mercoledì 18 luglio 2018

Una bellissima sorpresa! ❤

Ieri mattina stavo "vagabondando" sul web (sempre alla ricerca di commenti o novità riguardanti i miei libri... 😁), quando ho incontrato questa bellissima recensione a cinque stelle del signor Davide Fresi...
Sono rimasta a bocca aperta. A due anni di distanza dalla pubblicazione del mio primo romanzo, Riflessi di coscienza, scopro questa splendida recensione. È stata come un fulmine a ciel sereno! 
Scrivere una storia di cento/duecento pagine è un lavoro molto impegnativo. Ti sgrani il cervello per concatenare tutti gli elementi, trascorri qualche notte insonne con pensieri che ti ronzano nella testa, del tipo: "Non sembrerà troppo banale? Ho creato la giusta suspense?". E il giorno dopo, come uno zombie, ti trascini sul posto di lavoro, sperando che il tempo lì possa scorrere il più veloce possibile per poter fare ritorno a casa e buttare giù la tua trama, proseguirla o cancellarla e ripartire da zero.
Per non parlare poi del faticosissimo e noiosissimo lavoro di revisione... 😨
Ma io amo scrivere e quando, dopo tanto impegno e dedizione, trovi un feedback così positivo, beh... Non ci sono parole per descrivere la felicità che ti brulica dentro, che ti assale, ti scuote e ti sussurra: "Vai avanti!".
È inutile, siamo esseri umani e come tali abbiamo bisogno (chi più, chi meno) di un po' di motivazione persino nelle nostre passioni. Quella "spinta" che ti fa ingranare la marcia giusta, quella positività per continuare a credere nei propri sogni.
Stamattina, entrando nel bar del mio paese (per un pacchetto di sigarette, lo ammetto... 😧😂), una mia amica mi ha detto: "Ce l'hai fatta!".
Sì, è vero: nel mio piccolo ce l'ho fatta! Sono riuscita a far appassionare un lettore ad una mia storia, ad un thriller nato per colpa (o per merito? 😕) della mia disoccupazione...
Mi trovavo a casa, senza uno straccio di lavoro e così ho preso il mio vecchio pc, mentre il mio bimbo si trovava alla scuola materna e... Ho iniziato a scrivere.
La delusione sorta a causa del fallimento del nostro piccolo e grazioso negozietto di famiglia mi ha dato qualcosa. La voglia di ricostruirmi. 
Ed eccovi la recensione:
Recensione di "Riflessi di coscienza"
Sto proseguendo la lettura del romanzo di Proust. 
Dalla parte di Swann è un preludio all'intera Recherche di Marcel Proust, che si sviluppa in ben 7 libri! 😨😂
Premetto: mi fermerò al primo. Mi piace moltissimo lo stile di Proust, la sua ricercatezza e il suo soffermarsi sulla semplicità della quotidianità, sull'abitudine; ma non sono abbastanza coinvolta dalla trama.
Ieri ho condotto qualche ricerca in rete e ho scoperto che diversi lettori hanno espresso più o meno il mio stesso parere riguardo all'opera. Tuttavia, l'autore stesso raccomandò i suoi lettori di raggiungere l'ultimo capitolo per comprendere la vera essenza del suo romanzo... 😮
Beh, non vi nascondo che ora sono un tantino più curiosa di giungere al termine di questa impegnata lettura!
Vorrei riportarvi alcuni passaggi che mi hanno incantata. Spero possano esservi graditi.
"Io la guardavo, dapprima con quello sguardo che non è soltanto il portavoce degli occhi, ma la finestra dalla quale si sporgono tutti i sensi, ansiosi e impietriti, quello sguardo che vorrebbe toccare, catturare, portar via il corpo che guarda e insieme la sua anima...".
Un bel passaggio, non trovate? 😍
N. si innamora di una ragazzina. Si chiama Gilberte ed è la figlia del signor Swann.
Ho trovato molto piacevole la descrizione del vento e della luna:
"Quando, nel corso di caldi pomeriggi, vedevo un unico soffio giunto dall'estremo orizzonte inclinare le messi più lontane, propagarsi come un'onda per tutta l'immensa distesa e venire a spegnersi, tiepido e mormorante, ai miei piedi, fra la lupinella e il trifoglio, quella pianura che ci era comune sembrava ci avvicinasse, ci unisse, pensavo che quel soffio doveva esserle passato accanto, che fosse qualche messaggio di lei quel bisbiglio che non riuscivo ad afferrare, e lo baciavo al suo trascorrere.". 
Chiaramente, N. ama quella brezza proprio perché ha accarezzato il corpo di Gilberte. È meraviglioso! ❤
"A volte, di pomeriggio, il cielo era attraversato dalla luna bianca come una nube, furtiva, senza splendore, simile a un'attrice che non deve recitare a quest'ora e che dalla platea, vestita da città, guarda per un momento i suoi compagni, cercando di scomparire, sperando che non si faccia caso a lei.".
Quando ho letto questo passaggio mi sono subito immaginata la luna che si presenta in anticipo, nel cielo chiaro e illuminato dal sole. È proprio così: la luna ci appare come un'attrice che dà una sbirciata di soppiatto ai suoi compagni, tentando di passare inosservata. Grandiosa questa similitudine! 😮
Ah! Ho acquistato un nuovo ebook. Si intitola: L'anatema dei sette peccati. È un romanzo di Davide Fresi (con molte probabilità lo stesso autore della recensione del mio Riflessi di coscienza!😉😀). Lo leggerò alternandolo al romanzo di Proust. 
Mi sembra giusto: solidarietà e cooperazione tra scrittori. Io, almeno, la vedo così... 😉😊 Un bacione a tutti e buona giornata! 😘

lunedì 16 luglio 2018

Lettura decisamente impegnativa e pioggia!

N. è il protagonista del romanzo di Marcel Proust: Alla ricerca del tempo perduto.
N., negli attimi del risveglio, ha spesso l'impressione di trovarsi, anziché nella casa in cui vive ora, nella vecchia dimora di campagna dei nonni a Combray (dove trascorreva l'estate durante la sua infanzia).
La sua memoria si è messa in moto e lui passerà la notte a ricordare la vita di un tempo.
La separazione serale dalla madre: un momento molto sofferto dal protagonista, specialmente in occasione delle visite alla sua famiglia del signor Swann (in quelle occasioni la madre non gli regalerà il tanto bramato bacio della buonanotte).
E poi: il momento della petite madeleine, che lo mette di fronte al reale scenario del suo passato. Perché reale? Per il semplice fatto che la memoria involontaria è l'unica in grado di fornire indicazioni reali sul proprio passato...
"Ma quando di un lontano passato non rimane più nulla, dopo la morte delle creature, dopo la distruzione delle cose, soli e più fragili ma più vivaci, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore permangono ancora a lungo, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla rovina di tutto, a sorreggere senza tremare - loro, goccioline quasi impapabili - l'immenso edificio del ricordo.".
Sapori e profumi potrebbero portarci indietro nel tempo?
Sì, io credo proprio di sì. Mi capita spesso di ricordare attraverso il senso del gusto e dell'olfatto. Sarà per questo motivo che continuo ad aggiungere candele profumate e saponette dalla fragranza floreale nella mia stanza da letto?... 😉😊
Adoro i profumi buoni e li ricerco continuamente. Per il piacere che mi offrono e, perché no, per ricordare... La lavanda, ad esempio, mi ricorda il mio babbo e la lavanda non può mancare nelle stanze della mia casetta.
La cannella mi ricorda mio marito (è stato lui a farmela conoscere quando ci siamo fidanzati) e, di conseguenza, non può mancare nemmeno questa dolce e piccante fragranza!
E voi? Riuscite a ricordare attraverso profumi e/o sapori?
N. riesce a rivivere la sua infanzia presso la zia Léonie, a Combray, nel momento in cui la madre gli offre una tazza di té al tiglio e vi intinge la famosa madeleine.
N. è molto legato al paese dei nonni, al punto da ricercare in ogni ambiente in cui si recherà la grande chiesa che sembrava rappresentare tutta Combray.
Ho amato particolarmente questo passaggio:
"In quella specie di iridescente schermo di stati diversi che la mia coscienza, mentre leggevo, dispiegava simultaneamente, e che spaziava dalle aspirazioni più profondamente nascoste dentro di me sino alla visione affatto esteriore del giardino, quel che c'era innanzitutto e più intimamente dentro di me, la leva in continuo movimento che governava tutto il resto, era la mia fede nella ricchezza filosofica, nella bellezza del libro che leggevo e il mio desiderio di appropriarmele, indipendentemente dall'identità del libro stesso.".
N. si rifugiava in una baracca di stuoia posta sotto l'ippocastano del giardino dei nonni. E le emozioni suscitate dalla lettura si fondevano con quelle che nascevano grazie all'ambiente e all'ora, diventando esse stesse Natura.
Un passo molto suggestivo. ❤
La mia lettura, tuttavia, è appena iniziata (mi trovo a pagina 91 e il libro ne conta circa 400!), ma proseguirà con molta lentezza... 
Voglio essere sincera: questo romanzo non mi sta coinvolgendo molto... Amo determinati passaggi, ma, alcune volte, la mia attenzione sguscia via dalle pagine e tendo a distrarmi! 😨😂
Il linguaggio di Proust è molto poetico e ricercato. Credo che, di tanto in tanto, il grande autore si sia abbandonato a qualche virtuosismo... 😉😁
È tutto così elegante e pregiato, ma resta una vicenda autobiografica... Non ci sono colpi di scena e il ricordo è la tematica principale.
È un romanzo frutto di impegnate riflessioni e di un grandissimo lavoro sulla parola. 😮
Bravissimo, non c'è dubbio, ma non sono sicura se riuscirò a terminarlo...
Comunque, cambiando per un attimo discorso: ho impiegato circa un paio d'ore per riuscire a pubblicare un articolo riguardo al mio nuovo romanzo sul mio sito (😩😂):...
Ve l'ho detto: non ci so fare con questa tecnologia! 😕😂 
Ora, ad esempio, mi trovo nel mio piccolo "rifugio" (un corridoietto comunicante con il mio salotto e con la stanza di mio figlio), seduta al mio tavolino, davanti alla porta a vetro, con la mia lanternina preferita che illumina le mie dita mentre digitano tasti per raccontarvi qualcosa e, intanto, osservo la pioggia che sta cadendo ininterrottamente. Mi piace da impazzire! La pioggia estiva. 😍 Certo, noi, per quest'estate ne abbiamo avuta abbastanza... Ma io la amo, che ci posso fare? 😉😀 
In Liguria è così e da voi? 😘
Ah! Io aggiungo il link del mio sito, in caso voleste darci una sbirciatina... 😉😘😘"Piacere, il mio nome è Agatha Lynch"

mercoledì 11 luglio 2018

"Suicidi al sorgere del sole - La seconda indagine del commissario Vega" di Antonio Infuso

Terminato ieri sera. In sottofondo la partita Francia-Belgio. No, non ce l'ha fatta a distrarmi! 😁
Di tanto in tanto, lo ammetto, alzavo gli occhi sullo schermo, ma sono riuscita a rimanere concentrata su questo libro. 😉😊
Chiaramente non vi dirò molto... Sarebbe "spoiler", no?
Vorrei riportare due passi che mi hanno particolarmente colpita...
"Per la prima volta nella sua lunga vita da investigatore, percepiva di trovarsi di fronte a qualcosa di diabolico, che andava oltre l’universo criminale che ben conosceva e con cui sapeva confrontarsi e, talvolta, scendere a patti. Annusava un odore acre, letale, in cui l’umanità – l’essenza complessa, contraddittoria e unica che determina le relazioni tra le persone – veniva ammorbata, sgretolata e resa inerme, perduta. Una nebbia vomitevole, che sembrava appiccicarsi sulla pelle e penetrarne i pori, in profondità, annidandosi negli antri più profondi dell’animo. Se Vega non fosse stato ateo, l’avrebbe definito un olezzo sulfureo e infernale. L’avrebbe battezzato con il suo nome: il male, quel male.".
Un nemico perfido, maligno e il commissario Stefano Vega dovrà dargli (darle?) la caccia, anticiparlo/a prima che commetta l'ultimo omicidio...
Il protagonista è un uomo molto affascinante e veramente poco ortodosso nel suo metodo di indagine... 😕😊 Per questo mi è piaciuto!
Lui segue l'istinto. E voi? Siete abituati a seguire l'istinto o vi ritenete persone riflessive?
Io credo di essere più riflessiva. Non mi fido granché del mio istinto!! 😂😂
Una lettura piacevole e scorrevole. I dialoghi, fluidi e sciolti, mi hanno catapultata nel mondo di Vega e, alcune volte, mi sembrava di aver davanti agli occhi i diversi personaggi. 😮
Non sono un'amante del genere poliziesco, ma questo libro mi è piaciuto.
"«Fa molto affidamento sull’istinto?». «Suppongo che lei non concordi. Ma mi baso molto su di esso. Intendo l’istinto come forma di percezione, di intuizione, di previsione degli eventi». «E funziona? Raggiunge i suoi scopi?». «Sì, direi di sì. E poi ho conosciuto molte persone che per non dare retta alla voce dell’istinto si sono fottute la vita.»".
Ho gradito, inoltre, l'inserimento di alcuni brani musicali all'interno del racconto. Canticchiavo e leggevo nel frattempo.
“We can beat them, just for one day. We can be heroes, just for one day... We can be heroes, for ever and ever...”. 😉😊
L'autore ha impreziosito la trama con alcuni elementi esoterici, regalando una sfumatura "verde" all'intero racconto. Basta! Mi fermo. 
E ora, prima di dedicarmi al "Barone rampante" di Italo Calvino, comincerò a leggere "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust. Avevo acquistato questo libro all'inizio dell'estate e mi sembra ingiusto lasciarlo intonso... Quindi vada per Proust e per le sottolineature a manetta! 😉😊
Chiaramente continuerò a revisionare il mio thriller. 
Oggi devo lavorarci un sacco, ragazzi! Ne approfitterò del mio pomeriggio di solitudine (dato che il mio piccolo si trova dalla nonna 😁) e scriverò, scriverò e scriverò e leggerò, leggerò, leggerò.
Per portare avanti un sogno non ci resta che impegnarci! E vada per la costanza e l'impegno! 😀 
Un bacioooone. 😘😘

lunedì 9 luglio 2018

"Piacere, il mio nome è Agatha Lynch" 😉😊



Agatha Lynch è un'introversa executive chef.
Non può sottrarsi alle domande di natura personale formulate da Jane Kerouac, così inizia a tessere le trame della sua vita complicata.
La sua dura scalata in ambito lavorativo, un'infanzia difficile (segnata dai problemi del padre con l'alcool), un amore fittizio e un sottile filo che la lega alla sua nuova amica, Helen: la lotta contro il cancro.

Un cammino tortuoso e ricco di ostacoli che la condurrà a trasformarsi in una donna solitaria e chiusa, ma ben forgiata. Un inno alla vita e un esempio per affrontarla con tenacia.

Allora?... Che ve ne pare? 😉😊
È uscito sul sito di youcanprint, ma, a breve, la casa editrice Lettere Animate lo renderà disponibile su tutti gli store online: Amazon, Mondadori, ibs ecc.
Sono molto contenta.
Ho scritto questo libro l'anno scorso e, chiaramente, ho preso ispirazione dalla professione di mio marito... È uno chef! 😊
Il cibo, la filosofia e le parole. ❤
Ho pensato alle svariate combinazioni di gusti e alle altrettanto svariate combinazioni di parole, ho shakerato un po' il tutto ed è sbucata fuori lei: Agatha Lynch. Una donna irlandese molto chiusa, solitaria, ma determinata e sicura di sé.
Il suo sogno è la cucina, il mio è la scrittura. 
Vada come vada, io voglio continuare a crederci. 😊 
Un bacione a tutti. P.s. Devo proseguire nella lettura di: "Suicidi al sorgere del sole"! 😘😘



venerdì 6 luglio 2018

Letture molto profonde: Osho

La mia nuova e cara amica Diana mi ha inviato due testi di Osho davvero molto interessanti e, per ringraziarla, vorrei provare a buttar giù alcune mie considerazioni riguardo alle principali riflessioni contenute nei testi.
La filosofia orientale si basa molto sull'essere, a differenza di quella occidentale che, in linea di massima - diciamocelo - idolatra chi possiede di più... 😩
Non mi riaggancerò a Schopenhauer, prometto. 😁 Rischierei di intavolare un discorso davvero troppo lungo e, forse, domani mattina mi troverei ancora qui con un lanternino tra le mani (a proposito: ne ho due e mi piacciono troppo... 😍😂) ad evidenziare i punti di convergenza tra le teorie del filosofo tedesco e il pensiero orientale. 😕😂
Basta! Mi fermo e mi dedico ai due testi di Osho che ho letto tutto d'un fiato giusto ieri sera.
Il primo, Perché siamo infelici, ricorda la negatività del condizionamento. 
"Se ad una persona ripeti continuamente una cosa, essa diventerà quella cosa". Verissimo! Almeno, io condivido appieno questa idea e, personalmente, come mamma, dovrei muovermi con molta cautela quando si tratta di dialogare con mio figlio riguardo a passi importanti per la sua crescita. Dovrei fare in modo di condizionarlo il meno possibile e permettergli così di coltivare in autonomia la sua personalità. Certo... A parole è molto semplice, ma nella pratica... 😨😂
Comunque io ci sto lavorando molto: dopotutto non siamo perfetti e ritengo che alcune volte sia doveroso metterci in discussione e, perché no: modificare e/o scardinare alcune nostre conoscenze.
Osho considera la consapevolezza come un obiettivo cruciale per allontanare la nostra immancabile infelicità e insoddisfazione. La consapevolezza, ma non l'autocoscienza: quest'ultima, a suo avviso, sarebbe deleterea poiché ci tramuterebbe in "morti che camminano".
Troppe riflessioni sul sé ci distaccherebbero dal mondo che ci gira intorno.
"Viviamo nel mare della vita, viviamo l'uno dentro l'altro". 
La consapevolezza di far tutti parte di un unico disegno, in cui non dovrebbero esistere confini tra di noi. 
L'importanza dell'essere e non del fare. "Ciò che si fa non è ciò che si è": ogni giorno, a seconda del contesto, recitiamo una parte (il marito/la moglie, la mamma/il padre, l'ingegnere/il netturbino ecc.) ed è giusto che sia così; ma non dovremmo immedesimarci totalmente in quella parte. Noi siamo noi. Infiniti, molteplici e l'infelicità nascerebbe proprio dal voler obbligare il nostro vasto essere a stare in un piccolo tunnel.
Sono d'accordo per quanto riguarda i diversi ruoli che dobbiamo interpretare quotidianamente; tuttavia, io credo che questi ruoli non possano essere separati con un taglio netto: molto spesso si concatenano, si intrecciano. 
Con molte probabilità, il netturbino, in un momento di sfinimento e di sconforto durante il suo turno di lavoro, penserà alla sua famiglia che lo attende a casa e al motivo per cui lui si trova lì, in quel preciso istante, a sfaticare. Ed è proprio allora che un lampo di gioia lo potrà rischiarare, no?...
Credo che non sia così semplice stabilire un confine tra i ruoli. E, forse, il varcare i confini potrebbe farci sentire vivi, che cosa ne pensate?
Il secondo testo, La vita è semplicissima, espone il concetto di "illuminazione" come di qualcosa che non può essere descritto dalle parole, perché il linguaggio umano si basa sulla dualità. L'illuminazione - se ho capito bene - è il raggiungimento del cuore del tempio. Un tempio che presenta due porte di ingresso: la meditazione e l'amore.
Per noi risulterà fisicamente impossibile varcare contemporaneamente entrambe le soglie. Dovremmo perciò scegliere una delle due porte: la meditazione, che si svolge nella solitudine, o l'amore, che ricerca la presenza degli altri.
"Ama e saprai che cos'è la meditazione; medita e saprai cos'è l'amore": due "ingressi" differenti, ma che conducono allo stesso luogo, allo stesso tempio. Un tempio in cui Gesù, Buddha e molti altri profeti e divinità si raccolgono. Un luogo in cui siamo tutti uguali.
La religione non sarebbe uno sforzo, ma una consapevolezza. La consapevolezza è veramente un punto fondamentale nella filosofia di Osho ed essa ci permetterebbe di arrivare ad una conclusione molto importante: se siamo infelici, lo siamo a causa nostra. La nostra fissazione su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. 
Ricordiamoci: "ciò che era giusto ieri potrebbe non esserlo oggi...".
Un carattere repressivo, il fatto di non essere flessibili ci indirezzerebbe ad una condizione di infelicità. I nostri stessi svaghi (vedere un film, leggere un libro ecc.) ci allontanerebbero sempre di più dalla consapevolezza, perché ci troveremmo impegnati a non pensare a noi e alla nostra condizione...
In un certo senso... Avete presente il detto: "beve per dimenticare"? Okay, ora non voglio accomunare il cinema o la lettura all'alcool, lungi da me 😂; tuttavia, io mi sento di accettare questa idea dello svago, del passatempo, come un modo per dimenticarci di noi. 
Allora non dovremmo immedesimarci eccessivamente in quella trama del film o del libro? 😕 Dovremmo lasciare accesa una piccola spia della consapevolezza durante un momento di relax? 
Con tutta onestà, non saprei rispondermi... Io, al contrario, lo trovo un momento prezioso: "perdere di vista" noi stessi per un breve lasso di tempo, per poi riflettere meglio sulle questioni che ci riguardano quotidianamente, no? 
Il cervello necessita di un po' di vacanze, giusto? 😉😀
Detto ciò, vi auguro una piacevole serata e vi mando un bacione. 😘

mercoledì 4 luglio 2018

La mia nuova lettura: "Suicidi al sorgere del sole"

Dieci suicidi-omicidi si sono verificati durante il cambio di stagione (durante l'equinozio e il solstizio), a Torino.
Dieci uomini si sono tolti la vita con il tantò (un coltello giapponese), ma prima di commettere il folle gesto ognuno di loro avrebbe ucciso una donna... La moglie, la convivente, la figlia o una vicina di casa. 😕
"Vega era già entrato nelle indagini e aveva dato il via alla sua classica 'paranoia da precauzioni'."
Stefano Vega è un commissario e si è trasferito a Cuba. "Con le spiagge, i pescatori, i locali di L’Avana, il son, i bambini, la gente e i colori." 😮
Viene voglia di visitare questa terra favolosa... 😍 Un sigaro e un sorso di rhum davanti all'oceano e la vita di sfondo durante i tramonti... 😮 Okay, mi fermo qui e interrompo questi  miei sogni ad occhi aperti, ma ve lo confesso: mi piacerebbe trasferirmi in un posto simile. 
Comunque, questo romanzo riporta la seconda indagine del commissario (è una sorta di sequel, perciò dovrò poi correre ai ripari e andare a leggermi la sua prima indagine...) ed è molto avvincente. 
Sarò sincera: non amo granché i polizieschi... Mi piacciono molto i thriller psicologici.
Nonostante ciò, questa lettura si sta rivelando interessante e i dialoghi sono davvero ben strutturati: pare di aver davanti agli occhi i diversi personaggi.
Ora mi trovo solamente al quinto capitolo, ma le supposizioni del commissario e dei suoi amici e colleghi invogliano a proseguire e a conoscere l'identità di questa presunta serial killer (forse una donna molto astuta, con abilità ipnotiche?... 😕).
Continuerò a leggere e vi aggiornerò sulle mie impressioni strada facendo... 😉😊
Una mia personale constatazione: si evince la professione dell'autore attraverso questo suo brillante romanzo. La descrizione degli omicidi/suicidi (così dettagliata e precisa) e le conversazioni (scorrevoli, fluide e molto naturali) tra i funzionari lasciano intuire la sua dimestichezza nell'avere a che fare con i fatti di cronaca...
Sì, continuerò. Mi garba! 😀
A proposito di letture interessanti e mooolto stuzzicanti: stamattina ho avuto il piacere di leggere un articolo davvero particolare. La mia amica Diana ha attirato la mia attenzione con Il dizionario del diavolo di Ambrose Bierce...
Acquisterò anche questa opera, si intende. 😀😉 Mi stuzzica, mi prende.
Ho sempre bisogno di novità e di cose interessanti. Lo dicevo giusto stamattina ad un mio carissimo amico. "Di cosa hai bisogno?", mi ha chiesto. "Di studiare, di sapere, di fare in modo che il mio cervello non si spenga. È questo il mio svago!". 😁
È bello avere amicizie di questo tipo: uno scambio di conoscenze, di esperienze. Secondo me è fantastico! Mi fa sentire viva. Dare qualcosa di mio e ricevere qualcosa dagli altri, no?... 😊
Ora devo proprio andare: il mio bimbo è pronto per tuffarsi nell'acqua gelida (😱😂) della piscinetta gonfiabile che abbiamo riesumato dall'estate precedente! 😂
Vi lascio per il momento e vi mando un bacione. 😘 P.s. Avete sentito lo schiocco?... 😉😁


domenica 1 luglio 2018

"Il processo" di Franz Kafka

Ho terminato questa lettura pochi minuti fa, poi ho fatto un bagno con il mio bimbo e mio marito (a proposito: la giornata è davvero stupenda e il mare una tavola! 😊) e ora eccomi qui, sulla spiaggia, con i piedi immersi nella sabbia calda e i capelli bagnati che mi rinfrescano. Il mare riesce sempre a mettermi di buon umore! 😊
Comunque, vi stavo dicendo: ho finito di leggere Il processo di Franz Kafka (chiaramente sono andata anche a leggermi i capitoli incompiuti) e mi ha lasciato l'amaro in bocca! Non mi ha delusa, no, no. Un finale del tutto inatteso che spinge a chiedersi: "Ma perché?...". 😨 Non vi dirò altro, mi cucio la bocca, anzi: fermo le mie dita sulla tastiera! 😂
Ora mi limiterei soltanto a riportare alcuni passi che mi hanno particolarmente colpita...
"È la Giustizia", disse infine il pittore. "Ah già, ora la riconosco", disse K., "qui c'e la benda intorno agli occhi e qui c'è la bilancia. Ma non ha le ali ai piedi e non sta correndo?".
"Eh già", disse il pittore, "ho dovuto dipingerla così su commissione, in realtà è la Giustizia e la Vittoria insieme".
"Non è un'unione riuscita", disse K. sorridendo, "la Giustizia deve stare ferma, altrimenti la bilancia dondola, e non può esserci una sentenza giusta".
Il pittore lavora per il tribunale, perché "tutto è del tribunale"! 😕
L'uomo si è offerto di aiutare in qualche modo K., il quale è stato arrestato, ma può condurre la sua vita abitudinaria... Il capo d'accusa? Non si sa... Verrà finalmente svelato al termine di questo romanzo?... Non ve lo dico! 😝😂
Con grande sorpresa, K. scopre che lo studio del pittore comunica con le cancellerie del tribunale. 😕
Avete presente quando in un incubo, dopo una corsa senza fine, vi sembra di esservi allontanati dal vostro inseguitore e, invece, vi voltate e lo scoprite alle vostre spalle? Quando fuggite da un luogo e vi ritrovate sempre lì? Beh, è la sensazione che ho provato durante questa particolare lettura. Il tribunale: il luogo che insegue il protagonista dall'inizio alla fine della storia.
"Per chi è sospettato è meglio il movimento della quiete, perché colui che sta fermo può sempre, anche senza saperlo, trovarsi sul piatto di una bilancia ed essere pesato con i suoi peccati". Il consiglio/minaccia di un industriale, incontrato presso lo studio dell'avvocato. Buffe teorie sulla superstizione dei funzionari esposte dallo stesso avvocato, secondo il quale questi giudicherebbero già l'imputato dalle sue labbra... 😨
Ragazzi, ve lo dico: è tutto molto, molto strano! Frasi che suonano spesso come inopportune, presenze e atteggiamenti fuori luogo. Ma è proprio in tutti questi dettagli che risiede l'originalità della storia!
Sicuramente un'accusa alla corruzione tra coloro che dovrebbero difendere gli innocenti, questo sì. Uno dei principali obiettivi di Kafka, ma non solo... Io ho raccolto un invito a pesare sempre con molta cautela ogni questione: valutare e analizzare ogni punto di vista, ogni possibilità... C'è da perdersi, è vero, ma, in alcuni casi ne vale la pena e, perché no, potrà capitarci di rivalutare i ruoli e di vedere il carnefice come la vittima. Questo è il caso del guardiano della porta della Legge, esposto dal sacerdote durante una visita di K. al duomo... Mi fermo qui. Ho detto fin troppo! 
Un classico misterioso, urticante e affascinante al contempo.
Ora mi allenerò ancora un pochino con la mia apnea. Non sono più brava come qualche anno addietro, ma bisogna allenarsi! 😉 
Non ho ancora ricevuto notizie riguardo al mio ultimo libro, ma non importa. Non voglio crucciarmi e, per non pensarci, mi sto lasciando coinvolgere da alcune iniziative letterarie: racconti brevi destinati ad alcune antologie e, chiaramente, sto proseguendo nella revisione del mio sesto romanzo (il thriller/horror, ricordate?... 😉😊) e poi ho fatto un nuovo acquisto: "Suicidi al sorgere del sole" di Antonio Infuso. L'ho comprato in versione ebook (non amo gli ebooks, ma ho voluto approfittare di una promozione lampo; inoltre, avevo promesso allo stesso autore che avrei letto, prima o poi, uno dei suoi libri... Sono una donna di parola, che cosa credete? 😬😂 E il mio prossimo acquisto sarà Il barone rampante di Italo Calvino! 😉😊).