Bella cerimonia e (nonostante io non mi ritenga cattolica) ho apprezzato moltissimo le parole utilizzate dal sacerdote, durante la funzione religiosa.
Con grande impeto e palese partecipazione emotiva, il parroco ha invitato i suoi fedeli ad allontanarsi dalla chiara ipocrisia: a non riunirsi solamente in occasione di una Comunione o di un Battesimo ecc., ma a ritrovarsi uniti quotidianamente, a rispettarsi reciprocamente (anche quando le nostre opinioni e modalità di vedere il mondo collidono con il parere altrui, aggiungerei...).
Ho annuito con la testa, durante quella omelia.
E pensare che, un istante prima di quella piacevole messa, non ho visto altro che odio, conflitto e un comportamento prettamente infantile durante il momento del riunirsi e stringersi "familiarmente" per le fotografie che avrebbero immortalato il lieto evento... 😕
Per non parlare, poi, degli stranissimi atteggiamenti assunti nel bel mezzo della funzione: chi si allontanava da un parente stretto, per non mostrare all'altro parente di legare con colui o colei che viene comunemente additato come: "nemico"/"nemica" pubblico/a...
Roba davvero da non credere!
Per un attimo ho pensato di trovarmi in una scuola materna. Nemmeno la Casa di Dio è riuscita a sfuggire a questi spettacoli a dir poco ridicoli e un tantino imbarazzanti per coloro che posseggono ancora un po' di buon senso...
Io, in mezzo a questo "silenzioso tumulto", ci ho riflettuto un secondo su e sono giunta alla conclusione che proprio non mi va più tutta questa scenata teatrale (dalla performance davvero scadente, oltretutto...😬😁).
Credo che nessuno abbia oggettivamente torto, come nessuno abbia oggettivamente ragione. Credo che gli errori e le incomprensioni possano nascere in tutte le famiglie, però, basterebbe un pochino di autoanalisi e un pizzico di obiettività nei propri stessi riguardi; senza dover a tutti i costi additare l'uno o l'altra come il capro espiatorio su cui far spurgare tutta la frustrazione e l'inutile odio che alberga nel proprio cuore.
Non serve a nulla la guerra, se non a logorare se stessi: il proprio corpo e la propria anima. Mi rattristo per coloro che "vivono" in questa maniera; per coloro che credono di trarre una qualche sorta di giovamento solo gettando fango e cacca sul prossimo.
Mi rattristo e, allo stesso tempo, mi allontano dalla negatività di spirito, osservando la gioia di mio figlio e la sua purezza d'animo; la sua totale incapacità di carpire la freddezza e il distacco delle persone. La sua voglia di offrire solo il suo lato migliore! Lo inciterò a proseguire in questo modo e, di sicuro, mi asterrò il più possibile dall'orientare le sue scelte e dall'influenzare il suo giudizio nei riguardi della vita e, nella fattispecie, nei confronti delle persone di famiglia...
Mio figlio dovrà ragionare con la propria testa! Questa è un'altra importante riflessione cui sono giunta ieri più che mai!
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