mercoledì 27 febbraio 2019

"Casa di bambola" di Henrik Ibsen

Ho acquistato "Casa di bambola" di Henrik Ibsen ai mercatini di Natale di Tovo S.Giacomo (quando avevo esposto i miei libri su una bancarella, ricordate?... 😉😊). Ne avevo sempre sentito parlare e, finalmente, mi sono decisa a scoprirlo. 
E mi è piaciuto molto! Si tratta di una commedia teatrale, suddivisa in tre atti e i personaggi principali sono: Torvald Helmer, la moglie Nora, la signora Linde, il dottor Rank e il procuratore Krogstad.




"SIGNORA LINDE: Dio mio, mi parlavi di ricami, di lavori all'uncinetto... Sei una bambina, Nora."

Viene definita così la signora Nora Helmer dalla sua amica di vecchia data, la signora Linde. Ed, effettivamente, Nora si comporta in quel modo: come una bambina, apparentemente priva di crucci e dedita al suo amato ricamo. Il "lucherino" o la "scoiattolina" della casa per il marito, che la protegge e la tratta come se fosse sua figlia.


"NORA: Sei come tutti gli altri. Nessuno crede che sia capace di qualcosa di serio, che io conosca anche lati brutti della vita."

Nora comincia a ribellarsi nel suo profondo. Anche lei è in grado di sacrificarsi per i suoi cari e, infatti, custodisce un segreto importante... Per salvare il marito da un malessere e poter intraprendere con lui un viaggio in Italia, Nora si è indebitata, chiedendo una lauta cifra al procuratore Krogstad. Ma non è tutto. Nora ha anche falsificato la firma di suo padre in quella obbligazione...


"NORA: Una figlia, dunque, non avrebbe il diritto di risparmiare al padre morente angosce e preoccupazioni? E neanche una moglie avrebbe il diritto di salvare la vita di suo marito? Io, forse, non le conosco le leggi, ma tali cose sono permesse, ne sono convinta. In qualche libro deve esserci scritto che sono permesse."

Nora si ribella di fronte alle minacce di Krogstad, il quale ha intenzione di raccontare ogni cosa al marito, dal momento in cui Helmer avrebbe deciso di licenziarlo...


"HELMER: Come avvocato ho esperienza. Tutti i delinquenti precoci hanno avuto una madre simulatrice."

Il punto di vista di Torvald Helmer. E Nora inghiotte il suo fardello, che minaccia di uscire allo scoperto da un momento all'altro...


"NORA: A casa mia volevo un bene immenso a mio padre. Ma la mia felicità era andare, di nascosto, nelle camere delle donne di servizio: non mi facevano mai la predica; e avevano sempre da raccontare qualche storia buffa."

Nora parla così al suo carissimo amico, il dottor Rank, il quale le rivela di esser sempre stato un suo grande ammiratore. Per lei Torvald, il marito, è esattamente come suo padre; mentre il dottor Rank assomiglia a quelle interessanti donne di servizio.


"HELMER: Nora, lo sai perché nelle feste come stasera ti parlo poco, me ne sto lontano, ti guardo appena? Perché fantastico. Tu diventi, nella mia immaginazione, il mio amore segreto, la mia fidanzata misteriosa. Nessuno deve conoscere la nostra relazione segreta."

Torvald pare davvero innamorato di sua moglie: la venera, la desidera più di ogni cosa al mondo; o forse no... Prima della moglie ci sono le apparenze da salvare... Una reputazione e il suo nuovo lavoro come direttore di banca.


"HELMER: Sai, Nora... talvolta vorrei vederti minacciata da un pericolo per poter esporre la mia vita, versare il mio sangue, rischiare tutto, tutto, pur di proteggerti!"


"NORA: Mi chiamava la sua piccola bambola e giocava con me, come io giocavo con le mie bambole. Poi, sono entrata in casa tua..."

Una bambola a casa del padre e una bambola a casa del marito.


"NORA: La nostra casa non è stato altro che un luogo di ricreazione. La mia vita! Con mio padre, una bambola-figlia; con te, una bambola-moglie."

Il marito le ricorda i suoi doveri come moglie e come madre, ma Nora è stufa di essere ripresa. Stufa di non essere considerata come un essere umano.


"HELMER: Parli come una bambina; non capisci nulla della società della quale fai parte.
NORA: Hai ragione, non la capisco. Per questo voglio veder chiaro. Per accertarmi chi di noi due ha ragione; la società oppure io."

E, chiaramente, non vi dirò come termina il terzo e ultimo atto. 😉😁 
Un urlo, una protesta carica di femminismo domina il finale di questa commedia e devo dire con onore e grande forza! Una presa di coscienza dopo tanto torpore. Perché, prima di essere donne, è di fondamentale importanza ricordarci l'essere umano che c'è in noi e nessuna persona o regola potrà permettersi di calpestarlo. 
In conclusione, mi è piaciuto! ❤

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