Le persone attorno a me parlano, parlano, parlano...
Hanno sempre un buon motivo per parlare, parlare, parlare...
E, in mezzo a tutto quel chiasso, non scarseggiano le lamentele, che si configurano il più delle volte come il "leitmotiv" dei loro discorsi. "Questo costa troppo!" dice l'anziana signora, presso il negozietto di alimentari del mio paesino, oppure: "C'ero prima io!", ci tiene a precisarti, attanagliata dal costante timore di perdere la pole position negli acquisti mattutini! 😂
Se non è a causa del tempo, si scova qualcos'altro di cui lamentarsi!
La mamma che, nel gruppo whatsapp gestito dai genitori dei bambini della scuola materna, apre un sondaggio, chiedendo quanti bambini si sono ammalati (dato che suo figlio si è beccato l'influenza). E poi? Una volta che disponi della cifra esatta di influenzati, che cosa ci facciamo?...
In questi gruppi, le parole scorrono come il miele: lente e dolci. Poi, non appena si chiude l'applicazione, frecciate avvelenate su tutto e su tutti!
No, il mio non è pessimismo e asocialità (forse un pochino... 😁). La mia è pura verità. Ora ho trent'anni e una vaga idea sulle relazioni umane me la sono fatta (avendo accumulato innumerevoli delusioni e avendo riposto fiducia nelle persone sbagliate, ma, dopotutto, a chi non è capitato di prendere degli abbagli?).
Ho imparato una lezione molto molto importante: mai dire troppo. Perché la gente parla e, anche se un nostro giudizio su tal dei tali non ci sembra così maligno, ci penserà quasi sicuramente qualcun'altro ad arricchirlo di quella nota di astio. Si parla per noia, per frustrazione e, alcune volte, per conoscere chi abbiamo accanto (a molti piace solo ascoltare l'eco delle proprie parole e non sono minimamente interessati al parere altrui).
Io parlo poco (in genere, quando vengo interpellata😁), ma scrivo molto. Parlo poco perché a pochi interessa sapere che cosa ho fatto ieri o che cosa farò domani e io, molto egoisticamente, non sperpero energie: le conservo per scrivere! 😊
Non voglio generalizzare, si intende. Esistono anche persone interessate a condividere la propria vita con la mia (pochissime: le conto sulle dita di una mano); persone che si astengono dal giudicare, perché hanno capito quanto sia breve e sciocca per TUTTI noi questa esistenza...
Lascio la civetteria e il giudizio agli altri e io continuo a leggere e a scrivere.
E ora desidero terminare questa mia "pagina" perlopiù di sfogo con un elogio meraviglioso, ricevuto dal mio ometto, ieri (nella speranza che, in futuro, lui possa leggere questi miei post). Il mio bambino mi ha sussurrato una frase bellissima: "Sai, mamma, ho detto a tutti i miei amici che io ho una mamma stupenda e intelligente, che scrive libri!" 😀 Mi sono commossa e ho compreso di aver raggiunto il mio principale obiettivo: la stima di mio figlio.
Il complimento più bello che abbia mai ricevuto! Ti amo, Cesare. ❤
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