La vita è fatta di scelte. Anzi, io credo che essa stessa sia una scelta.
Dalle più semplici, come l'abito per uscire di casa, alle più complesse, come, ad esempio, scegliere quale sia la nostra strada verso la felicità.
Bisogna rifletterci su attentamente, prima di prendere una decisione e, quindi, attuare una scelta... Ovviamente, io non mi sto riferendo a questa o a quell'altra camicia: sulle scelte materiali, mal che vada, scopriremo di aver sprecato del denaro, oppure di essere usciti di casa con uno stile inappropriato alla situazione e... Niente! Ci imporremo di ponderare meglio le nostre scelte future.
Sono altre le scelte difficili. Quelle che implicano il cuore, quelle che ti risucchiano la mente, restituendotela zeppa di interrogativi.
È più semplice fare la scelta sbagliata... Dopotutto, l'insoddisfazione e la frustrazione si trovano sempre in agguato, dietro l'angolo, pronte ad azzannarci e a riempirci la vita di dubbi e di insicurezze.
Ma, ora, io mi chiedo: è meglio vivere l'attimo (come moltissimi post invitano a fare su facebook... 😩 Come molti sostengono, specialmente sul web, dove tutti noi siamo più fighi e più forti... 😁), oppure abbandonarsi alla quotidianità?...
Certo, il "carpe diem" riempie la bocca: il vivere l'emozione con tutti i suoi effetti dirompenti e poi?... Perché dopo c'è sempre un "poi". Non riesco proprio ad immaginarmi un mio racconto senza questo avverbio di tempo... Poi, dopo, dopodiché, più tardi, successivamente...
Quindi, a mio parere, il "carpe diem" resta sempre un attraente invito, sì, ma con una visualizzazione in anteprima (come si fa per la stampa di un documento, prima di poterlo vedere su carta) delle conseguenze.
Kierkegaard parlava dell'angoscia che si genera dalle possibilità di scelta. Beh, era vero... La vera intelligenza, secondo me, consiste nel prefigurarsi tutti gli effetti di una nostra scelta nell'immediato futuro, se non, addirittura, in un tempo più distante da noi. Dura, eh?
Nessun commento:
Posta un commento