martedì 23 gennaio 2018

"Uno studio in rosso" e la relatività dell'importanza della conoscenza

Ho terminato il primo racconto di Sir Arthur Conan Doyle, ossia: "Uno studio in rosso".
Ne ho approfittato ieri, mentre stavo attendendo la fine degli allenamenti del mio bimbotto. 😁 Ormai, il lunedì e il mercoledì saranno i due giorni in cui concentrerò le mie letture. 😊 Ho una buona ora e mezza in entrambi i giorni per poter "dare sfogo" al mio impulso di leggere! 😁
Comunque, bando alle ciance, ho finito il primo racconto e... Boh... Sono rimasta con la bocca leggermente spalancata! Non mi aspettavo un finale simile. E, ovviamente, non vi dirò tutto per filo e per segno, ma, proprio non mi attendevo una cosa simile...
E così l'ho letto tutto d'un fiato dall'interno della mia cara automobile e poi sono scesa per andare a prendere il mio marmocchietto, continuando a domandarmi: "Ma perché? Come è giunto ad una simile conclusione?...", poi riprendevo a guardarmi intorno per mostrare ai passanti che avevo ancora un minimo di contatto con la realtà 😂 e, infine mi sono chiesta: "Non è che, magari, non ho prestato la dovuta attenzione ad alcuni elementi che, lì per lì, mi apparivano come del tutto marginali all'interno della trama?..."
Perché il finale mi ha lasciata di stucco, senza ombra di dubbio.
E niente... Anche in questo preciso istante mi sto chiedendo come abbia fatto Sherlock Holmes ad acciuffare l'assassino... Quali sono stati i ragionamenti che lo hanno indotto a pensare che fosse proprio X l'assassino?? 😨
Boh... Prima di iniziare a leggere il secondo racconto ("La Terra dei Santi"), vorrei tornare sul primo ed esaminarlo per bene... Voglio carpire le informazioni che hanno mosso il famoso investigatore verso le sue nuove, sorprendenti, ma soprattutto veridiche congetture!
Intanto vi lascio una parte del dialogo tra il protagonista e il dottor Watson che mi ha davvero divertita e mi ha dato modo di riflettere... 😉
"«Vede», spiegò, «secondo me, in origine il cervello umano è come un attico vuoto che uno deve riempire con i mobili che preferisce. Uno sciocco assimila ogni sorta di ciarpame gli viene a tiro, così che le nozioni che potrebbero essergli utili vengono spinte fuori o, nella migliore delle ipotesi, accatastate alla rinfusa insieme con un'infinità di altre cose, di modo che ha difficoltà a ritrovarle. Un operaio abile, invece, sta molto attento a ciò che immagazzina nel suo attico-cervello. Non vi metterà altro che gli strumenti che possono aiutarlo nel suo lavoro, ma di questi strumenti ne ha un vasto assortimento, e tutti in perfetto ordine. E sbagliato pensare che quella piccola stanza abbia pareti elastiche che possono allargarsi a piacimento. Creda a me, viene sempre un giorno in cui ogni nozione in più gliene fa dimenticare un'altra che aveva prima. E estremamente importante, quindi, che le nozioni inutili non estromettano quelle utili.» «Ma il Sistema Solare!», protestai. «Che diamine me ne importa?», mi interruppe spazientito. «Lei dice che giriamo intorno al sole. Anche se girassimo intorno alla luna non farebbe un soldo di differenza per me o per il mio lavoro.»"
Un pezzo che mi ha lasciata a bocca spalancata (quasi quanto il finale del tutto inatteso...) e inebetita. 😨😁
Ma quanta verità è contenuta nelle parole proferite da Holmes?!
Ciò che non ci interessa non fà altro che ingombrarci il cervello, perciò sta a noi far entrare esclusivamente le conoscenze davvero utili in relazione alla nostra esistenza.
Motivo per cui, d'ora in avanti, tornerò a credere che la terra sia piatta! 😂
Scherzi a parte, questa teoria, per quanto possa risultare banale e ironica, non è niente male!! Secondo me, questo pensiero può essere applicato anche nei riguardi di tutte le rotture di scatole del quotidiano... O nei confronti del giudizio di tal dei tali, o nel caso di una offesa subita da tizio... Insomma, la questione è questa: "Il tal giudizio ci è davvero utile?" Se la risposta è negativa, và da sé che la nostra mente si sposterà in automatico su questioni di vero interesse per noi, o si muoverà semplicemente per scartarne altre, totalmente irrilevanti.
Questo dialogo mi ha fatto comprendere che non tutto ha rilevanza! 😊 Sembrerà una frase sciocca la mia, ma, per me è un buon punto di partenza! 😉

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