giovedì 28 dicembre 2017

"Al faro" di Virginia Woolf

Il Natale ci ha già salutati anche quest'anno. Preparativi su preparativi e, come al solito, la festività si è volatilizzata! 😟
Il mio Natale è stato molto piacevole: a tavola, insieme ai miei cari, tra una risata e l'altra, di fronte alle prelibatezze culinarie della mia mamma.
E mio marito si è nuovamente mascherato da Babbo Natale per la gioia del nostro piccolo (il quale, anche quest'anno, non ha nutrito sospetti sulla vera identità del nostro Babbo!... 😂).
A breve, il cinque gennaio per l'esattezza, ci sarà una giornata firmacopie per i miei due romanzi e... Sono agitata!! 😦😀
Non sono abituata a parlare in pubblico. Non sono proprio abituata a parlare! 😕😁
Preferisco nettamente scrivere e leggere e, per l'appunto, ho appena terminato il racconto di Virginia Woolf.
"Il faro" è il titolo del terzo e ultimo capitolo del romanzo, anzi: elegia di Virginia Woolf.
La signora Ramsay, la figlia Prue e il figlio Andrew non ci sono più... 
La signora McNab e la signora Bast sono come guidate dallo spirito della signora Ramsay a prestare la loro opera per il salvataggio di quella casa, su quella particolare isola a forma di foglia.
In questo ultimo capitolo, il signor Ramsay si imbarcherà finalmente con i figli, Cam e James, per raggiungere gli abitanti del faro e per portare loro alcune provviste.
Lily Briscoe (ovvero Virginia Woolf) è sempre alle prese con il suo dipinto: vorrebbe catturare in esso non il volto, bensì l'essenza della signora Ramsay. È ben consapevolde del fatto che la sua opera, un giorno, verrà riposta in cantina o arrotolata e accantonata in qualche luogo della casa; ma la cosa che più conta per lei è lasciare un segno. Un segno della sua ricerca; un segno della sua esistenza.
Ciò mi ha ricordato molto uno dei miei principali obiettivi per quanto concerne la scrittura: restare. 😊❤
Virginia Woolf scrive per il Faro e grazie al Faro. Esso domina nella sua verticalità sul paesaggio orizzontale e piatto del mare.
Nel primo capitolo, "La finestra", domina la contrapposizione tra il sì della signora Ramsay e il no del marito di fronte alla richiesta del figlio James di approdare a quel faro. La madre, in quel sì che contraddice la realtà (il tempo è avverso alla navigazione) dona all'impossibilità un tempo eterno. Sarà lei a trionfare: vincerà grazie all'imposizione del silenzio, facendo intuire al marito filosofo la vanità del parlare.
L'autrice ha tentato di dare voce al suo prezioso silenzio.
Il racconto è splendido ed è costituito perlopiù da ricordi, memorie dolorose, ripetizioni, immagini poetiche e suggestive.
La scrittrice desiderava "dipingere attraverso le parole" l'immagine della madre (vale a dire la signora Ramsay), deceduta quando la figlia aveva solo tredici anni.
Una madre forte, amorevole e ostinata nell'evocare amore nel cuore di coloro che le vivevano accanto. Bellissima... L'ho adorata! ❤
"Era l'istinto che la faceva andare, lo stesso che le rondini hanno per il mezzogiorno, i carciofi per il sole; quell'istinto la faceva volgere infallibilmente verso la razza umana, nel cuore della quale faceva il suo nido. Ma quell'istinto, come ogni altro, infastidiva la gente che non lo condivideva...", Una riflessione della pittrice Lily Briscoe riguardo alla figura della signora Ramsay.
Non lo voglio nascondere: ho versato qualche lacrima nel momento in cui il signor Ramsay attendeva affetto da parte di Lily, sulla spiaggia, osservando il mare piatto, avvertendo la sua incolmabile mancanza: sua moglie. 😟❤
Mi ha commossa anche il lento inabissarsi della loro casa sull'isola: la descrizione minuziosa del tempo che passa, del tempo che ha permesso ad insetti, piante e uccelli di insediarsi in quella dimora... La casa che si è abbandonata a se stessa: il suo lento disfacimento mi è apparso come una partecipazione emotiva della stessa alla perdita di tre dei suoi abitanti principali.
Stupendo e complicato: non è semplice seguire ed inseguire il flusso dei pensieri della grande scrittrice; ma con uno sforzo, lei è in grado di farci scivolare lungo i suoi ricordi, in una barca, in mezzo al mare, con il faro di fronte a noi.
Sicuramente un libro che mi mancava e grazie al quale mi sento arricchita nell'anima.
Sto proseguendo la lettura de: "L'inganno" di Thomas Cullinan e sì, mi sta attirando sempre di più, pagina dopo pagina. Il caporale McBurney è stato soccorso da Amelia e ora alloggia nel collegio femminile di Martha e Harriet Farnsworth, accudito dalle ragazzine curiose ed eccitate a causa di una presenza maschile in un luogo riservato esclusivamente alle donne...
Il caporale comincia a prendere coscienza, dopo una brutta ferita alla gamba (curata da miss Martha) e dal suo modo di parlare trapela qualcosa di sinistro...
Uno yankee che, ovviamente, non vuole essere spedito tra le braccia dei nemici sudisti; ma che non vuole nemmeno essere consegnato ai suoi commilitoni nordisti... Insolito. Forse si rivelerà come un disertore?... 
Il fascino e il mistero avvolgono la figura del soldato e dominano le prime pagine del racconto. Credo proprio che egli riuscirà ad ammaliare le giovani allieve e penso che capiterà qualcosa di inaspettato... Un omicidio? Non saprei, ma le protagoniste parlano con il senno del poi: sanno già perfettamente che cosa è accaduto in seguito a quella sua permanenza nel collegio e dalle loro parole si intuisce che non è successo nulla di buono... Non mi resta che continuarne la lettura! 😊

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