lunedì 28 maggio 2018

"L'interpretatore dei sogni" di Stefano Massini

Ho concluso questa lettura ieri, sulla spiaggia, mentre mio figlio e mio marito facevano le loro escursioni subacquee (ne ho fatta una anch'io: di certo non potevo tirarmi indietro, data la mia immensa passione per l'apnea! 😉😆).
Che dire se non: wow!! Sigmund Freud è in tutto e per tutto lo Sherlock Holmes della psicoanalisi: a differenza dell'investigatore, che indaga sui crimini, Freud indaga sui sogni altrui e si serve delle immagini del suo stesso mondo onirico.
Il noto psicoanalista viene accomunato al protagonista di Sir Arthur Conan Doyle per la sua capacità di deduzione e intuizione. 
"Io definisco sano un cervello che crea. Senz'altro". Così risponde Freud ad un suo paziente. La creatività come sinonimo di sanità mentale. Mica male, eh? 😉
Stando al parere di Freud, in teoria, io dovrei ritenermi un soggetto sano dal punto di vista psichico! 😂 Scherzi a parte: è vero, insomma, concordo con questa teoria. Una mente sempre in attività è una cosa buona. Creiamo, ci interroghiamo, dubitiamo, mettiamo tutto in discussione. Credo che siano i presupposti per raggiungere la maturità.
"C'è qualcosa di clandestino in ogni sogno che facciamo. I sogni sono in continua lotta con qualcosa che li sovrasta, e li vorrebbe annullare. I sogni non sono ammessi da una parte tirannica di noi. Per il despota i sogni sono fuori regola. E dentro di noi il despota comanda". 
È il "despota" che ci fa vedere i nostri sogni come sciocchezze. Il "despota", in teoria, si identificherebbe con la nostra parte razionale, quella che domina la vita diurna secondo schemi e regole ben precise.
E nel sogno?... Nel sogno tutto è possibile. Il sogno è istinto ed equivale ad una realizzazione di un nostro desiderio. Un discorso valido persino per gli incubi...
Eh sì... I sogni ci proteggono e soddisfano le nostre necessità e l'incubo non sarebbe altro che un sogno "cammuffato", di uguale importanza rispetto ad un sogno piacevole: l'incubo vuole comunicarci qualcosa... Per conoscerci meglio, faremmo bene ad ascoltarci e i sogni rappresentano il momento propizio per attuare questo ascolto così profondo e intimo.
"Ossevarli è tutto.
Osservare i corpi, gli sguardi, osservare questa umanità sorpresa di se stessa che viene a svelarmi le voci che ha dentro, senza riconoscerle". Freud osserva i suoi pazienti, li studia e, di tanto in tanto, li provoca per verificarne le reazioni.
Chiaramente, come ho amato (e sto amando ancora...) Sherlock Holmes, così ho amato questo protagonista così geniale e perspicace. Oltretutto, all'università rientrava tra i miei argomenti di studio preferiti, perciò era inevitabile questa mia ammirazione nei riguardi del romanzo di Massini.
"In un volto ci sono più volti. In un viso ci sono più visi. Solo la realtà è univoca: il sogno è multiplo". E qui mi fermo con le citazioni, altrimenti rischio di inciampare nello spoiler... 😕😊
Sapete una cosa? Questo romanzo è unico! Massini è riuscito a romanzare sui casi di Sigmund Freud dopo anni e anni di ricerche e studio. Un lavoro veramente lodevole e strepitoso! Vorrei conoscere il signor Stefano Massini e stringergli la mano con tanto di voce tremante per l'onore di conoscere un genio! Sì sì, non sto esagerando e non lo sto adulando: l'idea che lo ha illuminato è a dir poco fantastica!
Inoltre, leggendo questo libro, ci resta "qualcosa" dentro... Che cosa? Beh, tanto per cominciare, scopriamo un Freud problematico (un sogno lo insegue da quando aveva dieci anni) e questo è degno di nota: anche Freud tentava di guarire la sua mente. Come? Aiutando gli altri. Nella relazione con i suoi pazienti, egli donava loro una sua chiave di lettura e loro facevano altrettanto con lui.
Questo romanzo mi ha aiutata ad aprirmi: ad accettare anche le "sciocchezze notturne", ovvero i sogni, perché, pensandoci bene, i sogni fanno parte di me, fanno parte di noi. Quindi, chiudiamo gli occhi e studiamoci! 😉😊😘

sabato 26 maggio 2018

"La percezione dei colori - Storie cromatiche di vite ordinarie": un capitolo cruciale... 😉

NERO
«"Preparai un prisma triangolare... Fatto buio nella stanza e praticato un foro nello sportello della finestra per lasciare passare una conveniente quantità di luce solare, collocai il mio prisma ove essa entrava in modo che potesse venir rifratta sulla parete opposta. Fu per me una vera meraviglia il poter contemplare i vividi ed intensi colori così ottenuti"», il professor Fermi alzò gli occhi da quelle pagine ingiallite dal tempo.
«Quello che vi ho appena letto è un passaggio dell'esperimento di Isaac Newton, contenuto nel suo volume intitolato: "Opticks"», sfiorò con delicatezza le fragranti pagine di quell'antico manoscritto, «volume che potrete prendere in prestito direttamente dalla nostra biblioteca del dipartimento di fisica. Come avrete potuto constatare, esso rientra nel materiale di studio previsto per la parte monografica del corso di ottica», concluse, scattando in piedi e avvicinandosi nuovamente alla ruota cromatica.
«Durante la scorsa lezione vi ho riprodotto il suo famoso esperimento e, a parte l'avervi indotti ad un piacevole sonnellino», il professore si interruppe per lasciar sfogare le risate dei suoi allievi, poi continuò: «spero che abbiate compreso il processo di scomposizione e di ricomposizione della luce... Spiegherò un'altra volta, a grandi linee, la sua dimostrazione: in modo che gli eventuali assenti all'ultima lezione possano recuperare un paio di concetti...» Percorse con lo sguardo tutti i volti dei ragazzi, fino all'ultimo banco a destra, in fondo alla grande aula.
Il professore si impietrì quando vi trovò proprio Enea. Dapprima aggrottò i suoi occhi nocciola, poi si rilassò, stendendo le labbra in un lungo sorriso di fierezza.
Il nuovo amico pareva fortemente interessato alla sua lezione.
Il professor Fermi ricominciò a parlare, tornando serioso e distaccato: «Attraverso il prisma triangolare», disse, prelevando il suo amato oggetto d'infanzia e alzandolo per far sì che tutta la classe lo potesse ammirare, «egli scompose la luce bianca -quella del sole- nello spettro dell'iride e osservò che i colori sfumavano dal rosso all'arancio; dall'arancio al giallo, al verde, all'azzurro, all'indaco e al violetto», si schiarì la voce, tossicchiando, «eccovi spiegata l'esistenza del nostro suggestivo arcobaleno e il fatto che i colori siano presenti nella luce prima ancora della sua scomposizione», terminò con soddisfazione, accompagnato da un sorrisetto sotto i baffi.
«Per ottenere una valida conferma del suo esperimento, lo scienziato si cimentò in una prova inversa rispetto a quella precedente, ovvero di ricomposizione del colore», aggiunse.
Cesare spense l'interruttore della luce e lasciò filtrare un fascio di raggi solari attraverso uno spiraglio della finestra, poi piazzò il suo prisma in direzione di quel fascio e mostrò ai ragazzi la scomposizione di essa sulla parete oscurata della stanza. Infine rovistò all'interno di un cassetto della scrivania per rinvenire una grossa lente convergente: la sistemò alla sinistra del prisma, ad una certa distanza e fece convergere tutti i colori in un solo punto.
«Allora?...», domandò, rivolgendosi alla classe, «che cosa notate?»
«I colori sono scomparsi. Ora ha fatto ritorno il fascio di luce», affermò Enea, suscitando sorpresa tra gli studenti, i quali si voltarono per verificare a chi appartenesse quella voce così profonda.
«Esattamente!», replicò Cesare, annuendo con il capo, «Newton contò sette colori, derivanti dalla scomposizione della luce. Il rosso, l'arancione, il giallo, il verde, l'indaco, l'azzurro e il violetto», spiegò.
«Mi scusi, professore, ma a me sembravano sei...», dichiarò un alunno, mentre Fermi si accingeva a riaccendere la luce al neon.
«Già...», mormorò il professore, grattandosi il mento, «effettivamente, lo scienziato aveva incluso anche l'indaco -un colore a metà tra il violetto e l'azzurro- per giungere a questo numero», precisò, accomodandosi sopra la sua cattedra e accavallando le gambe, «ne avrete sicuramente sentito parlare dell'importanza del numero sette... Da un punto di vista soprattutto religioso...», sibilò leggermente in soggezione, «Newton fu stimolato dalla peculiarità di questo numero. Il sette -secondo la visione comune- veniva collegato ai fenomeni naturali. Ma, ora, non è assolutamente mia intenzione tenere un corso sulla numerologia», sogghignò, «anche perché io tendo a ricordarmi già a malapena la data del mio compleanno!»
Una risata si sprigionò nell'aula. Anche Enea ridacchiò.
«E fu così che il nostro caro Isaac Newton arrivò a formulare la teoria corpuscolare», tornò serio, con sguardo torvo e inquisitore, «teoria secondo la quale i corpi luminosi emetterebbero corpuscoli immateriali -ossia "atomi luminosi"- che viaggerebbero in linea retta e a velocità iperbolica, producendo luce. Essa sarebbe originata dai raggi, nel momento in cui questi colpiscono la nostra retina. La luce bianca, quindi, corrisponderebbe a una miscela di tanti corpuscoli quanti sono i diversi colori», si interruppe, riprendendo fiato e ruotò il busto, mostrando le spalle ai ragazzi per afferrare il manoscritto di Newton.
«Nella luce bianca, i corpuscoli formano un raggio -viaggiando nell'aria all'unisono-, quando il raggio attraversa il prisma, i corpuscoli subiscono un'influenza delle forze dovute alle particelle di materia. Ogni colore viene rifratto con un angolo diverso e il prisma separa i colori a ventaglio, ottenendo lo spettro della luce visibile», concluse, continuando a fissare l'opera "Opticks".
Dopodiché, facendo leva con entrambe le braccia sulla cattedra, scese da essa e si apprestò a fare ritorno alla ruota cromatica. Iniziò a tamburellare con l'indice della mano destra sopra quel tabellone.
«I colori adiacenti avrebbero una relazione armonica; quelli in opposizione -i complementari- instaurerebbero, invece, una &storia dinamica&. Ah ah!», si abbandonò ad una risatina compiaciuta, facendosi immediatamente cupo come al suo solito.
«Comunque, l'ipotesi corpuscolare di Newton dominò per cento anni il campo di indagine dell'ottica», terminò, sbuffando. Sbirciò il suo orologio: segnava le ore 12.30. "Per questo ho così fame!", rifletté. «Ci sono domande?», si rivolse al suo pubblico, «che siano intelligenti, vi raccomando...», precisò con espressione scocciata.
Alzò la mano Enea.
«Ah ah!», il professore si guardò intorno, scuotendo il capo, sollazzato, «dovete sapere che oggi abbiamo un infiltrato fuoricorso!», dichiarò con un mezzo sorrisetto, «mi dica, signor Francese!»
«Lungi da me dal voler scialacquare parte del vostro tempo prezioso!», gesticolò, studiando la reazione dei ragazzi a quel suo intervento, «e, forse, la mia non si rivelerà come una domanda intelligente, professore... Ma avevo letto da qualche parte che Goethe aveva definito come "errate" le diverse teorie di Newton, o mi sbaglio?...»
«Ah ah! No, non si sbaglia!», rispose il docente, «essendo stato un artista, Goethe non poteva sopportare una spiegazione meccanicistica del colore.»
«Perché, mi scusi?»
«Beh, perché il colore è fondamentalmente una fonte di emozione.»
«Ah sii?», domandò Enea, incredulo.
«Lei, quando vede il rosso, a che cosa pensa? Me lo dica senza rifletterci troppo su!», Cesare fissò Enea con un sorriso tra le labbra.
«Passione, ira, fuoco.»
Il professore annuì con il capo. «E il nero?»
«Serietà, oscurità, eleganza, chiusura», controbatté l'attore.
«Ecco! Vede? Come volevasi dimostrare, i colori suscitano anche in lei - come in qualunque altro essere vivente - una qualche emozione. Il colore è un nostro strumento per rappresentare il mondo. Soprattutto quello interiore e, certamente, Goethe ci ha giocato molto su questo particolare... Secondo l'artista, il colore non sarebbe altro che un modo di reagire alla vista della luce da parte del nostro apparato visivo.»
«Ah... Animato dallo scopo di mettere l'uomo al centro del tutto?»
«Chiaro.»
«Io, personalmente, preferisco questa teoria...», borbottò Enea, incrociando le braccia al petto.
«Mi perdoni?»
«Preferisco un approccio più umano, rispetto ad uno così freddo e meccanicistico.»
«Ah ah! È evidente che la fisica non faccia per lei, signor Francese!», commentò, ridacchiando.
«No. Infatti, non mi presenterò più a lezione, professore. Nonostante la sua grande bravura...»
Tutti i ragazzi lo fissarono con sgomento.
Il docente, allora, ci tenne a ricordare loro l'identità del mattacchione che avevano alle spalle.
«Ragazzi, vogliate scusarmi, ma il signore qui presente è un famoso attore di teatro. Forse, voi non frequenterete spesso l'ambiente, ma io sì! Una delle mie passioni e - se vogliamo dirla tutta - una contraddizione alla mia salda e rigida vita da fisico!», sogghignò, «questo signore incarna perfettamente il colore rosso. Io, invece, mi definirei più come il nero», affermò leggermente rassegnato. «Credete che l'assenza di colore potrà mai lasciarsi trasportare dall'impeto del rosso?», formulò loro quell'interrogativo di natura estremamente personale. Cosa molto insolita da parte del professor Cesare Fermi.
Gli alunni restarono sbalorditi di fronte ad una domanda simile, formulata da una persona così introversa e discreta come era lui.
«Non avevo mai preso in considerazione l'idea che le persone possano rapportarsi alla stregua dei colori di questa ruota», indicò la tabella cromatica, «beh... Credo che mi stessi sbagliando...», sospirò con un sorriso di soddisfatta rassegnazione tra le labbra. «Il motivo per cui ho sempre adorato lo studio dei colori e il ramo, quindi, dell'ottica?... Semplice! Perché ho sempre pensato che, dedicandomi alla fredda e materiale fisica, avrei tralasciato e allontanato da me il mondo dei complicati sentimenti umani; ma mi stavo sbagliando...», si passò una mano tra i capelli, abbassando lo sguardo sul suo libro. «I sentimenti si trovano anche qui!», esclamò, afferrando ed esibendo "Opticks" alla classe.
«I colori sono emozioni. I colori sono noi. Noi stessi siamo colori!», concluse il suo monologo e uno scroscio di applausi invase quell'aula.
Enea si guardò intorno, rapito da quell'esaltante e calorosa atmosfera, a lui così familiare; a Cesare del tutto estranea.


L'attore gli strizzò un occhio.

Come avevo promesso, oggi ho deciso di pubblicare sul mio diario elettronico un capitolo del mio ultimo manoscritto, La percezione dei colori - Storie cromatiche di vite ordinarie.
Questo capitolo affronta uno dei passaggi più importanti: Goethe vs Newton. Passione o ragione? Soggettività o oggettività? 
Decidete voi se stare dalla parte di Goethe/Enea o dalla parte di Newton/Cesare! 😀
I capitoli de La percezione dei colori non sono capitoli veri e propri... Sono colori! 😀 Sarò più pratica: se ad esempio voleste seguire la vicenda di Cesare, non dovreste far altro che leggere i capitoli intitolati: nero, se vi interessasse la storia di Enea, allora dovreste rivolgervi al rosso e via dicendo...
Ma attenzione!! I colori potrebbero mischiarsi, strada facendo... Perciò il mio suggerimento è questo: leggere il manoscritto dall'inizio alla fine! 😊 
Detto ciò, vi auguro un piacevole fine settimana e daaaai!!! Ditemi la vostra! Ci tengo. ❤😀

martedì 22 maggio 2018

Una lettura molto interessante

Un'idea, a mio parere, geniale! Stefano Massini è riuscito a costruire un romanzo ispirandosi alla vita di Sigmund Freud, riportando alcuni casi del noto psicoanalista.
Mi trovo ancora a pag. 98, ma, non appena mi è possibile, mi fiondo letteralmente su questo libro così diverso e affascinante...
"Un nome con due gambe sotto" (la risposta di una sua paziente alla domanda: "Chi è lei?), "L'uomo recluso" (un paziente al quale si presentava un sogno ricorrente: degli alberi carbonizzati e tre cassette dalle quali spiccavano il volo tre farfalle), "Il sogno di una claustrofobica", "Gerhard gioca con Klaus": alcuni dei casi di Freud romanzati da Massini. Tutti casi particolari e bizzarri. 
Freud riesce ad analizzare i sogni dei suoi pazienti isterici e, spesso, si serve delle immagini del suo stesso mondo onirico per venirne a capo, per afferrare la chiave dei loro sogni. Una chiave che potrebbe condurci per mano all'origine dello sdoppiamento di persona o del distacco dal sé.
"Semplicissimo, Herr Freud: per dire chiaro tutto, basta non chiamare niente col suo nome. Già da giovane dicevo: il politico è uno che fa capire cosa pensa della Prussia parlando dei mandarini in Cina", il diplomatico Otto S. riferisce questo a Freud e lo psicoanalista ha un'illuminazione: i sogni vengono deformati, acquistando una maschera irreale, ma, sotto sotto, ci comunicano qualcosa di reale... Sta a noi cogliere il loro significato profondo. Ed è così che tre semplici farfalle su una montagna arsa da un incendio potrebbero simoboleggiare i tre fratellini del paziente, morti a causa di una grave "infiammazione" polmonare.
Tutti casi degni di attenzione ed è degna di attenzione la nostra mente: così vasta, così infingarda il più delle volte! 😧
Freud si annotava ogni sogno al suo risveglio mattutino e cominciava a interpretare. Chiaro: ognuno di noi è un mondo a sé, perciò ognuno di noi utilizzerà simboli differenti, "personalizzati". Ma si potrebbe rintracciare un comune denominatore ai diversi stati fobici.
"Senza sogno non c'è l'uomo. Per statuto naturale, il sogno è un po' come un respiro, costituisce una parte imprescindibile dell'umano essere... La presunta maturità coincide con una pietosa finzione di non sognare". Siete d'accordo? Io sì, pienamente.
Bisogna saper ascoltare i propri sogni e accettarli, evitando frasi del tipo: "Una sciocchezza!", perché così facendo, non faremmo altro che allontanare un ricordo che, con molte probabilità, ci ha causato molto dolore. 
I sogni fanno parte di noi, sono istintivi e, di conseguenza, non vanno negati, né considerati come frivolezze!
"Se mi chiedessero chi sono, saprei rispondere? Se mi chiedessero chi sono, non mi sentirei salire dallo stomaco quel senso di spaesamento che provano i bambini nei luoghi troppo grandi? Definire le cose è un gioco, definire se stessi è un enigma, forse per la banalissima ragione che siamo esseri multipli, infinitamente plurali, raccolti quasi per incidente sotto un unico nome".
In fondo, non è così?... Inseguiamo la coerenza, la costanza; ma saremmo mai in grado di raggiungerle per davvero? No, siamo troppo cangianti. Siamo un enigma gigantesco, etichettato con un nome solo per distinguerci gli uni dagli altri, solo per un principio di categorizzazione. 
Come potete vedere, questo romanzo mi sta prendendo molto e, quando lo avrò terminato, esprimerò la mia opinione personale e conclusiva... 😉😊
P.s. Nella mia prossima pagina di diario (non mi va di parlare di "post"...) mi piacerebbe riportare un capitolo de: "La percezione dei colori"... 


venerdì 18 maggio 2018

Sogni e panna! 😂

Ieri, io e mio marito ci trovavamo a Savona e, passando davanti ad una libreria della Mondadori, ovviamente non ho saputo resistere e l'ho costretto ad entrarci insieme a me! 😂 No, scherzi a parte, mio marito trova piacevole sgusciare da uno scaffale all'altro e poi si blocca davanti al reparto: "cucina"! 😀
Io, invece, mi sono lanciata sul reparto: gialli/thriller e, dopo aver sfogliato qualche libro, ho preso la mia decisione.
L'interpretatore dei sogni di Stefano Massini. 😊 Così resto ancora per un po' in tema: sogni (sto continuando a leggere il manoscritto di Sigmund Freud, tra l'altro... 😉).
Vi farò sapere... 😉
La serata è stata deliziosa. Un veloce aperitivo in compagnia di mio marito con un vino toscano strepitoso e poi via a festeggiare il compleanno di mio fratello e di mia suocera presso la casa dei miei genitori. 
Bello! Non c'è niente di meglio del dirsi due belinate a tavola, con un bicchiere di vino in una mano e una manciata di panna nell'altra: pronta per essere sparata al commensale di fronte! 😂
A dire il vero, la "guerra con la panna" ha visto come protagonisti mio fratello e mia cognata, comunque, io ci ho messo del mio incitandoli a lanciarsela! 😂
Okay, ora torno a scrivere. In caso non lo sapeste, ultimamente sto preparando un horror/thriller... Mi piaaaceee! 😂😈
Mi sto divertendo da pazzi, davvero! Sto anche tentando di spaventarmi con le mie stesse parole (spero di riuscire a fare altrettanto con voi... 😈😅).
Beh, ora vi lascio e vi auguro un piacevolissimo fine settimana! 😘

mercoledì 16 maggio 2018

Una cena veloce, ma piacevole 😊

E finalmente siamo riuscite a incontrarci! 😀
Ci siamo slegate dai nostri impegni di vita quotidiana e poi una bella passeggiata al parco (un parco carino, oltretutto. Non sapevo della sua esistenza e... Gran bella scoperta! 😁 Quasi sicuramente mi rifugerò lì, quest'estate, con un bel libro tra le mani e leggerò protetta e rinfrescata dall'ombra della rigogliosa vegetazione che lo caratterizza). Sono finita coll'approfittarmi della tua presenza e me ne rammarico un po'... 😟
Perdonami se ti ho trascurata per qualche istante (sbolognandoti anche quella peste di mio figlio! 😂), ma, prendendo una bella boccata d'aria e "respirando" un po' di rapporti sociali intorno a me - intorno a noi - ho riscoperto il mio desiderio di stare in mezzo alle persone. 
Per natura io mi estraneo dalla gente e vivo sulla mia torre, facendo lunghe introspezioni, scrivendo, leggendo, imparando qualcosa di nuovo.
Ma lo stare insieme a te, con mio figlio, in mezzo ad altre persone, mi è piaciuto molto! 😊
Non sono proprio asociale, ma molto introversa, questo sì! E credo che questo ci accomuni molto. Penso che tu riesca a capire quello che mi frulla per la testa e hai colpito in pieno quando, a tavola, mi hai parlato del mio scoraggiamento nell'ambito scrittura... 
Ho compreso che tu segui me. 😊 E io seguo te! 😁
No, qui non si tratta di essere o meno delle "followers"!! Qui si tratta di amicizia e nient'altro. 
Essere se stessi e dire la prima cosa che ti passa per la testa, senza lo spauracchio del giudizio: ignorante e volgare. Si può fare soltanto tra amiche, tra vere amiche. Io l'ho fatto. Tu puoi farlo. 😊
Detto ciò, intitolerei la giornata di ieri con un: "Cena veloce, ma piacevole"! 😁 
Mi sono rilassata e ho staccato la spina per un istante. Ci vogliono giornate come queste!
In fondo, vivere non significa forse: "come spendere il proprio tempo"?... Beh, allora io voglio segnarmi in agenda un appuntamento fisso con te, mia cara amica, con l'obiettivo di far spendere ad entrambe del buon tempo. 😊
Ora devo lasciarti! Mi resta mezz'ora di pausa dal mio impegno giornaliero per proseguire nella lettura de: L'interpretazione dei sogni del mio amatissimo Sigmund!! 😁
Ti saprò dire qualcosa... Intanto, ho letto una interessante interpretazione fornita da lui riguardo ad un suo sogno... In buona sostanza: ci portiamo nel mondo onirico tutto ciò che ci ha coinvolti mentalmente fino all'istante prima di addormentarci, però voglio capirci di più e, per farlo, mi dedicherò al prossimo capitolo, ovvero: Il sogno è la soddisfazione di un desiderio. Interessante, no?

sabato 12 maggio 2018

"La Dora dei miei sogni" di Massimo Torre

"La ratio non può nulla contro un cuore che pompa amore all'impazzata. È come una zattera in mezzo a un mare in tempesta. Può solo aspettare che si plachi."
La frase che mi ha più colpita in questo romanzo distopico così particolare... 
Una coscienza in equilibrio tra sogno e realtà.
È abbastanza complicato distinguere le illusioni dalla verità: il mondo onirico e quello reale di Mauro Sardonico si incontrano, si mischiano, generando una certa incredulità nel lettore, una specie di torpore. Avete presente quel momento in cui non siamo addormentati, ma nemmeno del tutto coscienti? Ecco, questo è un romanzo che mi ha catapultata in uno stato di dormiveglia. 😮😊
Stamattina sono riuscita a terminarlo nell'attesa che la mia amica parrucchiera cominciasse a tagliarmi i capelli (un bel nero brillante e un taglio scalato: ciò di cui avevo bisogno per "rinfrescare" un pochino il mio aspetto. Ogni tanto ci vuole! 😉😊) e, quando mi ha detto: "Vale, ora puoi accomodarti qui!" indicandomi una delle sue divertentissime sedie girevoli, io ho alzato gli occhi, mezza intontita, come se mi fossi appena destata da un pisolino pomeridiano (giuro: il pisolino pomeridiano non rientra nelle mie abitudini! 😂).
Un lungo dormiveglia e un finale del tipo: "Ma, allora?... Qual era il sogno e quale la realtà?..." 😕😊
Lo ammetto: mi ha lasciato un po' di amarezza. Mi è piaciuto per la sua originalità e poi i dialoghi e le riflessioni del protagonista sono molto scorrevoli. 
Ho quasi avuto la sensazione che questo libro contenesse dei messaggi subliminali... Destabilizza e sussurra qualcosa al lettore... Non parla ad alta voce: mormora al lettore, lo invita a porsi delle domande circa l'identità dell'assassino e non soltanto...
La domanda fondamentale è questa: quando sta sognando e quando è desto e vigile?...
E se il suo mondo onirico fosse reale?... E se la realtà fosse solo frutto della sua immaginazione notturna?...
Difficile a dirsi! Molti elementi della sua "apparente realtà" appaiono alquanto stravaganti e inopportuni.
Ma ora mi fermo e chioso con un: "Libro originale, che introduce nel mondo del dormiveglia!". 😉😊
Stamattina, prima del mio appuntamento di bellezza 😀, ho scritto di getto proseguendo la storia del mio ultimo romanzo e sbirciavo il mare, con il sole che mi accarezzava e un piacevole venticello che, di tanto in tanto, faceva cadere qualche fiorellino sulle mie spalle (ve lo confesso: il primo fiore mi ha fatta trasalire... 😨 Lì per lì ho creduto che si trattasse di un calabrone o di un altro insetto odioso! 😂).
Buon fine settimana a tutti! 😘

mercoledì 9 maggio 2018

Nuove letture

E anche oggi ho fatto del mio meglio! 😊
Stamattina, prima di recarmi a lavoro, ho scritto un articolo per una rivista di Arnoldo Mondadori (non faccio ancora i salti di gioia: per il momento hanno accettato soltanto un mio articolo, ma ne ho altri in revisione... 😨😁), poi ho continuato a scrivere e a buttare giù tutte le idee che mi ronzavano per la testa nel mio nuovo e sesto manoscritto. Poi... Ah! A proposito: la testa continua a ronzarmi anche a causa della mia compagna emicrania, la quale, puntualmente, viene a farmi visita ogni mese! 😠 Ma, oramai, ci ho stretto amicizia e le chiedo gentilmente di farsi da parte almeno durante la mia scrittura. 😉😅
Poi, poi, vi stavo dicendo?... Ah, sì! Ho proseguito con molta calma il mio nuovo thriller (me lo voglio godere, pagina dopo pagina. Basta con la fretta!😉) e, infine, sono andata spedita dalla mia boss! 😂😟
Nella mia ora di pausa/pranzo ho letto. Il libro di Massimo Torre, La Dora dei miei sogni. 😮
È interessante. Molto interessante!
Due vite parallele: quella reale dell'agente assicurativo Sardonico e quella onirica.
In quella onirica il protagonista ha una moglie, Dora. La donna della sua vita. La donna che sa comprenderlo e anticipare ogni sua azione. Una donna dolce, affettuosa, protettiva.
Bella! 😍 Dora è stupenda!! Mi piace tanto. La sua delicatezza e la sua presenza così soave.
E fin qui tutto bene (se non fosse per il fatto che Dora non esiste nella realtà... 😟 Nooo! 😟), poi c'è la vita reale di Sardonico ed è proprio lì che si verificano alcuni strani omicidi... Tutti clienti del protagonista. Insolito... 
Credo di essermi già fatta un'idea, ma, chiaramente, non la svelerò fino all'ultima pagina del romanzo. Originale ed eccitante! Non vedo l'ora di proseguirne la lettura.
L'interpretazione dei sogni di Sigmund Freud: il libro che sto leggendo contemporaneamente al romanzo di Torre. 
Premetto che il tomo di Freud ha dei contenuti scientifici, perciò ci impiegherò un po' più di tempo per terminarlo; ma, per ora, mi sono gustata le diverse teorie della letteratura scientifica riportate dal noto psicoanalista. Teorie che dimostrano l'importanza del sogno a livello fisiologico: lo sapevate che durante il sonno la percezione del nostro corpo si intensifica? E quindi saremmo in grado di valutare disturbi legati a un organo che nello stato di veglia non riusciremmo a prendere in considerazione tanto facilmente...
I primitivi credevano che i sogni fossero mistici/divini: spesso basavano le loro decisioni riguardo all'avvenire sugli stessi sogni. 
Chiaramente, dopo i lunghi anni di studio, si è capito che i sogni non sono altro che delle creazioni della nostra mente. Ed è questo il punto cruciale: potremmo conoscerci in modo più approfondito se soltanto fossimo in grado di interpretare le nostre creazioni oniriche... Continuerò a leggere e seguirò con interesse le supposizioni e gli studi di Freud al riguardo.
Senza farlo a posta, ho combinato due letture per certi versi molto simili: un romanzo con una vita onirica a sé e uno studio scientifico nell'ambito dei sogni.
Wow! 😮
Inoltre, dovrei ancora terminare di leggere un racconto di Sherlock Holmes (che ho lasciato in sospeso da qualche tempo... 😟).
Domani il Salone del libro di Torino aprirà le sue porte a lettori, scrittori, editori e a tutti gli appassionati di libri. Sono un po' malinconica: ho smontato i miei piani e non parteciperò all'evento per diverse motivazioni, ma non mi va di annoiarvi.
La mia malinconia nasce soprattutto per il fatto che non potrò condividere un viaggio in treno e qualche piacevole ora con la mia carissima amica; ma abbiamo già fissato un appuntamento per la prossima settimana... Ti penso sempre. 😊
P.s. Per me è in arrivo, forse, una piccola novità in ambito scrittura... Ma attendo prima un responso... 😜😁