitori della ragazza, forse iperprotettivi, non le permettono di unirsi a quel viaggio di istruzione (cambieranno idea successivamente... 😉) e Angela si sente ancor più attratta da quelle descrizioni.
È vero? Il proibito è avvolto da una veste di fascino? 😕 Ma sì... Io credo di sì. Alcune volte commettere un atto estraneo alle nostre abitudini ci spinge un po' di adrenalina in circolo, che ne dite? 😉 Il fascino del proibito... Basta non farsi prendere troppo e restare con i piedi per terra, accompagnati da una buona dose di buonsenso, si intende! 😉😁

"Angela era persa in quel mondo in cui esiste solo l’istante presente, senza strascichi dal passato, né ritorsioni per il futuro; a quell’età si vive in quei bellissimi e fulgidi attimi che la vita ti mette davanti, senza analizzarli troppo, senza dargli peso. Si vivono intensamente e basta."
L'adolescenza: l'hic et nunc. Quanta incoscienza ci accompagna in questa particolare fase della vita?! Eppure l'adolescenza è bella proprio per quel motivo! Spensieratezza e sorrisi. 😊 

"Era rilassante l’atmosfera che si respirava in un piccolo borgo, riconobbe Giuseppe. L’ultima volta che ci era stato era troppo piccolo per notare la differenza con la vita frenetica della città, dove tutti correvano di qua e di là, senza in realtà badare a nulla. Sapeva perfettamente che molti di quei giovani avrebbero preferito di gran lunga andare ad abitare in una grande metropoli, ma lui al contrario avrebbe tranquillamente barattato la sua vita per stare a due passi dalla natura e in quell’atmosfera familiare e accogliente."
Chi la pensa come Giuseppe alzi la mano! 🙋😁 Assolutamente sì: la natura, il verde e l'aria buona. Non amo la frenesia cittadina ed è per questo che vivo in un paesino immerso nel verde, a pochi passi dal mare. 😊
Comunque, Giuseppe è in cura da un analista a causa di alcuni strani sogni che affollano le sue notti e lo rendono inquieto. Il ragazzo scoprirà durante la sua imminente avventura di non aver mai sofferto di disturbi psichici. I suoi sogni erano una sorta di premonizioni... Erano reali.


"il paese sotto di loro era avvolto da una luce dorata che accendeva i tetti delle case di un colore arancio vivo, in forte contrasto col bianco dei muri e l’argento delle pietre nelle stradine del centro storico. Il cielo si tingeva di rosa e blu in modo delizioso; i due colori si mescolavano creando una tavolozza degna di un grande pittore, capace di dare luce, colore e ombra, in giusta proporzione, al fine di ottimizzare l’opera."
L'autrice ci offre diverse descrizioni dei paesaggi a dir poco meravigliose e incantevoli! 😮😍
Giuseppe scoprirà di essere il primo Guardiano del bosco di Donnor e dovrà affrontare alcune prove per riappropriarsi della chiave del portale, andata perduta tredici anni prima, durante una battaglia tra la luce e le tenebre. Il protagonista farà la conoscenza di nuove creature come gli alari (Liricase è un'esploratrice e fa parte degli alari: impossibile non provare stima nei suoi riguardi... 😉), i geota, i Giardinieri e il suo cammino si incrocerà con quello di Angela, la quale si rivelerà una Portatrice di Luce.
Ma non posso sbilanciarmi troppo: vi ho raccontato già molte cose e la storia va letta gradatamente, cullati e trasportati dalle parole impregnate di dolcezza e magia di Nadia.
Mentre stavo leggendo ho avuto più volte la sensazione di essere sospesa su una nuvola di polvere dorata. Sospesa su mondi fatati. Stregata dall'idea dell'esistenza di altre creature viventi. Le parole di Nadia mi hanno avvolta e riscaldata. Mi è sembrato di poter tornare indietro, ai tempi della mia infanzia, nelle fantasie che mi animavano (e che mi animano tuttora! 😉😁).

"Noi le chiamiamo tenebre, come comunemente gli umani indicano ciò che è molto oscuro e si contrappone alla luce. Così operano: insinuando, portando discordia e guerre, disperazione e corruzione; facendo sì che gli esseri esprimano quanto di peggio possano avere nell’anima, per poi renderli schiavi della loro stessa oscurità» disse Miago d’impeto, «…infiltrandosi nei cuori dei più deboli, rendendoli marionette nelle loro mani, fino a consumarli» continuò con rabbia. "

"Questa era la sua forza: entrare nel cuore di coloro che erano deboli alle lusinghe, alle promesse di una vita facile e agiata, che bramavano il potere. Così le tenebre riuscivano a dominare interi mondi, corrompendone gli animi, svuotandoli, divorandone le speranze e le gioie; avvolgendoli nel sudario del nulla, mentre dava loro l’illusione di ottenere tutto."
Le tenebre che offuscano la mente e illudono i più deboli servendosi di adulazioni.

“È vero. I nostri cuori sono deboli e corruttibili, eppure molti si rialzano, si pentono, sperano… e osano sfidare l’oscurità.”
 I pensieri di Giuseppe erano offuscati dal dolore per l’intromissione nella sua testa, ma sperava di essere chiaro e convincente. “La vera forza sta nel vedere le tenebre e nonostante ciò essere capaci di scorgere la luce dietro di esse, o ancora meglio: riuscire ad attraversarle senza esserne divorati” 
La vera forza sta nel guardare in faccia il male e oltrepassarlo. La vita è un cammino tortuoso e spesso ci presenta innumerevoli ostacoli, sta a noi vincerli, lasciando che trionfi la luce sulle tenebre. ❤
Un bel libro: magico e brillante. E complimenti alla fervida immaginazione dell'autrice! Grande! 😘