giovedì 7 marzo 2019

"La morte a Venezia" di Thomas Mann



Un grande classico. Ne avevo sempre sentito parlare, ma non mi ero ancora decisa a leggerlo. Beh, ora l'ho fatto e...
E ho terminato di leggerlo giusto ieri, nella mia auto, mentre attendevo che mio figlio uscisse da scuola. Il tempo uggioso e il finale di questo romanzo mi hanno scaraventata in un'atmosfera cupa, triste, tanto triste...
Il protagonista si chiama Gustav von Auschenbach ed è uno scrittore di grande fama. Ha conquistato il suo pubblico di lettori con opere storiche e grazie al suo modo d'essere: severo e nobile e al suo linguaggio così sublime. 
Stava passeggiando nei dintorni di Monaco, quando incontrò un uomo "d'aspetto non proprio comune, che impose ai suoi pensieri un corso completamente nuovo."


"Era voglia di viaggiare, niente altro; ma in realtà insorta come un accesso, una spinta fino alla passione, e anche oltre, fino al parossismo."

La visione di quell'uomo nei pressi del cimitero, spinge Auschenbach a intraprendere un viaggio. Generalmente lui era troppo occupato per potersi concedere una vacanza.

"troppo alieno dalle distrazioni per amare il colorato mondo esteriore, si era sempre accontentato dell'immagine che ognuno può farsi della superficie terrestre senza allontanarsi troppo dalla propria cerchia, e non aveva mai avuto la più lontana aspirazione a lasciare l'Europa."

Ma il suo desiderio di fuga, di libertà, di cose nuove e lontane, di gettarsi tutto alle spalle lo motivano a lasciare la sua terra per recarsi a Venezia.

"Incontentabilità che era stata, fino dall'adolescenza, l'essenza e la natura più intima del talento, per merito suo egli aveva domato e raffreddato il sentimento, poiché ben sapeva che esso è incline ad appagarsi di allegre approssimazioni e di mezze perfezioni."

Auschenbach è un uomo di grande fama, sì, ma è anche triste e molto solo. La sua nazione lo onora, eppure egli non si sente contento...

"Perché un significativo prodotto dello spirito possa esercitare un'influenza profonda e vasta, occorre un'affinità segreta, quasi una concordanza, fra il destino personale dell'autore e quello comune alla generazione del suo tempo. Gli uomini non sanno perché conferiscano gloria a un'opera d'arte. Tutt'altro che intenditori, credono di scoprire mille pregi per giustificare tanto entusiasmo, ma il vero motivo del loro plauso è imponderabile, è la simpatia."

Mi è piaciuto particolarmente questo passaggio: secondo il parere di Auschenbach/Mann, gli uomini valutano le opere d'arte in base alla simpatia, alla loro affinità spirituale con l'opera. 
Effettivamente, se ci pensate, (parlando di lettura) più riusciamo ad immedesimarci in una storia, nelle vicende di vita ed emozioni dello scrittore/scrittrice e più sappiamo apprezzarla, non trovate?


"Poiché la fermezza di fronte al caso, la grazia di fronte alla sofferenza non significa solo subire; è una forma di azione, un trionfo positivo"

Il nuovo eroe per Aschenbach: un uomo che accetta il caso con fermezza e grazia. È lui, Aschenbach, che cambia i suoi piani e si reca a Venezia.
E una volta giunto a Venezia non riesce a tollerare i fetidi miasmi dei canali, perciò decide di andarsene. Ma uno strano gioco del caso lo costringe ad allungare la sua permanenza...
Tadzio, un fanciullo polacco, lo rapisce con la sua bellezza divina.
Credo che Aschenbach si innamori del giovane perché incarna la giovinezza, la spensieratezza.
Ma, nel frattempo, l'opinione pubblica sta nascondendo un fatto davvero preoccupante: il colera asiatico sta dilagando anche nella laguna e la morte, insieme alle misure "precauzionali" messe in atto dalla polizia, sta mietendo vittime anche lì: nella magica città sospesa tra terra e mare.


"Riposare nella perfezione è il sogno di chi tende all'eccelso, e non è forse il nulla una forma di perfezione?"

Un romanzo sicuramente pregno di riflessioni filosofiche. Tetro e ricco di significati nascosti tra le righe. Moltissimi passaggi mi hanno ammaliata, ma non voglio privarvi del gusto di un classico così profondo come questo. Non appena avrò terminato la lettura di altri due romanzi, mi dedicherò a "Il Faustus". Thomas Mann è un grandissimo autore e, a mio avviso, merita di essere conosciuto.

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