martedì 16 ottobre 2018

Castagnata a Giustenice e il primo racconto di Lansdale

Buon giorno! 
La rappresentante dei genitori della scuola di mio figlio mi ha invitata ad esporre i miei libri durante un evento irrinunciabile per il mio paesino: la castagnata dei bambini.
E così sabato pomeriggio mi sono rimboccata le maniche e ho cercato di dare una mano nell'allestimento della tensostruttura della piccola e graziosa Giustenice. 
I numeri da appiccicare ai vari premi per i bambini, i biglietti della lotteria, i pupazzi da sistemare sulle mensoline, i barattoli per i tiri dei più piccoli (e anche dei più grandi... 😁).
Un gran lavoro e ancora qualche fitta alle natiche a causa degli esercizi di squat che ho dovuto fare per saldare al pavimento della palestra i lunghi tappetini rossi. Ma ne è valsa la pena! 😊
È stato faticoso e divertente. Il senso di unione e di un'unica grande famiglia ha dominato dai primi preparativi fino alla conclusione della giornata. Il ricavato della manifestazione viene ogni volta devoluto a favore della scuola del paese: per l'acquisto di materiale indispensabile ai bambini e agli insegnanti.
E quest'anno mi è stato assegnato un tavolo sul quale ho potuto esporre i miei romanzi (anche parte del mio incasso è stato devoluto a favore della scuola di mio figlio).



Le vendite non sono andate alla grande, però sono riuscita a mettere da parte una piccola cifra per la scuola e, modestamente, ne vado orgogliosa! 😊
La festa è iniziata alle 12.30, ma alle 10.30 io ero già lì con i miei libri e alle 11 è arrivata la mia cara amica per tenermi un po' di compagnia, mangiare qualcosuccia insieme e commentare di tanto in tanto le mie storie davanti alle persone incuriosite dalla mia esposizione.
"Farsi avanti e sfoderare la verve del commerciante, oppure rimanersene in silenzio e sorridente?...", l'interrogativo che ogni volta, durante un evento simile, ci lascia spiazzate e senza una valida risposta. La mia amica, forse, sarebbe più propensa a richiamare l'attenzione del pubblico; mentre io preferisco attendere con dolcezza e un bel sorriso stampato sulle labbra. Non mi va di propinare i miei libri: chi è interessato mi rivolgerà la parola o cercherà semplicemente il mio sguardo e io saprò essere cordiale e sempre molto disponibile. 
Forse il mio non è il giusto atteggiamento... non ho di certo l'animo del commerciante, questo è poco ma sicuro. Ma sono fatta così. Non amo quei commessi/commesse asfissianti che ti saltano addosso non appena varchi l'ingresso di un negozio e per questo motivo non ho voglia di fare altrettanto con i miei possibili futuri lettori.
In teoria dovrebbero essere la copertina del libro e la sua sinossi a parlare per un autore/autrice, o comunque a cominciare a presentarlo/la al pubblico di lettori. Il resto dovrebbe arrivare da sé (sempre se il primo contatto con il libro è risultato gradevole al lettore...). E voi che cosa ne pensate?
Ora cambio argomento e vi espongo il mio parere sulla lettura di: "Una stagione selvaggia" di Joe e R. Lansdale.
"Una stagione selvaggia" è il primo racconto della trilogia intitolata: "Hap & Leonard". Vi ho già esposto il mio lieve disappunto per quanto riguarda l'utilizzo di un linguaggio un pochino "aggressivo" e scurile; tuttavia devo ammettere che questo racconto mi è piaciuto molto.

"Non so che cosa avesse quel gesto, quel brillio dorato, ma mi fece venire voglia di prenderla fra le braccia, stenderla sul tavolo e cancellare gli ultimi due anni passati senza di lei."

Trudy è l'ex moglie di Hap e si presenta da lui per proporgli un affare. Un affare da duecentomila dollari! 
Hap è ancora innamorato di Trudy, ma la donna sembra non avere alcuno scrupolo nello sfruttare gli uomini che le sbavano dietro...
Leonard, l'amico e vicino di casa di Hap, non vede di buon occhio Trudy, ma accetta di accompagnare Hap in questo colpo e, chiaramente, di spartirsi il bottino con l'amico.
Il loro compito? Recuperare il malloppo abbandonato da alcuni rapinatori sul fondo melmoso e gelido di una palude del Texas orientale. Trudy dirige le operazioni insieme a Howard, il suo ultimo marito, Chub e un certo Paco.

"mi sembra che tu stia usando la retorica anni Sessanta per giustificare un furto" 

Hap si rivolge così a Howard, dopo tutte le riflessioni nostalgiche sul passato del nuovo compagno di Trudy.
La cosa puzza, credetemi... non vi dirò che cosa capiterà in seguito, ma posso garantirvi che si tratta di una lettura molto scorrevole e divertente.
I dialoghi tra Hap e Leonard sono esilaranti (a volte mi piego in due dalle risate) e... sì, sì, una lettura di grande intrattenimento e arricchita di avventure bizzarre ed eccitanti.

"Non puoi giudicare le cose da come le vedi. Osserva una cosa abbastanza a lungo, e comincerà a sembrarti qualcos'altro."

Beh, effettivamente, questo racconto è ricco di colpi di scena!

"- Adesso ho capito perché vai in giro con un nero. Così se buchi hai qualcuno che ti cambia la gomma."

Leonard è autoironico e divertentissimo! Mi piace un sacco il botta e risposta dei due protagonisti, il loro cinismo a volte quasi urticante.

"Sentirsi troppo sicuri è esattamente il modo per consegnare la propria anima al diavolo un pezzettino alla volta."

"L'idealismo era un po' come Venere nel cielo del giorno. Una volta ero in grado di vederla. Ma con il passare del tempo mi serviva meno e volevo scrollarmene di dosso le responsabilità, e avevo perso la capacità di vederla, di crederci. Ma adesso pensai che sarei riuscito a vederla di nuovo se avessi fatto uno sforzo e avessi guardato con attenzione." 

Termina così l'elettrizzante racconto di Lansdale e ora ho quasi terminato il racconto successivo, ovvero: "Mucho Mojo". Ve ne parlerò a breve... Per ora buona giornata a tutti! Io me ne torno a lavorare. 😉😊😘

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