Difficilmente varco la soglia di una chiesa (anzi, se devo essere sincera, non mi capita o non lo faccio capitare quasi mai...), ma stamattina l'ho fatto con piacere per dare un ultimo saluto a Iside: la nonna di mio marito. Si è spenta all'età di 99 anni. Ha vissuto la sua vita, questo sì, ma la perdita di una persona cara porta sempre molto dolore.
Il suo nome mi è sempre piaciuto e si è fatto ancor più bello per me nel momento in cui mio marito me l'ha presentata. ❤
Una donna energica e molto forte. Me la ricorderò così.
La stessa protagonista del mio romanzo rosa si chiama Iside e, ovviamente, mi sono ispirata alla nostra cara nonnina durante la creazione di questo personaggio: una donna tenace, caparbia, determinata.
Era doveroso spendere due paroline per la nostra Iside e l'ho fatto con il cuore.
Ma, per fortuna, anche in tristi momenti come questi, la lettura può venirci incontro e la nostra mente può riscoprire un angolo di quiete nelle storie di scrittori e scrittrici.
Ho detto: "angolo di quiete"?! No, no, voglio ritrattare!
Nell'opera di Franz Kafka, intitolata: "Il processo", regnano il tormento, la colpa, il senso di ingiustizia.
"... cercò, dapprima in silenzio, con l'osservazione e la riflessione, di stabilire chi mai fosse l'uomo".
Il protagonista, Josef K., è uno stimato uomo d'affari che lavora in banca e una mattina viene sorpreso a letto da due guardie, giunte nel suo appartamento per arrestarlo.
I due uomini volevano farsi corrompere dal signor K. e, addirittura, sottrargli con raggiri abiti e biancheria... 😕
Infine, K. viene condotto in una terza stanza davanti all'ispettore (la stanza della signorina Bürstner, occupata, oltretutto, senza il consenso della stessa proprietaria...).
"Per causa ma non per colpa mia, veniva per così dire insozzata dalla presenza delle guardie e dell'ispettore", la testimonianza di K. di fronte al giudice istruttore.
Un'ambientazione dai contorni sfocati: è come se dovessimo farci strada in mezzo ad una coltre di nebbia...
K. raggiunge la sala delle udienze per tentativi: bussando ad ogni porta che incontra presso quell'edificio della Juliusstraße e spacciandosi per un visitatore in cerca del fantomatico falegname Lanz! 😕
Ma, dopotutto: "il tribunale è attratto dalla colpa, dal che seguiva che la sala delle udienze si doveva trovare in cima alla scala che K. aveva scelto a caso".
"La luce torbida del giorno rendeva biancastra e abbagliante l'atmosfera fumosa": una delle descrizioni del tribunale offertaci da questo bizzarro protagonista. Un uomo in arresto, ma per quale motivo esattamente?... 😨
"Quasi tutti gli imputati sono così suscettibili", afferma l'usciere durante una seconda visita del protagonista presso le cancellerie, situate nel solaio di una casa d'affitto... 😕
La degradazione della giustizia si fa sentire negli ambienti angusti, pieni di ciarpame e nell'atteggiamento degli stessi funzionari.
Lo zio lo convince a rivolgersi ad un avvocato (un amico di vecchia data dello zio di K.) e pare più preoccupato dello stesso imputato.
"Non è agitandosi che si vincono i processi", gli risponde il nipote, con tutta tranquillità... 😕
"Non era consentito giocare con pensieri di chissà quale colpa, bensì concentrarsi il più possibile sul pensiero del proprio vantaggio", e dopo queste riflessioni K. decide di prendersi in carico la sua stessa difesa, provando ad abbozzare lo schema di un'istanza.
Pare che tutti siano a conoscenza del suo caso; tutti mormorano e confessano di avere conoscenze tra i funzionari...
Sembra tutto e niente! 😕😁
Un continuo mormorio, un chiacchericcio alle spalle del protagonista che sembra non essersi reso conto della gravità della sua situazione e, intanto, il fumo mi annebbia la vista e non comprendo ancora la vera colpa di K.! 😕
Le pagine scorrono con un ritmo abbastanza veloce: i dialoghi sono fluidi. Un meccanismo ben oleato, senza dubbio, alla base di questo capolavoro di Kafka.
E non so ancora che cosa capiterà al suo protagonista... Dovrò scoprirlo! 😉 Chiaramente non ve lo rivelerò, per non "spoilerare" l'opera (si dice così, no? 😉😁); ma trarrò le mie personali conclusioni su una trama così - passatemi il termine - "fumosa"!
È fumosa, stramba. Tutto è insolito. Mi piace!!!