lunedì 7 gennaio 2019

"Specchio d'acqua - In cammino sulle tracce della memoria" di Carola Helios




Titolo: "Specchio d'acqua - In cammino sulle tracce della memoria"
Autrice: Carola Helios
Anno di pubblicazione: 2017
Genere: narrativa
Editore: Caravaggio editore
Numero pagine: 136
Link di acquisto: "Specchio d'acqua"



"Perché è proprio nella trama dei ricordi che si riannodano giorno dopo giorno, senza fretta, silenziosamente, i fili del futuro, del presente e del passato, e che le cose prima oscure diventano più chiare, anche se ci vogliono molto tempo e molti sforzi."

L'importanza dei ricordi viene messa in evidenza già nel prologo di questo romanzo. Uno specchio d'acqua, un fiume che scorre portando con sé preziose memorie, sulle quali potranno specchiarsi i membri della famiglia Bengasi.
Mario Bengasi, il capofamiglia, dovrà trasferirsi con la moglie e i suoi cinque figli dal ferrarese nell'Agro pontino, in seguito alla bonifica dell'Opera Nazionale Combattenti (del 1927): ovvero il prosciugamento delle paludi pontine. Molte famiglie del Nord e del Sud si trasferiranno nel centro Italia, dove verranno etichettate come: "polentoni" e "terroni".
Mario presta servizio in qualità di bracciante presso un signorotto di Stellata Po; la moglie, Angela, con un passato alle spalle da mondina, continuerà ad occuparsi della casa e dei lavori pesanti.
All'inizio degli anni '40 il capofamiglia diventa assegnatario di un podere e Ulderina e Faris, due dei suoi figli, si sposano. 
Nel frattempo, l'Italia entra in guerra e Faris è costretto a partire per la Libia, lasciando la moglie, Carmela, in dolce attesa.
Nel suo accampamento, gli appare in sogno la nonna Angelina, la quale lo mette in guardia dal bere l'acqua di un pozzo nei pressi della sua tenda. Un sogno che salverà la vita di Faris e dei suoi commilitoni poiché quell'acqua si rivelerà avvelenata.
Anche Eracle, il fratello di Faris, si sposerà e successivamente le loro due sorelle: Marina e Felicita. E anche Eracle dovrà arruolarsi in guerra: egli partirà per la Germania.
I due fratelli faranno ritorno a casa e soltanto allora Faris potrà conoscere il volto di sua figlia, Disola. 
Nonostante la dura realtà dei campi, la fatica nell'allevamento del bestiame e la critica e drammatica situazione in tempi di guerra, la famiglia Bengasi si rimbocca le maniche e va avanti, supportata da persone buone come il pastore Santuccio, lo zio Palmiro e Paolo, il misterioso informatore degli Americani.
Il povero Mario Bengasi si spegnerà un 4 marzo, lasciando sconcertati tutti i suoi familiari (specialmente la piccola Disola, molto legata al nonno).
La piccola Disola inizierà a frequentare un collegio, lontana dalla sua famiglia e farà ritorno a casa una volta sostenuto l'esame di terza media. Durante la sua permanenza nell'istituto conoscerà Suor Giuditta, una suora dal grande cuore, che le permetterà di raggiungere la famiglia durante un fine settimana, andando contro le regole ferree del collegio.
Terminato il suo percorso di studi, Disola tenterà di iscriversi al ginnasio, ma la sua esperienza non avrà buon esito e comincerà a lavorare per un breve periodo presso una fabbrica. La ragazza, tuttavia, mostrerà i segni di un deperimento fisico, perciò si unirà ad una colonia estiva di Fiuggi, sotto consiglio della madre Carmela, per trovare un po' di riposo. A Fiuggi vivrà un periodo spensierato, divertita dagli scherzi di Valentino e Vinicio.
E sarà durante il viaggio di ritorno verso casa che Disola incontrerà Luca, l'amore della sua vita. I due si sposeranno e dalla loro unione nasceranno Daniela e Riccardo.
Disola è diventata una donna forte e tenace: una moglie e madre, che dovrà fare mille sacrifici per studiare e raggiungere il diploma magistrale (lo stesso nonno Mario ci teneva che diventasse maestra).
Faris, Carmela ed Eracle muoiono lasciando un vuoto in quelle che un tempo furono le loro dimore, ma non nel cuore di Disola, che vive di ricordi e pianifica il suo presente in base ad essi.


"La malevolenza non appartiene loro, è il cancro dell'anima, si insinua nel cervello e non ci fa più godere delle piccole cose belle della vita."

Vivono così Disola e il figlio Riccardo, provando pena per quegli individui che non vedono di buon occhio la loro presenza al podere e che gli riservano ogni tipo di dispetto.

"Non esistono gli impossibili da gestire o gli incapaci, occorre solamente tirar fuori quello che di buono c'è in ogni ragazzo."

Il punto di vista di Disola, in veste di insegnante. Una donna buona e comprensiva. Una donna rafforzata dalle dure vicissitudini della sua esistenza, che si specchierà nell'acqua, felice di aver raggiunto i suoi obiettivi di vita; felice di aver nel cuore tutti i suoi cari.
Una bella storia in cui si avverte il profondo dramma della guerra, in cui spiccano la solidarietà e i normali screzi in famiglia. 
Personalmente, non ho molto apprezzato l'utilizzo del tempo presente per tutta la narrazione (qualche verbo al passato remoto, secondo me, avrebbe reso più suggestivi i ricordi della protagonista) e ho trovato alcuni rallentamenti nello scorrimento della vicenda (diverse ripetizioni, alcuni periodi lunghi e un linguaggio, a volte, eccessivamente gergale).
Comunque, è sicuramente una storia che ci induce a riflettere e che rispecchia molto bene la vita ai tempi della guerra mondiale.

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