Vorrei premettere che mi diletto, di tanto in tanto, a " soccorrere " ragazzi e bambini che incontrano, a volte, qualche difficoltà nello studio; o che semplicemente vorrebbero migliorarsi, potenziando le proprie competenze in vista di una importante interrogazione scritta o orale. È vero: non si tratta di un'occupazione stabile e sicura, ma adoro potermi sentire di aiuto per loro e, inoltre, mi viene costantemente concessa l'opportunità di imparare...
Seneca sosteneva, più o meno, che non basterebbe la durata di una vita intera per poter venire a conoscenza di tutte le informazioni presenti sulla Terra! Che tristezza!! Quanto aveva ragione il filosofo...
" Piccolo albero "
Durante uno dei miei " soccorsi " ad uno studente, posso affermare di esserne uscita nuovamente più ricca: ho scoperto un romanzo, che, probabilmente, non mi sarebbe mai capitato di leggere... Poi, certo, mai dire mai!
Il romanzo si intitola: " Piccolo albero " e il suo autore è: Forrest Carter. Mi trovo, all'incirca, a metà lettura e due passi in particolare hanno attirato le mie riflessioni: essi riguardano la delicata tematica della morte e della vita dopo di essa.
Vorrei condiverlo con voi, nella speranza che possa risultare di vostro gradimento, come lo è stato per me...
" Nonna disse anche che tutti quanti hanno due menti. Una ha a che fare con le necessità della vita fisica, e di essa bisogna servirsi per capire come procurarsi un tetto, cibo e quant'altro occorre al corpo. Bisogna usarla per sposarsi e avere figli e cose simili. Di quella mente abbiamo bisogno per tirare avanti. Ma ne abbiamo una seconda che non ha niente a che fare con cose del genere. Questa, disse la nonna, è la mente dello spirito. "
E infine:
" Quando il tuo corpo muore, mi spiegò la nonna, con lui muore la mente del corpo, e se per tutta la tua esistenza non hai fatto che pensare a quel modo ti ritrovi con uno spirito non più grande di una noce di hickory, perché la mente dello spirito è quel che sopravvive quando tutto il resto muore. "
Questi sono solo degli stralci del profondo romanzo di Carter, ma in esso sono contenuti molte altre parti ricche di preziosi insegnamenti.
La mia idea di vita oltre la morte
Ho voluto condividere con voi questa lettura perché io credo che, dopo tutta questa " messa in scena ", comunemente chiamata: vita, possa esistere un qualcosa... Un posto in cui si potranno gettare le maschere dell'ipocrisia e in cui sarà attuabile l'essere se stessi!
Come la nonna del giovane protagonista del romanzo di Carter, ritengo che sia preferibile allenare il " muscolo " della mente dello spirito, tramite la comprensione verso il nostro prossimo ( lei stessa ammetterà che comprensione e amore si identificano ). Perché, in fondo, la morte giunge e continua a manifestarsi in tutte quelle persone, che, seppur ancora viventi, aspirano ad obiettivi materiali quali: il denaro, il mero aspetto esteriore, il proprio interesse ecc...
Certo... Non possiedo le prove infallibili dell'esistenza di una vita migliore dopo il nostro ultimo respiro; tuttavia, Blaise Pascal ci spingerebbe ad una scommessa su Dio: che Egli esista o meno, vale la pena tentare a vivere in previsione del Suo giudizio, no... ?
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