martedì 22 maggio 2018

Una lettura molto interessante

Un'idea, a mio parere, geniale! Stefano Massini è riuscito a costruire un romanzo ispirandosi alla vita di Sigmund Freud, riportando alcuni casi del noto psicoanalista.
Mi trovo ancora a pag. 98, ma, non appena mi è possibile, mi fiondo letteralmente su questo libro così diverso e affascinante...
"Un nome con due gambe sotto" (la risposta di una sua paziente alla domanda: "Chi è lei?), "L'uomo recluso" (un paziente al quale si presentava un sogno ricorrente: degli alberi carbonizzati e tre cassette dalle quali spiccavano il volo tre farfalle), "Il sogno di una claustrofobica", "Gerhard gioca con Klaus": alcuni dei casi di Freud romanzati da Massini. Tutti casi particolari e bizzarri. 
Freud riesce ad analizzare i sogni dei suoi pazienti isterici e, spesso, si serve delle immagini del suo stesso mondo onirico per venirne a capo, per afferrare la chiave dei loro sogni. Una chiave che potrebbe condurci per mano all'origine dello sdoppiamento di persona o del distacco dal sé.
"Semplicissimo, Herr Freud: per dire chiaro tutto, basta non chiamare niente col suo nome. Già da giovane dicevo: il politico è uno che fa capire cosa pensa della Prussia parlando dei mandarini in Cina", il diplomatico Otto S. riferisce questo a Freud e lo psicoanalista ha un'illuminazione: i sogni vengono deformati, acquistando una maschera irreale, ma, sotto sotto, ci comunicano qualcosa di reale... Sta a noi cogliere il loro significato profondo. Ed è così che tre semplici farfalle su una montagna arsa da un incendio potrebbero simoboleggiare i tre fratellini del paziente, morti a causa di una grave "infiammazione" polmonare.
Tutti casi degni di attenzione ed è degna di attenzione la nostra mente: così vasta, così infingarda il più delle volte! 😧
Freud si annotava ogni sogno al suo risveglio mattutino e cominciava a interpretare. Chiaro: ognuno di noi è un mondo a sé, perciò ognuno di noi utilizzerà simboli differenti, "personalizzati". Ma si potrebbe rintracciare un comune denominatore ai diversi stati fobici.
"Senza sogno non c'è l'uomo. Per statuto naturale, il sogno è un po' come un respiro, costituisce una parte imprescindibile dell'umano essere... La presunta maturità coincide con una pietosa finzione di non sognare". Siete d'accordo? Io sì, pienamente.
Bisogna saper ascoltare i propri sogni e accettarli, evitando frasi del tipo: "Una sciocchezza!", perché così facendo, non faremmo altro che allontanare un ricordo che, con molte probabilità, ci ha causato molto dolore. 
I sogni fanno parte di noi, sono istintivi e, di conseguenza, non vanno negati, né considerati come frivolezze!
"Se mi chiedessero chi sono, saprei rispondere? Se mi chiedessero chi sono, non mi sentirei salire dallo stomaco quel senso di spaesamento che provano i bambini nei luoghi troppo grandi? Definire le cose è un gioco, definire se stessi è un enigma, forse per la banalissima ragione che siamo esseri multipli, infinitamente plurali, raccolti quasi per incidente sotto un unico nome".
In fondo, non è così?... Inseguiamo la coerenza, la costanza; ma saremmo mai in grado di raggiungerle per davvero? No, siamo troppo cangianti. Siamo un enigma gigantesco, etichettato con un nome solo per distinguerci gli uni dagli altri, solo per un principio di categorizzazione. 
Come potete vedere, questo romanzo mi sta prendendo molto e, quando lo avrò terminato, esprimerò la mia opinione personale e conclusiva... 😉😊
P.s. Nella mia prossima pagina di diario (non mi va di parlare di "post"...) mi piacerebbe riportare un capitolo de: "La percezione dei colori"... 


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