Venerdì ho acquistato: "Consigli pratici per uccidere mia suocera" di Giulio Perrone e ieri sera ho terminato di leggerlo. 😊
Il titolo mi ha incuriosita da subito (😁) e poi ero particolarmente interessata a leggere un manoscritto di uno scrittore ed editore.
Il titolo fa sorridere e ti catapulta all'istante nella tipica (e famigerata... 😂) relazione genero/nuora-suocera; ma, in realtà, questo argomento non viene pressoché affrontato dall'autore. È l'editore (ovvero il datore di lavoro del protagonista del racconto) che assegna un preciso compito ai suoi quattro collaboratori: cercare un modo originale per far fuori una suocera! 😂 L'uomo dà questa bizzarra consegna ai suoi dipendenti perché vuole terminare il proprio romanzo, ma gli manca questo elemento cruciale. Inoltre, promette di assumere in modo definitivo colui o colei che sia stato/a veramente in grado di stupirlo.
Il boss è un genio, oppure un pazzo (cito, più o meno, quelle che sono state le parole del protagonista per descriverlo) ed è divertente, stravagante. 😁
Leo, il protagonista, soffre di alcune problematiche: innanzitutto lui è un indeciso cronico, un accidioso, non riesce quasi mai a dire di no e poi lascia la sua intera vita al caso...
Divorzia dalla moglie, Marta, per intrecciare una relazione stabile con l'amante, Annalisa.
Una volta fidanzato ufficialmente con Annalisa, torna sui suoi passi e vive una relazione clandestina con l'ex moglie.
La trama è molto originale e intrigante; i dialoghi e le riflessioni del protagonista scorrono in modo libero e fluente.
Lo ammetto: ho provato rabbia nei confronti di Leo. Non mi è piaciuta per niente la sua condotta nei confronti delle due povere malcapitate; però sono riuscita, soprattutto sul finale, a compatirlo in parte... Leo non sa che cosa sia l'amore e non riesce a dare un nome alle sue emozioni.
Il padre lo ha abbandonato quando era piccolo e piomba dopo trent'anni nella vita del figlio, trascinandosi dietro il vizio del gioco e delle donne...
La figura paterna di Leo mi ha divertita, ma, alcune volte, l'ho trovata irritante: lui è un uomo che ha abbandonato il figlio per poi ricomparire nella sua vita allo scopo di chiedergli dei piaceri materiali (perlopiù denaro).
Alla fine, tuttavia, l'uomo ha suscitato in me una certa tenerezza. "Mi viene da pensare che avrei voluto tanto vedere un'alba così insieme a lui anni fa", riflette Leo, seduto accanto al padre, mentre sono intenti ad osservare l'alba che si avvicina.
"Forse è questo che capita quando si cresce? Sentire le stesse sfide, le stesse paure di chi non dovrebbe mai averne ai nostri occhi, e provare semplicemente una sconfinata compassione?" continua a meditare Leo, con una velata malinconia.
Ho riflettuto molto sull'incapacità di agire e di scegliere da parte del protagonista e su quella sua apparente apatia: lui è una vittima di un'infanzia burrascosa. Gli è mancato qualcosa di davvero fondamentale (soprattutto, a mio parere, per un ragazzo): la vicinanza e la complicità di un padre.
Vive contemporaneamente due storie d'amore, ma, secondo me, non è innamorato di nessuna delle due donne. Marta è la donna forte e indipendente (una donna che sa badare benissimo a se stessa, ma che non può fare a meno dell'amore dell'ex marito); Annalisa è la ragazza dolce, molto ingenua, che ha bisogno di protezione e riesce a trovarla in Leo.
"Quando hai a che fare con una donna che ti interessa devi partire da un assunto fondamentale: hai già perso. Quelle che puoi attuare sono strategie di contenimento, al massimo di aggiustamento."
La riflessione si aggira intorno all'immaturità di molti uomini prossimi ai quarant'anni, che non sanno ancora bene che cosa siano le responsabilità della vita e che provano terrore di fronte alla parola: "paternità".
Mi è piaciuto. Ho provato rabbia, tristezza e, a tratti, ha suscitato in me una risata (soprattutto quando vengono descritti i guai del padre, che coinvolgono il figlio).
Concludo con il passo che più mi ha colpita: "Credo fermamente che l'amore non sia fatto di grandi gesti ma di continuità. Non è la gara dei cento metri, è la maratona" questo è il pensiero di Leo, peccato, però, che egli non abbia alcuna intenzione e/o capacità di prepararsi atleticamente per la maratona... 😕😁
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