lunedì 11 marzo 2019

Festa della donna e pausa riflessione

Venerdì scorso non ero proprio in vena di festeggiamenti e, comunque, non ho mai avuto l'abitudine di festeggiare l'8 marzo... 
Per come la vedo io, quasi tutte le ricorrenze annotate sul nostro calendario si riducono a feste consumistiche: svuotate, ormai, del loro reale e profondo significato.
Polemica a parte, nonostante il mio ciclo mestruale (giunto proprio per ricordarmi di essere donna?... 😕😂), venerdì mi sono incontrata con la mia cara amica per la nostra pausa caffè (chiaramente l'ho avvisata con anticipo circa la tipica crisi antisociale che accompagna i miei giorni di ciclo... 😕😂).
E abbiamo festeggiato a modo nostro il fatto di essere donne: un caffè, anzi per me un marocchino con nutella e panna e per lei una bevanda fredda altrettanto golosa e due parole sulle nostre routine di vita quotidiana. Ci si sfoga (io soprattutto... 😂) e si sorride. La nostra piacevolissima festa della donna: accomodate ad un tavolino, affacciato sul mare di Pietra Ligure, con una giornata quasi primaverile. 😊
E non è finita qui! Il giorno successivo ci siamo recate insieme a Finale Ligure per assistere ad un concerto. Il clavicembalo e il flauto traversiere erano i protagonisti della giornata trascorsa presso la libreria Cento Fiori. I due bravissimi musicisti hanno suonato alcune sinfonie di Bach. È stato molto interessante e rilassante. Ero curiosa di conoscere il suono del clavicembalo e devo dire che è stato suonato divinamente.
Ho lasciato che la musica mi entrasse dentro e che mi distendesse con quella sua delicatezza, mentre i miei occhi viaggiavano sui titoli dei libri, ben ordinati sugli appositi scaffali della libreria.
Un'esperienza diversa e mi ha fatto molto piacere poterla condividere con la mia cara amica.
Ultimamente ho tralasciato le mie letture... Alcuni pensieri e novità a livello lavorativo stanno creando un vortice nella mia mente. E si comincia con i: "Ce la faremo?...", "Ma...", "E se...?".
Boh, non saprei. Ma, in fondo, non c'è nulla di certo nella vita ed è anche vero che "chi non risica non rosica", no?
Boh... Staremo a vedere. 
Sto rivedendo il mio settimo manoscritto, nell'attesa che venga pubblicato il sesto (il quinto, ahimè, è rimasto in sospeso e sarei propensa a tornare a presentarlo ai diversi editori non appena avrò pubblicato il mio thriller) e nell'attesa che si sciolgano interrogativi del tipo: "chissà quando mi contatterà nuovamente l'editore?", oppure: "non si sarà scordato di me, vero?". 
Sto rileggendo la storia molto molto bizzarra che la mia mente ha deciso di espellere. "Espellere" è un verbo bruttino in questo contesto, lo ammetto, ma credetemi che non potevo trovare termine migliore per esprimere il modo in cui questa nuova storia sia nata dalla mia fantasia. Una storia "espulsa" dalla mia mente ed "espulsa" dalla vita dello stesso protagonista. Per poterci redimere sarebbe opportuno espellere tutti i nostri peccatucci, azioni sbagliate, frasi mal dette, no? E non mi sto riferendo alla confessione religiosa (non conoscendo bene questa sfera, non mi oserei mai di entrare in argomento): mi sto riferendo allo sfogo cui potremmo dare voce, ad esempio, durante un caffè con un'amica o amico, o in altri contesti simili. Se abbiamo combinato qualche guaio, la prima cosa da fare, per poterci rimettere in carreggiata e sottrarre un po' di peso alla nostra coscienza, è quella di sfogarci, dico bene?
Un' autoanalisi, il più obiettiva possibile, di fronte ad una persona, o, perché no, di fronte al nostro specchio della sala da bagno. Beh, il mio nuovo protagonista dovrà "svuotarsi", ma non vi dico di certo in quale modo (non in un bar, né di fronte ad uno specchio, tanto per precisare... 😉), né per quale motivo... Quello dovrete capirlo voi, strada facendo, tentando di distinguere la realtà dalla sua immaginazione...
Basta! Ho detto davvero troppo e (sempre se troverò un'anima pia disposta a pubblicarmelo) mi farebbe piacere che lo scopriste in autonomia. Mi piacerebbe raccogliere, un giorno, diversi pareri sulle storie strampalate che creo e che, via via, si fanno sempre più rocambolesche! Ma la vita è proprio così: rocambolesca.
Vi ho detto che in questo periodo ho tralasciato la lettura, dunque è giusto riprendere e lo farò con "Le notti bianche" del mio adorato Fedör Dostoevskij.
Per il momento vi saluto, augurandovi una buona settimana. Ciao! 😘🙋

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