mercoledì 17 gennaio 2018

Fine di una sconcertante lettura... 😨😊 "Memorie dal sottosuolo" di Fëdor Dostoevskij

"C'incaponiamo di essere chissà quali "uomini in generale", che in realtà non sono mai esistiti. Siamo dei nati morti, noialtri, ed è già da tanto tempo che nasciamo da padri che non sono più vivi, il che d'altronde continua a piacerci sempre di più. Ci stiamo prendendo gusto. Presto escogiteremo un modo di nascere addirittura da un'idea."
Ed è così che termina il lungo racconto dello scrittore russo.
Vladimir Nabokov sostiene che molti lo definirebbero come l'anamnesi di una mania di persecuzione ed effettivamente... 😕
Il protagonista inizia con un soliloquio, di fronte ad un pubblico fantasma: composto perlopiù dalle "persone normali", quelle pratiche, insomma... Gli idioti...
Egli crede di essere un vero intellettuale e ritiene che tutti (o quasi) gli individui attorno a sé siano dei superficiali, perciò conduce una vita nel "sottosuolo": riduce al minimo i suoi rapporti sociali e, appena può, si rintana nel suo appartamento.
Iniziano le sue confessioni, ovvero le sue "memorie".
Si innamora di Lisa, una prostituta. Ma si innamora realmente? Boh...
La lascia andare via, lontano da lui, dopo averla umiliata. Esce di casa per cercarla sotto i fiocchi di neve, calpestando la melma depositatasi sul suolo; ma non percorre più di metà strada e crede che sia meglio così, in fondo egli ammette: "io non potevo già più amare, poiché, lo ripeto, amare per me significava tiranneggiare e godere di una mia supremazia morale."
Lisa, almeno, secondo il suo "fantasticare", avrebbe potuto ricordarlo per sempre. Perché il dolore rimane più impresso rispetto al bene... 😨
Un personaggio davvero problematico, "un uomo-topo della coscienza raffinata".
Il suo domestico, Apollon, devo dire che mi ha strappato qualche sorrisetto... 😁 Il modo in cui Dostoevskij descrive lo strano rapporto del protagonista con Apollon: il giorno in cui il domestico avrebbe dovuto ricevere il "meritato stipendio" da quel pazzo del suo datore di lavoro... 😂 Questa è stata l'unica parte del racconto che mi ha fatta ridacchiare. Gli sguardi tra i due, il fissarsi per minuti interi, nell'attesa di ricevere quella benedetta paga mensile... 😂
Mentre, durante la lettura dei restanti capitoli del romanzo, ho provato un senso di oppressione, di sofferenza, quasi di "soffocamento mentale". Dostoevskij mi piace per questo motivo: suscita in me emozioni negative, ma riesco a trarne piacere e posso riflettervi su...
Sarà per il fatto che provo godimento da un mio dispiacere, come capita di frequente al suo protagonista?... 😰😁
No, scherzi a parte, mi piace perché sento che ogni sua citazione, ogni sua spiegazione contribuisce ad aprire sempre un pochino di più la mia mente.
E oggi pomeriggio, mentre attenderò all'addiaccio che il mio bambino termini i suoi allenamenti di calcio, inizierò a leggere un nuovo romanzo...
Leggerò un ebook, dato che al momento non dispongo di un libro cartaceo (dovrò acquistarne uno il prima possibile). Non amo gli ebooks, lo ammetto. 😟
Preferisco nettamente sfogliare il mio libro tra le mani, fiutare il profumo delle sue pagine; ma, in mancanza d'altro, mi adatterò a ciò che passa il convento... 😂
E, intanto, rimango colpita dalla mia cara amica che, di tanto in tanto, pubblica una o due citazioni dei miei romanzi sulla mia pagina autore di facebook... 😍
Le piace la mia passione. Capisce la mia passione e questo è a dir poco stupendo! ❤
È sempre molto molto bello avere qualcuno accanto che crede in te. Per questo, io ti voglio ringraziare. Sì, sei un'amica, non c'è dubbio! ❤❤❤

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