martedì 4 dicembre 2018

"Il precipizio" di Diletta Nespeca





Titolo: "Il precipizio"
Autrice: Diletta Nespeca
Editore: Caravaggio Editore
Anno pubblicazione: 2010
Genere: romanzo breve, horror
Pagine: 80 p.
Link di acquisto: "Il precipizio"


"Il bene e il male. L'eterna alternanza nella vita degli uomini.
Immergiti nella lettura, lasciati portare in viaggio, non chiederti dove ti porterà. Nessuno lo sa..."

Il consiglio di un lettore speciale apre il romanzo di Diletta Nespeca, intitolato: "Il precipizio". Non dobbiamo chiederci dove ci condurrà, ma semplicemente lasciarci trasportare da questa storia così intrigante, tenendo presente il suggerimento dell'autrice, ovvero che "il racconto va letto con maggiore attenzione tra le righe anziché nelle righe.".


All'interno dell'introduzione l'autrice definisce il concetto di "bene" come capacità di edificare e si serve delle parole di Sant'Agostino (citando la sua "Civitate dei") per parlare del male come stato di non esistenza. Dio ha creato tutto ciò che esiste, di conseguenza, il male non deriva da Lui.

"Durante i tre giorni che precedettero il Natale, la creatura si ritrovò sulla Terra dell'uomo."

""Quanto è bella questa Terra!" pensò senza nutrire alcun dubbio.
Pensò anche che se gli Scimmia se ne fossero presi più cura, le cose in Terra non sarebbero così penose e suo Padre non ne avrebbe sofferto."

La "creatura" si chiama Angel e giunge sulla Terra tre giorni prima del Santo Natale. "Scimmia" è un epiteto con il quale i Gerarchi di Dio definiscono l'uomo.
Angel rappresenta il bene o il male? Spetta a noi scoprirlo, pagina dopo pagina...

"Voi credete perché non avete bisogno di nulla, ma presto ne avrete la necessità ed Egli ve la negherà. E voi, come tutti gli esseri umani, perderete la fede."

Angel fa diversi incontri. Incontri con gente comune: il venditore ambulante di panini, il sacerdote impegnato ad allestire il presepe nella sua chiesetta, il malvivente che sta per essere freddato dalla sua banda, la prostituta che gli chiede di fare "un giro", il musicista disposto a vendersi la madre pur di combinare qualcosa nella vita...
Tutti "Scimmia", tutti destinati a perdere la fede...

"Vorrei conoscere il motivo per il quale credete di espiare qui le vostre colpe".

Angel si rivolge così ad un volontario del food bank: una mensa per i poveri. 
Chi commette buone azioni, generalmente, ha qualche colpa alle spalle da espiare...


""E voi vorreste arrivare in cima passando per la retta via?"
"Ormai mi sono stancato della retta via! Dopo anni e anni di retta via, eccomi qui a mangiare ancora nelle bettole della città mentre gli altri, quelli furbi che tagliano corto, sono già arrivati. Basta con la retta via!""

Un assaggio della conversazione tra Angel e il musicista. Il desiderio di emergere, di diventare famoso spingerebbe l'artista a rinnegare addirittura sua madre. Angel rimane senza parole e sogghigna.


"Rimettere a posto le cose aveva ormai acquisito per lui un pericoloso sapore di letizia e appagamento."

È questo il compito della "creatura"? Essa vuole credere che sia così: punire i colpevoli e trasformarsi in un vendicatore a tutti gli effetti.

"Ma che cos'era andato storto nel suo compito? Perché le perversioni del mondo avevano infranto in lui l'integrità o l'irreprensibilità in precedenza esemplari?"

Angel, in principio, era una creatura esemplare. Poi, qualcosa è andato storto...
Resta da chiedersi questo: Angel è una vittima o è il colpevole?

"Ma il cieco, picchiettando il bastone, con il viso amimico nascosto dietro a un paio di occhiali scuri..."

Al passaggio della creatura, si affaccia ogni volta questo personaggio altrettanto misterioso...

""Ecco il male", si disse Michele, "questo è il male e questa è la sua ingenuità. L'illusione che tutto gli possa appartenere o che tutto gli sia dovuto.""

Michele, l'arcangelo, riflette sul male. Il male è prepotenza; il male è fondamentalmente ignoranza perché non conosce il bene (e qui mi permetto di aggiungere l'interpretazione socratica del male).

"Perché gettiamo come spazzatura le cose che contano davvero?"

La brama del possesso e tutti i vizi del genere umano ci conducono a sottovalutare e, spesso, a buttare via ciò che più conta nella vita.

"Il male non è nelle cose, men che meno in quelle belle, ma nell'uso che se ne pone in essere."

"Il male non è assoluto perché per distruggere ha bisogno di distruggersi."

"Il bene è sempre costruttivo"

Il bene edifica, mentre il male distrugge e si autodistrugge, per questo motivo esso non può essere assoluto.

"Se tutto fosse nella natura stessa degli uomini, quale valore avrebbe? Sarebbe la stessa indole a indurci verso la scelta migliore. Il valore reale per me è dato proprio dalla scelta, dalla libertà."

La risposta di un passante all'arcangelo Michele. Tutti noi abbiamo la possibilità e la libertà di scegliere la strada migliore per le nostre esistenze mortali ed è proprio il libero arbitrio che ci renderà persone buone o malvagie.


"Ogni giorno, le stesse cose, la stessa "non vita"... la medesima "non esistenza". Incoscienza, non essenza, non esistenza.
Nulla, oltre il silenzio del buio infinito e inevitabile.
Che cosa possiamo fare, se non essere misericordiosi?"

Il male è "non vita", "non esistenza", "non essenza", incoscienza. E il bene non potrà fare altro che provare misericordia nei riguardi del male stesso...

Un romanzo distopico breve, ma davvero profondo.
La riflessione nasce spontanea durante la lettura di questa storia dal gusto horror, dove i personaggi sono velati di mistero e non ci vengono presentati: una scelta consapevole quella di Diletta Nespeca, poiché ha deciso di lasciare al lettore la possibilità di rappresentarseli mentalmente. Non solo! L'autrice non si abbandona a giudizi prettamente personali: il giudizio spetta al lettore. 
Il romanzo mi è piaciuto molto e ha catturato la mia attenzione fino all'ultima pagina. Volete tentare anche voi, o meglio: lasciarvi tentare?... 😉 Non vi resta che cliccare sul link di acquisto.
Un bacio e buona giornata! 😘

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