martedì 12 giugno 2018

Colloquio sul mare

Poco fa mi sono recata ad un colloquio. Un bellissimo colloquio in un bar affacciato sul mare di oggi: piatto come una tavola.
Un'elegante signora francese ha richiesto un mio aiuto nell'apprendimento della lingua italiana attraverso l'ufficio del turismo e...
Boh... Per me è una nuova avventura! 😀 E, sicuramente, si rivelerà come un'utile esperienza nel ripasso delle nostre regole grammaticali; ma dovrò puntare soprattutto sul linguaggio parlato e sulla comprensione...
Dai, proviamoci!
Mi asterrò dal ricordarle un vocabolo servendomi della lingua francese (come ho fatto stamane... 😨😂) e improvvisiamooo! 😉
"L'opinione altrui è essenziale per fissare le nostre quotazioni sociali, dunque è determinante perché possiamo farci strada nel mondo: ma questo, a ben guardare, vale per chi è del tutto privo di qualità reali. L'uomo di merito che si aspetti riconoscimento e appoggio sperimenterà a suo danno che la paura e la viltà della maggioranza degli uomini gli hanno decretato una lotta senza quartiere".
Vi piace? Un pensiero di Schopenhauer. Secondo il filosofo, la "coscienza migliore" sboccerebbe dalla solitudine, poiché nella solitudine non saremmo invischiati negli interessi competitivi propri della convivenza sociale.
Ed è nella solitudine che scopriremo la via verso la libertà.
Insomma: dobbiamo vivere insieme, ma manteniamo il nostro mondo interiore il più possibile isolato: non conformiamoci. Credo di trovarmi in accordo con queste sue conclusioni.
"Quello che il tuo nemico non deve sapere, non confidarlo al tuo amico", un'altro suggerimento del filosofo tedesco. Mhm... Bisogna mantenere questo atteggiamento di diffidenza proprio nei riguardi di tutti? Io credo, invece, che sia giusto osare, con tutti i pro e i contro che ne conseguiranno, no?
Va beh... Ora vi lascio: vado a recuperare il mio piccolo a scuola... 😉😊 L'ultimo giorno della prima elementare è giunto e ora abbiamo davanti a noi un'estate ricca di divertimento e di impegni quotidiani!! 😁 Vi lascio un baciotto! 😘

venerdì 8 giugno 2018

uno stupendo incentivo e Schopenhauer 😊

recensione de: "La percezione dei colori - Storie cromatiche di vite ordinarie".
Un vero incentivo per proseguire lungo questa strada così dura e accidentata! Eh sì... La recensione di ieri, scritta per mano di Raffaella, mi ha rinvigorita molto. ❤
Era da un pezzo che non ricevevo notizie da parte del "mio pubblico"... 😩😁
Per il momento ho totalizzato quattro recensioni (in due anni di scrittura!... 😱😂), ma sono tutte molto molto belle. Beh, mi sento onorata di aver lasciato un po' delle mie emozioni a: Raffaella, Patrizia, Marianna, Nura e Andrea. 
Avendo ricevuto solamente cinque recensioni, posso ricordarmi senza alcuno sforzo tutti i nomi di questi miei cari lettori (uno è della mia migliore amica, lo ammetto!! 😉😁), che con le loro parole sono riusciti a farmi battere forte forte il cuore! 😊❤
Ricorderei comunque i loro nomi, anche nel caso in cui il numero delle mie recensioni dovesse salire (e ci spero, ragazzi... Ci spero tanto, non voglio mentirvi...). Non sono una perbenista, nemmeno una falsa ippocrita: semplicemente non posso scordare coloro che mi hanno spronata ad andare avanti nell'inseguimento di un sogno; coloro che mi hanno ricordato il vero motivo per cui ho iniziato, un bel giorno, a digitare le prime lettere dell'incipit di Riflessi di Coscienza: emozionare!
Emozionare me stessa e gli altri. Voglio lasciare qualche bella impronta alle mie spalle e bei ricordi nelle menti e nei cuori delle persone.
È questo che voglio, con tutta me stessa! 
Voglio ringraziare coloro che hanno compreso il senso della mia scrittura. È come se mi avessero sfiorato l'anima. 
Vorrei descrivervi i primi pensieri che hanno attraversato la mia mente in occasione di una recensione così bella come quella di ieri: "Mi è entrata dentro. Ha sentito le emozioni che mi hanno guidata durante la scrittura di quel libro. Ha capito che non ho intenzione di fermarmi in superficie. Ha capito che la scrittura è una parte veramente fondamentale della mia esistenza ed era lì, con me, mentre scrivevo e cancellavo e scrivevo e cancellavo".
Giuro che ora mi fermo. Ma non sarò mai abbastanza grata nei confronti di coloro che comprendono uno dei miei motivi di vita. ❤
Troppo sdolcinata e romantica? Lo so... Ma che cosa ci posso fare? Io sono fatta così, credetemi. 😊
Comunque, ora cambierò discorso. 
Stamane ho iniziato a leggere: Aforismi sulla saggezza del vivere di Arthur Schopenhauer (uno dei miei filosofi preferiti!).
Un vecchio libro che avevo comprato durante un'estate della mia adolescenza... L'ho sempre portato con me, senza leggerlo. 😨😂
Ieri, dando una veloce sbirciata ai miei vecchi manuali universitari di filosofia e psicologia, l'ho incontrato lì, in mezzo a Freud e a Nietzsche! 😆
Ho letto soltanto l'introduzione, ma vi posso garantire che mi sta già attirando molto. Sicuramente, nella mia prossima pagina, saprò offrire maggiori informazioni...
Strano, eh? Un libro che mi ha sempre seguita, eppure non l'ho mai sfogliato (nonostante abbia sempre amato Schopenhauer)...
Forse era destino che lo leggessi a distanza di così tanto tempo?... Magari, a quindici/sedici anni non ero così pronta per una lettura simile?
Comunque, vi saprò dire qualcosa...
Buona serata e un bacio. 😘

giovedì 7 giugno 2018

Okay, dovremmo esserci... 😕😆! recensione di Raffaella! ❤

È da venerdì che correggo e ho continuato a correggere persino nei miei sogni! 😨😂
Ripetizioni, ripetizioni, una montagna di ripetizioni e le irritanti balbuzie dei miei nuovi personaggi... 😱 Così ho dato un bel taglio. Insomma: credo di aver fatto il possibile in una missione impossibile! 😱 
Ora ho inviato tutto al mio editor, quindi, non mi resta che attendere...
Ho sofferto molto... A un anno di distanza ho scoperto di esprimermi in un modo totalmente diverso!
Mi sono concessa una breve pausa, andandomene al mare con il mio bimbo e la mia carissima amica: ne avevo un gran bisogno.
C'è un aspetto molto importante da non sottovalutare: il mio cambiamento. Come persona e come scrittrice, senza ombra di dubbio.
L'obiettività inizia a farsi spazio a gomitate tra le mie "presunte" conoscenze e mi fa smontare tutto! 
Vi faccio un esempio? Beh, con questo manoscritto tra le mani mi sono resa conto di alcune mie carenze... Ma mi sono rimboccata le maniche e ce l'ho messa tutta, davvero!
Ce l'ho messa tutta per fare in modo che questa nuova storia scorra in maniera più fluida. Ho "oleato" un po' dei suoi ingranaggi e ora staremo a vedere...
Potevo fare di meglio, questo è indubbio, ma credo che affermerò una cosa del genere anche in avvenire, nei riguardi di altre storie che verranno a crearsi nella mia mente pazzerella! 😂
Il fatto è che non si smette mai di imparare. Beh, allora impariamo! 😉😆
E oggi riprenderò le mie letture (ho un libro di Schopenhauer: credo che me lo leggerò...) e me ne andrò di nuovo al mare con la mia famiglia. 
Sole, mare e letture: un connubio perfetto!
P.s. Ho ricevuto una stupenda recensione de: La percezione dei colori!! Voglio condividerla anche qui, su questa paginetta spiegazzata del mio piccolo diario elettronico... Ringrazio ancora te, Raffaella. Grazie di ❤. Hai illuminato la mia giornata, senza ombra di dubbio.
Per chi volesse dare una sbirciatina, ecco il link:

La percezione dei colori

domenica 3 giugno 2018

Quarto libro...

Ieri sera mi sono accasciata sul mio letto con la stessa energia di un maratoneta a fine corsa! 😩😂
No, non ho affrontato nessun tipo di gara podistica. Ho solo avuto la brillante idea di invitare a casa mia un amichetto di mio figlio... 😨😂
E così ho trascorso l'intero pomeriggio (fino alle 21) a gridare, a dividerli durante le frequenti lotte per la supremazia e ad inventarmi giochetti ridicoli per distogliere la loro attenzione dallo stesso gioco: cagione di diatribe... 😠😂
Alle 21, dopo una cenetta accompagnata dalle remore del pomeriggio in sottofondo, ho riaccompagnato l'amico di mio figlio a casa e poi... Una volta girata la chiave nella toppa del mio portone di ingresso, mi sono gettata a terra e ho ringraziato il cielo per essere arrivata indenne a fine giornata! 😅
Comunque, nonostante i frequenti litigi, ho notato un grande legame tra i due piccoli pestiferi (vorrei utilizzare altri aggettivi per descriverli, ma ho deciso di fermarmi in tempo... 😨😂).
Questi maschiacci!! Si insultano, lottano e qualche istante dopo tornano a scherzare e a parlare di calcio come se niente fosse... 😮 Li invidio, giuro! 
E poi uscirà il mio quarto manoscritto. Eh già...
Il mio editor mi ha inviato il file impaginato e la cover. Ora mi prenderò qualche giorno per revisionare con attenzione. È un inferno! 😱
Avevo scritto questo libro l'anno scorso e ora mi sto mettendo le mani nei capelli! Errori, ripetizioni... Possibile che sia così cambiata in un solo anno?! 
Sì, mi sento cambiata. Volete la verità? Prenderei questo manoscritto e lo rivoluzionerei da cima a fondo! Ma ciò non mi sarà consentito, naturalmente. 
Ho già firmato un contratto un paio di mesi fa e il mio editore ha accettato di pubblicare "quella storia", perciò... Lo modificherò, questo è sicuro; ma senza stravolgere troppo.
Conto di terminare le mie correzioni entro la prossima settimana. Mi prenderò del tempo. Ho chiuso con la fretta!
Inoltre, ho scoperto giusto l'altroieri di aver terminato il mio servizio presso il posto in cui lavoro e, almeno fino a settembre, sarò liberaaaaa!
Bene! Concentrerò le mie correzioni durante questa settimana, approfittando del fatto che mio figlio si troverà ancora sui banchi di scuola e: darci dentro con la super revisione!!
Interromperò, quindi, il flusso creativo che mi stava conducendo al finale del mio nuovo horror e metterò momentaneamente in pausa le mie letture.
Detto ciò, non mi rimane che augurarvi un lieto fine settimana! Un bacioooone. 😘

lunedì 28 maggio 2018

"L'interpretatore dei sogni" di Stefano Massini

Ho concluso questa lettura ieri, sulla spiaggia, mentre mio figlio e mio marito facevano le loro escursioni subacquee (ne ho fatta una anch'io: di certo non potevo tirarmi indietro, data la mia immensa passione per l'apnea! 😉😆).
Che dire se non: wow!! Sigmund Freud è in tutto e per tutto lo Sherlock Holmes della psicoanalisi: a differenza dell'investigatore, che indaga sui crimini, Freud indaga sui sogni altrui e si serve delle immagini del suo stesso mondo onirico.
Il noto psicoanalista viene accomunato al protagonista di Sir Arthur Conan Doyle per la sua capacità di deduzione e intuizione. 
"Io definisco sano un cervello che crea. Senz'altro". Così risponde Freud ad un suo paziente. La creatività come sinonimo di sanità mentale. Mica male, eh? 😉
Stando al parere di Freud, in teoria, io dovrei ritenermi un soggetto sano dal punto di vista psichico! 😂 Scherzi a parte: è vero, insomma, concordo con questa teoria. Una mente sempre in attività è una cosa buona. Creiamo, ci interroghiamo, dubitiamo, mettiamo tutto in discussione. Credo che siano i presupposti per raggiungere la maturità.
"C'è qualcosa di clandestino in ogni sogno che facciamo. I sogni sono in continua lotta con qualcosa che li sovrasta, e li vorrebbe annullare. I sogni non sono ammessi da una parte tirannica di noi. Per il despota i sogni sono fuori regola. E dentro di noi il despota comanda". 
È il "despota" che ci fa vedere i nostri sogni come sciocchezze. Il "despota", in teoria, si identificherebbe con la nostra parte razionale, quella che domina la vita diurna secondo schemi e regole ben precise.
E nel sogno?... Nel sogno tutto è possibile. Il sogno è istinto ed equivale ad una realizzazione di un nostro desiderio. Un discorso valido persino per gli incubi...
Eh sì... I sogni ci proteggono e soddisfano le nostre necessità e l'incubo non sarebbe altro che un sogno "cammuffato", di uguale importanza rispetto ad un sogno piacevole: l'incubo vuole comunicarci qualcosa... Per conoscerci meglio, faremmo bene ad ascoltarci e i sogni rappresentano il momento propizio per attuare questo ascolto così profondo e intimo.
"Ossevarli è tutto.
Osservare i corpi, gli sguardi, osservare questa umanità sorpresa di se stessa che viene a svelarmi le voci che ha dentro, senza riconoscerle". Freud osserva i suoi pazienti, li studia e, di tanto in tanto, li provoca per verificarne le reazioni.
Chiaramente, come ho amato (e sto amando ancora...) Sherlock Holmes, così ho amato questo protagonista così geniale e perspicace. Oltretutto, all'università rientrava tra i miei argomenti di studio preferiti, perciò era inevitabile questa mia ammirazione nei riguardi del romanzo di Massini.
"In un volto ci sono più volti. In un viso ci sono più visi. Solo la realtà è univoca: il sogno è multiplo". E qui mi fermo con le citazioni, altrimenti rischio di inciampare nello spoiler... 😕😊
Sapete una cosa? Questo romanzo è unico! Massini è riuscito a romanzare sui casi di Sigmund Freud dopo anni e anni di ricerche e studio. Un lavoro veramente lodevole e strepitoso! Vorrei conoscere il signor Stefano Massini e stringergli la mano con tanto di voce tremante per l'onore di conoscere un genio! Sì sì, non sto esagerando e non lo sto adulando: l'idea che lo ha illuminato è a dir poco fantastica!
Inoltre, leggendo questo libro, ci resta "qualcosa" dentro... Che cosa? Beh, tanto per cominciare, scopriamo un Freud problematico (un sogno lo insegue da quando aveva dieci anni) e questo è degno di nota: anche Freud tentava di guarire la sua mente. Come? Aiutando gli altri. Nella relazione con i suoi pazienti, egli donava loro una sua chiave di lettura e loro facevano altrettanto con lui.
Questo romanzo mi ha aiutata ad aprirmi: ad accettare anche le "sciocchezze notturne", ovvero i sogni, perché, pensandoci bene, i sogni fanno parte di me, fanno parte di noi. Quindi, chiudiamo gli occhi e studiamoci! 😉😊😘

sabato 26 maggio 2018

"La percezione dei colori - Storie cromatiche di vite ordinarie": un capitolo cruciale... 😉

NERO
«"Preparai un prisma triangolare... Fatto buio nella stanza e praticato un foro nello sportello della finestra per lasciare passare una conveniente quantità di luce solare, collocai il mio prisma ove essa entrava in modo che potesse venir rifratta sulla parete opposta. Fu per me una vera meraviglia il poter contemplare i vividi ed intensi colori così ottenuti"», il professor Fermi alzò gli occhi da quelle pagine ingiallite dal tempo.
«Quello che vi ho appena letto è un passaggio dell'esperimento di Isaac Newton, contenuto nel suo volume intitolato: "Opticks"», sfiorò con delicatezza le fragranti pagine di quell'antico manoscritto, «volume che potrete prendere in prestito direttamente dalla nostra biblioteca del dipartimento di fisica. Come avrete potuto constatare, esso rientra nel materiale di studio previsto per la parte monografica del corso di ottica», concluse, scattando in piedi e avvicinandosi nuovamente alla ruota cromatica.
«Durante la scorsa lezione vi ho riprodotto il suo famoso esperimento e, a parte l'avervi indotti ad un piacevole sonnellino», il professore si interruppe per lasciar sfogare le risate dei suoi allievi, poi continuò: «spero che abbiate compreso il processo di scomposizione e di ricomposizione della luce... Spiegherò un'altra volta, a grandi linee, la sua dimostrazione: in modo che gli eventuali assenti all'ultima lezione possano recuperare un paio di concetti...» Percorse con lo sguardo tutti i volti dei ragazzi, fino all'ultimo banco a destra, in fondo alla grande aula.
Il professore si impietrì quando vi trovò proprio Enea. Dapprima aggrottò i suoi occhi nocciola, poi si rilassò, stendendo le labbra in un lungo sorriso di fierezza.
Il nuovo amico pareva fortemente interessato alla sua lezione.
Il professor Fermi ricominciò a parlare, tornando serioso e distaccato: «Attraverso il prisma triangolare», disse, prelevando il suo amato oggetto d'infanzia e alzandolo per far sì che tutta la classe lo potesse ammirare, «egli scompose la luce bianca -quella del sole- nello spettro dell'iride e osservò che i colori sfumavano dal rosso all'arancio; dall'arancio al giallo, al verde, all'azzurro, all'indaco e al violetto», si schiarì la voce, tossicchiando, «eccovi spiegata l'esistenza del nostro suggestivo arcobaleno e il fatto che i colori siano presenti nella luce prima ancora della sua scomposizione», terminò con soddisfazione, accompagnato da un sorrisetto sotto i baffi.
«Per ottenere una valida conferma del suo esperimento, lo scienziato si cimentò in una prova inversa rispetto a quella precedente, ovvero di ricomposizione del colore», aggiunse.
Cesare spense l'interruttore della luce e lasciò filtrare un fascio di raggi solari attraverso uno spiraglio della finestra, poi piazzò il suo prisma in direzione di quel fascio e mostrò ai ragazzi la scomposizione di essa sulla parete oscurata della stanza. Infine rovistò all'interno di un cassetto della scrivania per rinvenire una grossa lente convergente: la sistemò alla sinistra del prisma, ad una certa distanza e fece convergere tutti i colori in un solo punto.
«Allora?...», domandò, rivolgendosi alla classe, «che cosa notate?»
«I colori sono scomparsi. Ora ha fatto ritorno il fascio di luce», affermò Enea, suscitando sorpresa tra gli studenti, i quali si voltarono per verificare a chi appartenesse quella voce così profonda.
«Esattamente!», replicò Cesare, annuendo con il capo, «Newton contò sette colori, derivanti dalla scomposizione della luce. Il rosso, l'arancione, il giallo, il verde, l'indaco, l'azzurro e il violetto», spiegò.
«Mi scusi, professore, ma a me sembravano sei...», dichiarò un alunno, mentre Fermi si accingeva a riaccendere la luce al neon.
«Già...», mormorò il professore, grattandosi il mento, «effettivamente, lo scienziato aveva incluso anche l'indaco -un colore a metà tra il violetto e l'azzurro- per giungere a questo numero», precisò, accomodandosi sopra la sua cattedra e accavallando le gambe, «ne avrete sicuramente sentito parlare dell'importanza del numero sette... Da un punto di vista soprattutto religioso...», sibilò leggermente in soggezione, «Newton fu stimolato dalla peculiarità di questo numero. Il sette -secondo la visione comune- veniva collegato ai fenomeni naturali. Ma, ora, non è assolutamente mia intenzione tenere un corso sulla numerologia», sogghignò, «anche perché io tendo a ricordarmi già a malapena la data del mio compleanno!»
Una risata si sprigionò nell'aula. Anche Enea ridacchiò.
«E fu così che il nostro caro Isaac Newton arrivò a formulare la teoria corpuscolare», tornò serio, con sguardo torvo e inquisitore, «teoria secondo la quale i corpi luminosi emetterebbero corpuscoli immateriali -ossia "atomi luminosi"- che viaggerebbero in linea retta e a velocità iperbolica, producendo luce. Essa sarebbe originata dai raggi, nel momento in cui questi colpiscono la nostra retina. La luce bianca, quindi, corrisponderebbe a una miscela di tanti corpuscoli quanti sono i diversi colori», si interruppe, riprendendo fiato e ruotò il busto, mostrando le spalle ai ragazzi per afferrare il manoscritto di Newton.
«Nella luce bianca, i corpuscoli formano un raggio -viaggiando nell'aria all'unisono-, quando il raggio attraversa il prisma, i corpuscoli subiscono un'influenza delle forze dovute alle particelle di materia. Ogni colore viene rifratto con un angolo diverso e il prisma separa i colori a ventaglio, ottenendo lo spettro della luce visibile», concluse, continuando a fissare l'opera "Opticks".
Dopodiché, facendo leva con entrambe le braccia sulla cattedra, scese da essa e si apprestò a fare ritorno alla ruota cromatica. Iniziò a tamburellare con l'indice della mano destra sopra quel tabellone.
«I colori adiacenti avrebbero una relazione armonica; quelli in opposizione -i complementari- instaurerebbero, invece, una &storia dinamica&. Ah ah!», si abbandonò ad una risatina compiaciuta, facendosi immediatamente cupo come al suo solito.
«Comunque, l'ipotesi corpuscolare di Newton dominò per cento anni il campo di indagine dell'ottica», terminò, sbuffando. Sbirciò il suo orologio: segnava le ore 12.30. "Per questo ho così fame!", rifletté. «Ci sono domande?», si rivolse al suo pubblico, «che siano intelligenti, vi raccomando...», precisò con espressione scocciata.
Alzò la mano Enea.
«Ah ah!», il professore si guardò intorno, scuotendo il capo, sollazzato, «dovete sapere che oggi abbiamo un infiltrato fuoricorso!», dichiarò con un mezzo sorrisetto, «mi dica, signor Francese!»
«Lungi da me dal voler scialacquare parte del vostro tempo prezioso!», gesticolò, studiando la reazione dei ragazzi a quel suo intervento, «e, forse, la mia non si rivelerà come una domanda intelligente, professore... Ma avevo letto da qualche parte che Goethe aveva definito come "errate" le diverse teorie di Newton, o mi sbaglio?...»
«Ah ah! No, non si sbaglia!», rispose il docente, «essendo stato un artista, Goethe non poteva sopportare una spiegazione meccanicistica del colore.»
«Perché, mi scusi?»
«Beh, perché il colore è fondamentalmente una fonte di emozione.»
«Ah sii?», domandò Enea, incredulo.
«Lei, quando vede il rosso, a che cosa pensa? Me lo dica senza rifletterci troppo su!», Cesare fissò Enea con un sorriso tra le labbra.
«Passione, ira, fuoco.»
Il professore annuì con il capo. «E il nero?»
«Serietà, oscurità, eleganza, chiusura», controbatté l'attore.
«Ecco! Vede? Come volevasi dimostrare, i colori suscitano anche in lei - come in qualunque altro essere vivente - una qualche emozione. Il colore è un nostro strumento per rappresentare il mondo. Soprattutto quello interiore e, certamente, Goethe ci ha giocato molto su questo particolare... Secondo l'artista, il colore non sarebbe altro che un modo di reagire alla vista della luce da parte del nostro apparato visivo.»
«Ah... Animato dallo scopo di mettere l'uomo al centro del tutto?»
«Chiaro.»
«Io, personalmente, preferisco questa teoria...», borbottò Enea, incrociando le braccia al petto.
«Mi perdoni?»
«Preferisco un approccio più umano, rispetto ad uno così freddo e meccanicistico.»
«Ah ah! È evidente che la fisica non faccia per lei, signor Francese!», commentò, ridacchiando.
«No. Infatti, non mi presenterò più a lezione, professore. Nonostante la sua grande bravura...»
Tutti i ragazzi lo fissarono con sgomento.
Il docente, allora, ci tenne a ricordare loro l'identità del mattacchione che avevano alle spalle.
«Ragazzi, vogliate scusarmi, ma il signore qui presente è un famoso attore di teatro. Forse, voi non frequenterete spesso l'ambiente, ma io sì! Una delle mie passioni e - se vogliamo dirla tutta - una contraddizione alla mia salda e rigida vita da fisico!», sogghignò, «questo signore incarna perfettamente il colore rosso. Io, invece, mi definirei più come il nero», affermò leggermente rassegnato. «Credete che l'assenza di colore potrà mai lasciarsi trasportare dall'impeto del rosso?», formulò loro quell'interrogativo di natura estremamente personale. Cosa molto insolita da parte del professor Cesare Fermi.
Gli alunni restarono sbalorditi di fronte ad una domanda simile, formulata da una persona così introversa e discreta come era lui.
«Non avevo mai preso in considerazione l'idea che le persone possano rapportarsi alla stregua dei colori di questa ruota», indicò la tabella cromatica, «beh... Credo che mi stessi sbagliando...», sospirò con un sorriso di soddisfatta rassegnazione tra le labbra. «Il motivo per cui ho sempre adorato lo studio dei colori e il ramo, quindi, dell'ottica?... Semplice! Perché ho sempre pensato che, dedicandomi alla fredda e materiale fisica, avrei tralasciato e allontanato da me il mondo dei complicati sentimenti umani; ma mi stavo sbagliando...», si passò una mano tra i capelli, abbassando lo sguardo sul suo libro. «I sentimenti si trovano anche qui!», esclamò, afferrando ed esibendo "Opticks" alla classe.
«I colori sono emozioni. I colori sono noi. Noi stessi siamo colori!», concluse il suo monologo e uno scroscio di applausi invase quell'aula.
Enea si guardò intorno, rapito da quell'esaltante e calorosa atmosfera, a lui così familiare; a Cesare del tutto estranea.


L'attore gli strizzò un occhio.

Come avevo promesso, oggi ho deciso di pubblicare sul mio diario elettronico un capitolo del mio ultimo manoscritto, La percezione dei colori - Storie cromatiche di vite ordinarie.
Questo capitolo affronta uno dei passaggi più importanti: Goethe vs Newton. Passione o ragione? Soggettività o oggettività? 
Decidete voi se stare dalla parte di Goethe/Enea o dalla parte di Newton/Cesare! 😀
I capitoli de La percezione dei colori non sono capitoli veri e propri... Sono colori! 😀 Sarò più pratica: se ad esempio voleste seguire la vicenda di Cesare, non dovreste far altro che leggere i capitoli intitolati: nero, se vi interessasse la storia di Enea, allora dovreste rivolgervi al rosso e via dicendo...
Ma attenzione!! I colori potrebbero mischiarsi, strada facendo... Perciò il mio suggerimento è questo: leggere il manoscritto dall'inizio alla fine! 😊 
Detto ciò, vi auguro un piacevole fine settimana e daaaai!!! Ditemi la vostra! Ci tengo. ❤😀

martedì 22 maggio 2018

Una lettura molto interessante

Un'idea, a mio parere, geniale! Stefano Massini è riuscito a costruire un romanzo ispirandosi alla vita di Sigmund Freud, riportando alcuni casi del noto psicoanalista.
Mi trovo ancora a pag. 98, ma, non appena mi è possibile, mi fiondo letteralmente su questo libro così diverso e affascinante...
"Un nome con due gambe sotto" (la risposta di una sua paziente alla domanda: "Chi è lei?), "L'uomo recluso" (un paziente al quale si presentava un sogno ricorrente: degli alberi carbonizzati e tre cassette dalle quali spiccavano il volo tre farfalle), "Il sogno di una claustrofobica", "Gerhard gioca con Klaus": alcuni dei casi di Freud romanzati da Massini. Tutti casi particolari e bizzarri. 
Freud riesce ad analizzare i sogni dei suoi pazienti isterici e, spesso, si serve delle immagini del suo stesso mondo onirico per venirne a capo, per afferrare la chiave dei loro sogni. Una chiave che potrebbe condurci per mano all'origine dello sdoppiamento di persona o del distacco dal sé.
"Semplicissimo, Herr Freud: per dire chiaro tutto, basta non chiamare niente col suo nome. Già da giovane dicevo: il politico è uno che fa capire cosa pensa della Prussia parlando dei mandarini in Cina", il diplomatico Otto S. riferisce questo a Freud e lo psicoanalista ha un'illuminazione: i sogni vengono deformati, acquistando una maschera irreale, ma, sotto sotto, ci comunicano qualcosa di reale... Sta a noi cogliere il loro significato profondo. Ed è così che tre semplici farfalle su una montagna arsa da un incendio potrebbero simoboleggiare i tre fratellini del paziente, morti a causa di una grave "infiammazione" polmonare.
Tutti casi degni di attenzione ed è degna di attenzione la nostra mente: così vasta, così infingarda il più delle volte! 😧
Freud si annotava ogni sogno al suo risveglio mattutino e cominciava a interpretare. Chiaro: ognuno di noi è un mondo a sé, perciò ognuno di noi utilizzerà simboli differenti, "personalizzati". Ma si potrebbe rintracciare un comune denominatore ai diversi stati fobici.
"Senza sogno non c'è l'uomo. Per statuto naturale, il sogno è un po' come un respiro, costituisce una parte imprescindibile dell'umano essere... La presunta maturità coincide con una pietosa finzione di non sognare". Siete d'accordo? Io sì, pienamente.
Bisogna saper ascoltare i propri sogni e accettarli, evitando frasi del tipo: "Una sciocchezza!", perché così facendo, non faremmo altro che allontanare un ricordo che, con molte probabilità, ci ha causato molto dolore. 
I sogni fanno parte di noi, sono istintivi e, di conseguenza, non vanno negati, né considerati come frivolezze!
"Se mi chiedessero chi sono, saprei rispondere? Se mi chiedessero chi sono, non mi sentirei salire dallo stomaco quel senso di spaesamento che provano i bambini nei luoghi troppo grandi? Definire le cose è un gioco, definire se stessi è un enigma, forse per la banalissima ragione che siamo esseri multipli, infinitamente plurali, raccolti quasi per incidente sotto un unico nome".
In fondo, non è così?... Inseguiamo la coerenza, la costanza; ma saremmo mai in grado di raggiungerle per davvero? No, siamo troppo cangianti. Siamo un enigma gigantesco, etichettato con un nome solo per distinguerci gli uni dagli altri, solo per un principio di categorizzazione. 
Come potete vedere, questo romanzo mi sta prendendo molto e, quando lo avrò terminato, esprimerò la mia opinione personale e conclusiva... 😉😊
P.s. Nella mia prossima pagina di diario (non mi va di parlare di "post"...) mi piacerebbe riportare un capitolo de: "La percezione dei colori"...