lunedì 11 febbraio 2019

"Ponente Onirico -Antologia di sogni"

Ieri è stata una giornata davvero emozionante. Vedere il mio ometto impegnato in alcune mosse di aikido, con occhi seriosi e concentrati sulle sue mani e sulle azioni del compagno... E, infine, la premiazione con la nuova cintura bianca e gialla! 😊 Davvero emozionante! Uno stage ben organizzato e, sicuramente, un'esperienza da ripetere (aspirando alla prossima nuova cintura... 😉😊).
Insomma: abbiamo festeggiato proprio bene il compleanno del suo papà, il mio Alessio, che giusto ieri ha compiuto 43 anni. Lui se ne sente una trentina o giù di lì...  😁 Io, invece, gliene darei una quindicina... 😂 Dipende un po' dall'umore della giornata. Le mattine in cui ci alziamo cantando "Bohemian Rhapsody" dei Queen (a dire il vero sono sempre io la prima a cantare, poi Alessio si unisce al mio gracchiare... 😧😂), ad esempio, ci sentiamo coetanei e ci aggiriamo entrambi intorno alla quindicina, senza dubbio. 😕😂

Cambiando argomento, mi piacerebbe proseguire a parlarvi (ribadisco: senza fare spoiler) a proposito dei racconti contenuti nella raccolta intitolata: "Ponente Onirico".



"La rossa" è il racconto di Manuela Goso.

"Albenga: una strana ospite in città", affermano così i giornali locali.

"Comparve un lunedì mattina, in piazza San Michele."

E mentre leggiamo ci tormentiamo chiedendoci: "Ma chi sarà mai questa fantomatica rossa?...".

"Finalmente, fatti quei pochi passi in direzione del Comune, la vidi, immensa, sopra le teste, stagliarsi contro il cielo...".

E come appare, la rossa sparisce, senza un preavviso. Chi o cos'è la protagonista della vicenda? Ma soprattutto: da dove proviene?
No, no, mi spiace, ma non ve lo svelerò. 😈😉
Quando ho letto questo racconto ho subito pensato ad una tela di Giorgio de Chirico. Avete presente quella sua abitudine di piazzare nei suoi dipinti oggetti che non hanno molta attinenza con l'ambiente che li circonda? 
Un elemento che stupisce, che destabilizza, che fa strabuzzare gli occhi. Ecco che cosa ho letto tra le righe di questa vicenda.

E, senza dubbio, destabilizza anche il racconto successivo, intitolato: "Oscuro è il limite del tempo" e scritto da Felix Lammardo.

"La stavo aspettando. Tutta la vita è un lungo aspettare. Aspetti di nascere, aspetti di mangiare, aspetti di dormire, aspetti di copulare, aspetti di morire. Mentre tu aspetti, ci vuole un attimo perché qualcuno te la metta in quel posto. E non è facile trovare l'antiemorroidale, perché la fila di chi ne ha bisogno è lunga, così torni ancora ad aspettare.".

Fosco si trova a Firenze e sta aspettando la sua fidanzata, Catrina, impegnata in un corso per consulenti assicurativi junior. I due hanno programmato una piccola fuga clandestina.

""Tu che lavoro fai?" mi aveva chiesto.
"Scrivo."
"Ah sì? E a chi?"
Ironia da quattro soldi, pensavo.
"Sono un giornalista" avevo puntualizzato.
"Ah, beh, neanche a me piace lavorare.""


Fosco ricorda il momento del loro primo incontro. Ironici entrambi. Le storie d'amore più belle, secondo me, sono caratterizzate dall'ironia. Tutto è più bello con una bella dose di ironia! 😊

"Guardavo la gente e mi sembrava cattiva. La città aveva bisogno di un gran clistere, pensavo.".

Pessimismo, o forse duro realismo?... Comunque concordo in pieno con la visione del protagonista.
Bumbolo, invece, è il soprannome dell'amico di Fosco ed è un fabbro (o "chiavologo", come preferisce farsi chiamare... 😂).
Fosco fa una strana richiesta all'amico, ovvero: una chiave che possa aprire la porta dei suoi desideri. Ma quando Fosco varca la soglia dell'ufficio di Riccardo, il suo caporedattore, Fosco diventa Riccardo e viceversa... 😕
Mi sono persa in alcune congetture e sono giunta ad una possibile conclusione; ma, chiaramente, non ve la rivelerò. Spetta a voi lettori congetturare e afferrare la chiave segreta di questo affascinante racconto.


"Ilaria" è il racconto di Erica Marzo. 

Giulia e Marco vanno a convivere in una vecchia abitazione, a Zuccarello e rinvengono una scatolina colorata in una cassapanca. 
Durante la prima notte trascorsa in quella casa, Marco avverte delle voci, che sembrano provenire da quella scatola...
Decide di aprirla e al suo interno vi trova la storia di Federigo della Riva, pittore e maestro orafo del 1400. Jacopo divenne il maestro di Federigo.


""in realtà" mi diceva, "noi non inventiamo nulla. Ci limitiamo a liberare sculture che già esistono dal marmo in eccesso che le imprigiona"".

Le parole di Jacopo mi hanno ricordato molto la teoria del grande Michelangelo.

Federigo e Jacopo si recarono insieme a Lucca per eseguire un ritratto al signore della città, Paolo Guinigi. I due assistettero alle nozze tra Paolo Guinigi e Ilaria del Carretto.


""dev'essere davvero triste la vostra vita se non riuscite a vedere quanta bellezza risiede in una donna. Vi faccio una domanda: voi che dite di limitarvi a liberare le immagini dall'eccesso di materia che le imprigiona, come giustificate le vostre splendide Madonne?"".

Ilaria rispose così a Jacopo per obiettare contro le idee maschiliste del pittore. E qualcosa si accende tra i due, anzi, divampa. Un amore platonico, puro e delizioso. Una storia dolce, pura.



"Il guardiano degli specchi" è il titolo del racconto di Chiara Moltoni.

"Una figura che spaventa ed attrae al tempo stesso, come il baubau di tutti i bambini."

"Camminava, camminava e camminava, su e giù per Alassio".

La protagonista della vicenda decide di inseguire quella strana presenza. In quella corsa affannosa la donna rivede suo padre da ragazzino, il banco dei giocattoli dove sua madre le comprava regolarmente il "regalino del sabato" e molte altre immagini del suo passato e del suo presente.


"Rividi tutte le principali tappe della mia vita: bambina, studentessa, maestra, moglie, divorziata, disoccupata, donna delle pulizie...".

E più insegue quell'uomo e più si sente inseguita da lui.


"Come potevo raccontargli, lì, su due piedi, tutti i cedimenti con i quali avevo deciso di ovattare la mia vita? Compromessi. Ti ci specchi una volta e continueranno a riflettere ciò che non sei finché campi. Senza dolore, un poco ogni giorno, fino a farti diventare qualcun altro."

Sicuramente una storia che fa riflettere.


"Il mercante d'arte", invece, è il racconto di Marco Moniaci.

"Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli."

Comincia così questa altrettanto bizzarra storia, con un passo tratto dal Vangelo di Matteo.
Paolo e Luca sono due amici e, mossi dalla curiosità, raggiungono a Borghetto un anziano mercante, accampato sotto le mura bianche del camposanto.
L'uomo rivende a prezzi bassissimi oggetti che gli sono appartenuti: tutti oggetti di buona qualità, dei veri affari per i due amici.
Sul finale, il mercante incontra una donna. Io credo che essa impersonifichi il suo talento, la sua anima, ma non voglio sbilanciarmi con le supposizioni e mi zittisco, lasciando a voi il piacere di questa lettura. 😉



"La busta blu" è la storia scritta da Dajana Mungo.

"Era buffo girare per i negozi salutando gente di cui conoscevo le più intime confidenze."

La particolare bellezza di una busta blu spinge una postina, fanatica da sempre di investigazioni, a cominciare a sbirciare nella posta altrui...

"Doti nascoste, perversioni segrete, passioni inconfessabili erano ora accessibili alla caparbietà del mio sguardo".

Ma a causa di questo suo "nuovo hobby", capiterà l'irreparabile e la protagonista del racconto tenterà di redimersi, nel suo piccolo... 
Un bel racconto!


"Il riscatto" è stato scritto da Roberto Sartori.
Lorenzo è un medico al pronto soccorso del Santa Corona, ospedale di Pietra Ligure. Zahid el Mehedi, invece, è un nuovo paziente... Un nuovo e curioso paziente che trascinerà con sé il medico nella Turchia del 1600!



"Serata al Pacha Mama" è il racconto di Maria Pia Urso ed è ambientato nella splendida cittadina di Dolceacqua.

"Poeti, scrittori, filosofi di un mondo sotterraneo la cui produzione sarebbe andata perdita senza l'iniziativa del Pacha Mama".

Zoraide, narratrice di storie e leggende sconosciute, si presenta nel curioso locale (quanto mi piacerebbe un posto simile!) per raccontare la storia di Rosnella, la bimba venuta dal mare.
E non vi dico altro.


"Sole biancoblu" è l'ultimo racconto della raccolta e il suo autore è Renato Zerbone.
Sogno o realtà? Una golf o una Z4? Quale sarà la vera auto del protagonista?...
Questo racconto, lo ammetto, mi ha resa inquieta. La difficoltà nel distinguere un sogno dalla realtà, o la realtà da un sogno... Mamma mia, mi ci perderei giornate intere a disquisire sul diavoletto di Cartesio o quant'altro, quindi riconosco che è giunto il momento in cui dovrei fermarmi. 😀

Mi sono piaciuti moltissimo questi racconti nostrani: tutti comunicano qualcosa direttamente al nostro inconscio. Quindi, sì: vi inviterei a leggerli, o, meglio: a farvi leggere l'inconscio da ognuno di essi... 😈😉😀

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