mercoledì 15 agosto 2018

"Il Ladro di anime" di Sebastian Fitzek

Divorato anche questo thriller psicologico di Sebastian Fitzek!

"Non è che ho paura di morire.
Solo che non voglio esserci quando accadrà."
Woody Allen.
Si apre così Il Ladro di anime, riportando questa citazione di Woody Allen. Mica male, non trovate? 😉😁 Per un attimo mi ha fatto ricordare il quadrifarmaco di Epicuro... 😕😂
Il protagonista: un professore di psicologia, del quale scopriremo l'identità solo sul finale. E la sorpresa ci coglierà del tutto impreparati, lasciandoci letteralmente a bocca spalancata. 😮
Il professore avvia un esperimento con alcuni studenti, in quella che un tempo si trattava della lussuosa clinica psichiatrica Teufelsberg, sul colle più alto di Berlino.
All'esperimento parteciperanno solo due studenti: Lydia e Patrick. Gli altri ragazzi decidono all'ultimo momento di ritirarsi (dopo aver ricevuto dalla mano del professore la dichiarazione con cui essi avrebbero sollevato l'istituto da ogni responsabilità per eventuali danni psicosomatici che potevano insorgere in seguito a quell'esperimento... 😕).

"Sulla copertina si leggeva il titolo, Il Ladro di anime.
L'illustrazione mostrava la sagoma indistinta di un uomo in mezzo alla neve mentre correva verso una villa che si scorgeva in lontananza.
"Non lasciatevi ingannare dall'apparenza. A prima vista sembra un romanzo come tanti altri, ma è molto di più"".

E, come se non bastasse, lo scrittore mette in guardia anche noi lettori: potremmo riportare dei danni in seguito a questa lettura... 😱😂

"P.s.: Niente paura, quello che avete letto è un romanzo, non una vera cartella clinica. Sono pronto a giurarlo. Quasi."
Riporta questo tra le ultime righe dell'appendice, ringraziamenti e scuse. Un autore davvero in gamba e con un grande senso dell'umorismo! 😁

Ho trovato il romanzo eccezionale, geniale, strabiliante! Il filo carico di tensione che Fitzek lancia al suo lettore tenendolo con forza fino all'ultima pagina dei ringraziamenti. Non solo... Di tanto in tanto gli inietta un po' di adrenalina e lo catapulta in un mondo quasi irreale dove l'ipnosi diventa il peggiore degli incubi e il sopor gli toglie letteralmente il fiato.
I ragazzi dovranno semplicemente leggere una cartella clinica (è realmente una cartella clinica o si tratta di un romanzo?). 
Altro elemento, secondo me, originale e intrigante: l'idea del romanzo nel romanzo. Spettacolo! 
La prova sembra semplice, no? Eppure... 
La cartella clinica espone una terribile vicenda verificatasi una notte della vigilia di Natale, presso la clinica Teufelsberg.
Caspar (soprannominato così dal personale della clinica, in seguito ad un incidente che gli ha provocato un'amnesia retrograda, ovvero una perdita della memoria biografica) dovrà ricostruire la sua storia personale proprio in quella notte, quando lui, il direttore e primario Samuel Raßfeld, la dottoressa Sophia, il bizzarro infermiere Tom Schadeck, il dottor Jonathan Bruck, i pazienti e i dipendenti della clinica scoprono di essere rinchiusi nella struttura insieme a un terribile serial killer: il famigerato ladro di anime.


"In fondo che differenza c'è tra la morte e una vita senza identità?"
"Il ricordo è come una bella donna... Se le corre dietro la eviterà annoiata, ma appena rivolge la sa attenzione altrove sarà lei, gelosa, a venirla a cercare".
"In realtà si era nascosto, e non nella casa di cura, ma in un posto dove nessuno poteva trovarlo: in se stesso."
Deve essere tremendo: non ricordare più la propria identità... Potremmo essere chiunque: un medico, un avvocato o un serial killer, perché no! 😱😉
Il ladro di anime ha già ucciso tre donne, senza fare loro del male fisico, ma intrappolando le loro anime: seppellendole vive nei loro traumi tramite un'ipnosi forzata, facendo rivivere alle vittime un momento traumatico della loro esistenza e poi provocando di proposito la perdita della relazione ipnotica.

"Li sbatteva all'inferno e buttava via la chiave."

La sindrome "locked-in": il cervello è ancora funzionante, ma non è più in grado di stabilire contatti con il mondo esterno.
Vi lascio questo pezzo:

"Si dice che gli uomini manifestino la loro vera natura nelle situazioni estreme. Quando le circostanze non permettono più di agire secondo i valori inculcati da anni di condizionamento esterno. Così una crisi diventa come un coltello affilato: toglie la buccia e lascia uscire il nocciolo, la condizione primigenia, non ancora formata e di solito dominata dall'istinto, in cui lo spirito di sopravvivenza prevale sulla morale."
Perciò, nelle situazioni estreme saremmo veramente noi stessi?! Lo spirito di sopravvivenza batte ogni morale. E voi che cosa ne pensate? 

Ora voglio concludere questa mia paginetta spiegazzata di diario augurandovi un felice ferragosto. Per me non lo sarà e vi dico il motivo: la tragedia del crollo del ponte Morandi mi ha toccata profondamente e non c'è niente da fare: riesco sempre a immedesimarmi nelle situazioni e, a volte, mi sembra di avvertire il lancinante dolore dei familiari delle vittime, che, in questa giornata di festa, non riusciranno a fermare le lacrime. Non voglio usare tante parole, ci terrei a dire a tutti loro che gli sono vicina e che rivolgerò un pensiero ai loro cari che ci hanno lasciati.
Genova ❤

Nessun commento:

Posta un commento